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Smith: I dubbi emersi all’assemblea pubblica coi sindacati

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TAGLI che pesano come macigni.

Fonte: La Nazione, Cronaca di Livorno

Autore: Ilenia Pistolesi

Di contro, neppure l’ombra di un investimento. Ed a pagare il pegno più alto non sarà, con tutta probabilità, solo l’esercito di dipendenti messi in cassa integrazione straordinaria dal prossimo 25 luglio. Perché il sospetto che anche i 78 lavoratori di Smith Bits risparmiati dalla scure micidiale del colosso Schlumberger non avranno vita facile nello stabilimento degli scalpelli, si fa sempre più forte. Mettiamola così: cosa succederà, in buona sostanza, quando nella fabbrica gemella degli States spiccherà definitivamente il volo la linea dei Big Bits, una delle poche rimaste fra le gamme prodotte in quel di Saline? Se gli americani porteranno a casa tutte le linee di scalpelli, cosa ci sarà da produrre nella fabbrica di via Traversa? Il piano industriale, o quel che è, non dipinge certo il migliore dei mondi possibili. Sono questi i dubbi che serpeggiavano durante l’incontro pubblico in notturna promosso al dopolavoro di Saline dal sindaco di Volterra Marco Buselli. Interrogativi che, alla fine, scaraventano lavoratori e famiglie nuovamente dentro a un baratro. Ricordiamoci che il famigerato piano industriale resta una bozza di salvataggio parziale. Niente di più. Un documento che parla a chiare lettere di cessazione di rami d’azienda. Lo stesso leader regionale della Fiom Massimo Braccini ha sottolineato che «durante l’incontro al Mise, non c’è stato alcun accordo sindacale, ma solo una precisazione delle intenzioni aziendali. Sia chiaro, però, che noi non molleremo». Ed Andrea Pagni per le Rsu ha aggiunto: «A parer mio, l’obiettivo finale dei vertici aziendali punta a chiudere lo stabilimento. E’ ovvio che l’accordo raggiunto per 78 lavoratori non sia esaltante. Ma ci troviamo di fronte ad un management intransigente e siamo riusciti, comunque, a strappare il massimo risultato possibile rispetto a ciò che potevamo ottenere, ossia il mantenimento del sito produttivo». Chi in questi giorni è rientrato a lavoro, continua a puntare il dito contro un clima pesante, farcito da nuove provocazioni gratuite. Si parla di dipendenti bacchettati per aver sorseggiato un caffè, così almeno raccontavano durante l’incontro al dopolavoro. Quel che potrebbe far riaccendere una scintilla, è il tavolo romano con Schlumberger, Eni ed Enel, ammesso che la convocazione arrivi entro il 25 luglio senza incappare nei soliti pantani dei rinvii. «La lotta non è ancora terminata – ha detto il sindaco Buselli – perché l’azienda non cederà sulla possibilità di aumentare l’asticella dei 78 dipendenti. L’unico canale per far sì che il numero degli occupati aumenti, passerà dal tavolo con la casa madre, Eni ed Enel».