Il diktat di Smith Bits è completo. Ora spetta ai lavoratori dire sì o no a uno pseudo-piano industriale i cui contenuti sono rappresentati da soluzioni “prendere o lasciare”, pochissime concessioni e, soprattutto, zero investimenti. Dopo l’incontro all’Unione industriale di ieri con i sindacati, la multinazionale con sede anche a Saline di Volterra, ha detto per bocca del capo del personale, Mauro Marchi (la cui auto fu oggetto di un fitto lancio di uova qualche settimana fa), che la rotazione richiesta dai sindacati si farà, ma saranno coinvolti solo lavoratori scelti dall’azienda; la buonuscita sarà concessa anche ai 78 inclusi nei programmi produttivi, ma solo a dipendenti individuati dalla dirigenza; i soldi per lasciare la fabbrica e andare in mobilità volontaria saranno 50mila euro lordi (38.500 netti), ma saranno a disposizione solo fino al 31 agosto. Poi caleranno di 10mila euro ogni 15 giorni fino al 30 settembre (prima 40mila, poi 30mila e infine zero). Lunedì alle 10 è fissata l’assemblea dei lavoratori in cui dovranno votare l’accettazione o meno del piano. E il 17 luglio è in programma l’eventuale ratifica in Provincia con l’amministratore delegato, Giuseppe Muzzi. Nei prossimi giorni, inoltre, è prevista la comunicazione da parte dell’azienda dei nomi che rientreranno nella rotazione. «Credo che qualcosa abbiamo ottenuto – ha detto Andrea Pagni, membro della Rsu – ma in generale l’accordo per noi è negativo, perché chiede sacrifici a tutti senza dare prospettive di certezza per il futuro. Tra un anno scadrà la cassa integrazione straordinaria, che comincerà il 25 luglio con il nuovo assetto, e anche chi è stato incluso nella rotazione dovrà lasciare il lavoro. Andranno avanti solo i 78, ammesso che le condizioni rimangano quelle attuali, in cui l’azienda ha previsto di non aumentare l’attività di perforazione petrolifera. Uno scenario negativo, perché «si lavorerà su un turno unico, dalle 8 alle 17, con un’ora di pranzo e un buono pasto da 5,50 euro, visto che la mensa interna sarà chiusa – riprende Pagni –. E anche in questo caso, il peggioramento delle condizioni è evidente e tutto a svantaggio dei lavoratori. Il tutto, però, in un contesto dove è difficile dire no a questo accordo, perché altrimenti salterebbe tutto. Compreso, probabilmente, anche il tavolo ministeriale con Eni, Enel e Schlumberger per la creazione di un polo per la logistica, la meccanica e i servizi per il settore energetico che dovrebbe dare lavoro a qualche decina di persone rimaste fuori dai 78. E di cui i contorni sono ancora tutti da definire».