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Si spengono le luci del pianeta per accendere l’attenzione sulla terra: tutto pronto per l’Earth Hour

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Sabato 23 marzo è l’Ora della Terra del Wwf. E’ il settimo anno consecutivo che la più grande mobilitazione globale per fermare il cambiamento climatico spegnerà simbolicamente le luci del pianeta in quella che il Wwf definisce una suggestiva “ola di buio” attraverso tutti i fusi orari.

Fonte: Greenreport

Autore: Gianfranco Bologna

In questi ultimi giorni si è celebrata la prima giornata mondiale delle Foreste il 21 marzo, la giornata mondiale dell’acqua il 22 e si celebrerà Earth Hour per il clima il 23. Tre grandi tematiche ambientali e sociali planetarie che riguardano il nostro oggi e il nostro domani e che sono strettamente interconnesse tra di loro. Tre grandi tematiche per la sostenibilità del nostro futuro che ancora non registrano quell’impegno deciso e necessario, in primis da parte dell’intervento politico che sarebbe necessario e che potrebbe impostare una nuova strada per i nostri modelli di sviluppo socio-economici.
Nella giornata mondiale per le foreste, la FAO e l’UNEP, il programma ambiente delle nazioni Unite, chiedono con forza che nel dibattito per i nuovi indicatori aggiornati del Millennio che dovranno essere approvati entro il 2015, vi debba essere assolutamente l’indicazione del target della deforestazione illegale zero ( Zero Illegal Deforestation).
Già nel 2011, anno internazionale delle foreste, il WWF ha reso noto un rapporto sullo stato ed il futuro delle foreste nel mondo (vedasi www.panda.org ). Il primo capitolo del Report WWF, intitolato "WWF Living Forests Report" è dedicato a "Forests for a Living Planet". Il documento WWF analizza le cause della deforestazione e identifica le opportunità per passare dall’attuale distruttivo mercato attuale del legno e dei suoi derivati ad un nuovo modello di sostenibilità di cui possono beneficiare governi,imprese e comunità locali.
L’analisi Wwf è basata su di un modello, il Living Forest Model elaborato con il prestigioso Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) di Laxenburg in Austria (alla cui fondazione contribuì significativamente anche il nostro Aurelio Peccei, fondatore e presidente del Club di Roma sino alla sua scomparsa, il sito dello IIASA è www.iiasa.ac.at ) , dove si dimostra che se non si interviene subito, oltre 230 milioni di ettari di foresta scompariranno entro il 2050. Il rapporto propone un’alleanza tra responsabili politici e le imprese per un Obiettivo Zero di deforestazione e di degrado forestale (ZNDD, Zero Net Deforestation and Forest Degradation) entro il 2020, che deve diventare per l’intera comunità internazionale un punto di riferimento innovativo per evitare pericolosi cambiamenti climatici e ridurre la perdita di biodiversità. Questo rappresenta il target più significativo da prendere nell’ambito del dibattito che condurrà ai nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile del Millennio (Sustainable Development Millennium Goals).
Deforestazione e degrado zero delle foreste entro il 2020 equivale a non eliminare più nessuna area forestale nel pianeta e mantenere inalterata la qualità delle foreste. In questo ambito è del tutto evidente che piantare nuove foreste ‘monocolturali’, non rappresenta certo una compensazione per la perdita della foresta tropicale originaria. Per raggiungere l’obiettivo Zero deforestazione bisogna ridurre quasi a zero la perdita di foreste naturali o semi-naturali, che dovrebbe quindi progressivamente continuare a declinare dagli attuali 13 milioni di ettari l’anno
L’Italia gioca uno dei ruoli principali nel mercato internazionale del legname e dei suoi prodotti. Per la nostra industria l’approvvigionamento di legname dall’estero proviene da molti paesi tropicali come Indonesia, Malesia, Congo, Camerun, Gabon, Brasile, Bolivia, Argentina. L’Italia è anche uno dei primi importatori di prodotti legnosi dal bacino del Congo, il primo mercato europeo per il legno camerunense, uno dei principali mercati per il ramino delle ultime foreste del sudest asiatico, un legno morbido utilizzato principalmente per battiscopa e cornici.
A fronte di una presenza così importante nel mercato mondiale del legname di fatto il nostro è ancora un paese poco "responsabile" in termini di partecipazione alla sostenibilità del mercato dei prodotti forestali, ovvero, poche imprese che hanno concessioni all’estero hanno avviato il processo di certificazione FSC.
Questo scenario non ci garantisce dall’importazione di legname e prodotti del legno illegali, frutto della deforestazione delle ultime foreste primarie del Pianeta. L’Italia, infatti, risulta al quarto posto in Europa tra i paesi che importano legname ‘illegale’, dopo Finlandia, Gran Bretagna e Germania, secondo l’analisi redatta dal WWF Germania nel 2008 sul rischio ‘illegalità’ nel mercato europeo di prodotti forestali.
In occasione della giornata internazionale sulle foreste il Wwf ha ricordato che le foreste costituiscono il luogo in cui si trova più dell’80% della biodiversità presente sulle terre emerse, che oltre il 40% dell’ossigeno planetario viene prodotto dalle foreste tropicali e che esse hanno un ruolo importantissimo negli equilibri dinamici dell’ossigeno, dell’anidride carbonica, e dell’umidità nell’aria, che più del 20% delle emissioni globali di gas climalteranti risultano dalla deforestazione e dalla degradazione forestale, che le foreste del mondo riescono a sequestrare 289 miliardi di tonnellate di carbonio nella loro biomassa, che circa 1,6 miliardi di esseri umani dipende dalle foreste per il loro sostentamento quotidiano, che le foreste tropicali garantiscono il servizio dell’impollinazione agricola per un valore stimato in 12 miliardi di dollari Usa ogni anno.
In occasione della giornata internazionale delle foreste la Fao ha reso noto anche uno specifico rapporto "The State of Mediterranean Forests" (vedasi il sito www.fao.org dal quale si può anche scaricare il rapporto).
La crescita della popolazione nell’area mediterranea dovrebbe passare dai circa 500 milioni oggi presenti ai 625 milioni previsti per il 2050. Questo incremento comporterà una maggiore pressione sulle foreste e sui regimi idrici, mentre la situazione climatica dell’area ha fatto registrare un incremento della temperatura media di 1°C durante il 20° secolo mentre le precipitazioni sono scese di circa un 20% in certe aree del Mediterraneo.
Le foreste del Mediterraneo sono ricche di biodiversità, infatti l’area mediterranea è stata classificata come un hotspot per la biodiversità; non a caso vi sono più di 25.000 specie di piante presenti rispetto alle circa 6.000 presenti nelle foreste del centro e nord Europa.
Inoltre costituiscono anche un significativo serbatoio di carbonio. Nel 2010 esse hanno stoccato quasi 5 miliardi di tonnellate di carbonio che rappresentano l’1.6% delle capacità globali di stoccaggio delle foreste nel mondo. Le foreste mediterranee sono molto importanti anche perché forniscono significativi servizi eco sistemici come i regimi idrici, la regolazione del clima, la disponibilità di legname e dei prodotti non legnosi ecc.
Mentre ci si sta preparando per l’Ora della Terra (Earth Hour) sul web cittadini, istituzioni, imprese e personaggi del mondo dello spettacolo si stanno ‘sfidando a salvare il mondo’ per diffondere stili di vita sostenibili all’insegna dell’ "I will if you will – Io farò se tu farai", una piattaforma online che l’anno scorso ha coinvolto 4,6 milioni di persone in circa 10.000 sfide a beneficio del pianeta.
Dalle 20.30 del 23 marzo prossimo (con l’evento centrale che avrà luogo a Piazza di Spagna a Roma), l’Ora della Terra lascerà quindi al buio monumenti, luoghi simbolo, sedi istituzionali, uffici, imprese e abitazioni private di tutto il mondo, per coinvolgere tutti i livelli della società nei cambiamenti concreti che possono garantire il futuro della vita sul pianeta e il benessere dell’uomo, contro un cambiamento climatico sempre più devastante che promette di trasformare il 2013 uno degli anni più caldi di sempre minacciando ecosistemi, specie e la vita di milioni di persone (scheda in coda). Centinaia gli eventi e le iniziative speciali sul web e nelle migliaia di città coinvolte: per l’Italia tutti i programmi sono su www.wwf.it/oradellaterra.
A Malmo, in Svezia, la giuria internazionale del concorso City Challenge (la sfida delle città) ha, nel frattempo, già assegnato il titolo di "capitale Earth Hour City Challenge 2013" alla canadese Vancouver, riconoscimento per Piani e Programmi per il Clima e l’Energia: le sue azioni innovative in materia di cambiamento climatico e sviluppo sostenibile, oltre a ridurre l’impatto ambientale della città, hanno reso più piacevole l’ambiente urbano migliorando la qualità di vita dei residenti attuali e futuri. Tra le 17 finaliste del concorso, promosso dal WWF Svezia e realizzato con la collaborazione di ICLEI (Local Government for Sustainability), c’erano anche la città di Forlì e la Provincia di Siena, oltre a Nuova Delhi in India, Oslo in Norvegia, Uppsala in Svezia, e San Francisco negli Stati Uniti.
La maratona a luci spente di Earth Hour inizierà nelle isole del Pacifico alle 8.30 di sabato ora italiana per terminare 24 ore dopo alle Isole Cook, già drammaticamente colpite dai cambiamenti climatici per l’innalzamento del livello del mare che minaccia ecosistemi e comunità. Dall’Opera House di Sydney che si colorerà di verde, passando per l’edificio più alto del mondo, il Burj Kalifah, alle torri KLCC di Kuala Lumper alla Torre Eiffel a Parigi, dalle meravigliose Cascate del Niagara, all’Empire State Building al Parlamento del Regno Unito e la Porta di Brandeburgo a Berlino, i monumenti più famosi del pianeta si stanno unendo alla più grande azione volontaria al mondo, che l’anno scorso è riuscito a coinvolgere oltre 2 miliardi di persone in 7000 città e 152 Paesi del mondo.