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Si va alla ricerca di giacimenti geotermici

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Sarà interessata un’area che va da Pontedera a Terricciola

Fonte: Il Tirreno, Cronaca di Pontedera

Autore: E.CH.

 

PONTEDERA. Lo vedremo in giro per le nostre colline, da Terricciola a Ponsacco, da Peccioli a Lajatico. A prima vista sembra un mezzo agricolo: un po’ trattore, un po’ carro per trasportare i prodotti.

Ma non è così: quel veicolo è un vero e proprio laboratorio con le ruote.

E se ne va in cerca, per tutta la Valdera, di nuovi giacimenti geotermici. Il progetto si chiama “Peccioli”.

È stato presentato in Regione e, in questi giorni, vengono interessati dalla questione, anche gli uffici comunali dei paesi interessati: Ponsacco, Pontedera, Peccioli, Terricciola, Lajatico, Chianni, Palaia, Capannoli.

Una fetta di territorio che si estende per oltre settanta chilometri quadrati, racchiusa tra l’Era e la Sterza, tra il rio Rossiani e il Roglio.

In quest’aera si muoverà quel camion, sul quale sono stati montati gli strumenti per applicare la tecnologia Vibroseis.

Di cosa si tratta? Di piastre, messe nella parte inferiore del veicolo, che appoggiate sul terreno, provocano delle vibrazioni, che riescono a dare un profilo sismico del territorio. Un dettaglio del sottosuolo, fino a una profondità di tremila metri, che consente di individuare in maniera dettagliata le strutture geologiche e le faglie o sistemi di faglie presenti nel sottosuolo, in modo da poter ubicare al meglio il pozzo esplorativo.

La ricerca sarà fatta in tre fasi, durerà tredici mesi e avrà un costo complessivo di 220mila euro.

Una volta effettuati i rilievi, sui terreni verranno messi altri strumenti: geofoni collegati a stazioni periferiche di ascolto che raccoglieranno i dati “provenienti” dal sottosuolo.

La ricerca di nuove fonti geotermiche, anche fuori dal territorio tradizionale dell’alta Valdicecina, si rende necessario, perché cercare le fonti energetiche rinnovabili ed eco-compatibili, negli ultimi anni, sta assumendo sempre maggiore interesse.

L’obiettivo di questa ricerca e quello di trovare potenziali serbatoi geotermici a media entalpia con temperature attese di circa (120º-150ºC) da sfruttare per la produzione di energia elettrica.

Oltre ai contributi destinati a questo settore (come diciamo nel box qui sotto), in questi ultimi anni la produzione di energia elettrica dal geotermico è rimasta stabile. E in futuro si prevede un incremento della produzione di energia termica (in termini tecnici dalla media e bassa entalpia) e di energia elettrica «attraverso – dice la relazione presentata ai Comuni – l’utilizzo di macchine che riescono a produrre energia elettrica anche da fluidi geotermici e media e bassa entalpia con temperature essenzialmente comprese tra i 90ºC e i 150ºC».