Sì, perché la serrata annunciata dal colosso a stelle e strisce Schlumberger per lo stabilimento di Ponca City, la fabbrica gemella dello stabilimento Smith Bits, non porterà, almeno a medio periodo, quell’ossigeno salvifico per le trivelle che escono dai cancelli di Saline. Il ragionamento è semplice: la casa madre made in Usa sposterà semplicemente la produzione nella base di Houston. Più commissioni e meno casse integrazioni per i 78 dipendenti della fabbrica di via Traversa risparmiati, più di un anno fa, dal rasoio implacabile impugnato dai cervelli texani? «Aspettiamo a cantare vittoria per Saline – è direttamente il responsabile di zona della Cgil, Massimo Basilei, a frenare ogni facile entusiasmo – in buona sostanza, lo stabilimento di Ponca City verrà riassorbito a Houston, ma con un’operazione che necessiterà di tempi lunghi e che si concluderà, probabilmente, entro un anno. Azzerare completamente l’esperienza della fabbrica di Ponca City richiederà tempo e non porterà certo grossi scossoni a Saline. Parliamoci chiaro». Nessun grosso colpo di teatro dall’America, e nessuna virata favorevole in vista per la fabbrica martoriata dai tagli. Ma solo uno spostamento della produzione. Basilei va avanti: «Certo, Saline rimarrà un punto di riferimento per certi tipi di produzione, ma da qui a parlare di aumenti produttivi o ricadute occupazionali, ce ne corre. L’effetto potrà tradursi intanto, in qualche fermata in meno per lo stabilimento della frazione volterrana, una fabbrica che da anni fa i conti con le montagne russe del mercato del Gas & Oil. Si può intanto ipotizzare che l’azienda non sia costretta a ricorrere ai soliti ammortizzatori sociali».