Non sarà un inizio d’anno nuovo sereno per i 78 operai della Smith Bits rimasti in forza all’azienda di Saline di Volterra dopo il drastico ridimensionamento d’organico rispetto ai 193 dipendenti presenti fino ad aprile. Mai come questa volta, infatti, i lavoratori hanno osservato un periodo così lungo di pausa invernale. Tre settimane, dal 18 dicembre all’11 gennaio. E questo a causa di una programmazione che potrà chiarirsi nel primo semestre del 2016. Fino a giugno, infatti, è previsto un rilevante ricorso alla cassa integrazione, ammortizzatore sociale che l’azienda ha attivato all’inizio di novembre per tredici settimane. Quello che sembrava l’annuncio di una crisi profonda, in un primo momento, non è stato così negativo, visto che il ricorso alla “cassa” non è stato massiccio. A dicembre, però, si sono cominciati a vedere i primi segnali di poca ripresa. E per gennaio le previsioni non sono buone. «Con la riduzione del personale – spiega Andrea Pagni, membro della Rsu in quota Fiom Cgil – l’azienda fece una previsione per una produzione di cinque o sei scalpelli al giorno. E per quel quantitativo i 78 dipendenti rimasti in fabbrica erano un numero adeguato. Ora la produzione, però, si è dimezzata e l’attivazione della cassa integrazione è stato un fatto inevitabile. Ma lo stop a cavallo tra dicembre e gennaio così lungo non lo avevamo mai fatto. Ed è chiaro che i pensieri riguardo ai prossimi mesi non sono per niente positivi». Il problema maggiore è l’oscillazione del prezzo del dollaro che influenza, fatalmente, il mercato degli scalpelli. «Siamo alle prese con un comparto troppo labile per fare programmi – riprende il sindacalista – La dirigenza, anche nell’ultimo incontro che abbiamo avuto prima delle ferie, non ci ha saputo dire cosa succederà a gennaio. Se riusciremo a lavorare a pieno dopo l’11 o se si dovrà ricorrere a ferie e permessi arretrati o alla cassa integrazione. L’unico scenario che ci è stato prospettato riguarda il secondo semestre del 2016. Secondo i loro analisti, le previsioni dovrebbero essere di ripresa. Dovrebbero arrivare commesse in funzione di un mercato del petrolio in rialzo. È chiaro, però, che restiamo comunque nella più totale incertezza. Stando all’attuale congiuntura delle trivellazioni petrolifere, è già difficile capire cosa succederà da qui a febbraio. Figuriamoci se si possono fare programmi certi per tutto l’anno». Una situazione che, ovviamente, non lascia tranquillo nessuno in Valdicecina, dove il colpo all’occupazione dato dalla Smith Bits si sta facendo ancora sentire. Pochi degli oltre cento usciti dalla fabbrica hanno già ritrovato una occupazione. Le istituzioni stanno portando avanti un percorso fatto di colloqui e di incontri tra gli ex operai e le ditte della zona per provare a far coincidere domanda e offerta di lavoro. Ma l’operazione non è semplice, senza contare che al tavolo ministeriale per creare un polo dei servizi per l’industria energetica voluto dalla Regione, tra Schlumberger, Eni ed Enel, è rimasta solo quest’ultima. Anche in quest’ottica, i prossimi mesi saranno fondamentali per capire che strada prenderà l’operazione “ricollocamento”.