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Shams I: l’impianto fotovoltaico extra large degli Emirati Arabi Uniti

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Negli Emirati Arabi amano fare le cose in grande e ottenere primati nelle imprese che realizzano: l’ultima opera è una centrale solare che si estende per due chilometri e mezzo quadrati nel deserto.

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

Shams I, che in lingua araba significa sole, è un impianto solare a concentrazione inaugurato domenica 17 marzo dagli sceicchi degli Emirati Arabi Uniti (EAU) a Madinat Zayed, alle porte della capitale Abu Dhabi. 

A tagliare il nastro è stata Sua Altezza Sheikh Khalifa bin Zayed al-Nahayan che è anche presidente dal 2004 degli Emirati.

Una pietra miliare per la diversificazione economica del Paese –lo ha definito lo sceicco Khalifa Al Nahayan- ed un passo avanti verso il raggiungimento di una sicurezza energetica a lungo termine».

E’ il più grande impianto solare mai realizzato in Medio Oriente: occupa una superficie di 2,5 chilometri quadrati e dispone di 768 collettori parabolici, e, con una potenza totale pari a 100 MW, sarà in grado di soddisfare il fabbisogno elettrico di circa 20.000 abitazioni.

Anche l’investimento è proporzionato: Shams I (che è stato costruito in tre anni da un consorzio internazionale, composto dalla locale Masdar (60%), la francese Total (20%) e dalla spagnola Albengoa (20%)), è costato 460 milioni di euro. La stessa joint venture che l’ha realizzato opererà nell’impianto e si occuperà della sua manutenzione.

La sfida è con l’Arabia Saudita che ha iniziato un percorso parallelo, che dovrebbe portarla tra due anni al completamento di un impianto con investimenti che sfiorano il miliardo di euro.

La diversificazione delle fonti è dunque un obiettivo non solo europeo: nonostante gli Eau siano tra i principali esportatori di petrolio, con la messa in funzione di Shams I, negli Emirati si concentra adesso il 68% della capacità energetica solare della regione del Golfo, il 10% di quella mondiale. Inoltre, poiché l’energia tramite l’impianto solare a concentrazione viene prodotta nei momenti di picco della domanda, gli Emirati Arabi Uniti sono in grado di ridurre la necessità del ricorso ai generatori di riserva.

«Ciò che sta avvenendo -ha commentato Adnan Amin, segretario generale dell’Agenzia Internazionale per le Energie Rinnovabili (IRENA) creata nel 2011 e che ha sede ad Abu Dhabi- dimostra che il Medio Oriente non sarà considerato solo uno dei maggiori produttori ed esportatori di greggio ma tra i principali esportatori ed esperti in energie rinnovabili al mondo».

«Condividiamo la visione di Abu Dhabi che pone per il futuro le energie rinnovabili al fianco di quelle fossili -ha detto Christophe de Margerie, presidente e amministratore delegato di Total- e ha aggiunto: «Total è oggi leader mondiale nel settore dell’energia solare. Per questo, siamo lieti di accompagnare l’Emirato nella diversificazione del mix energetico».

L’impianto solare a concentrazione utilizza la tecnologia a specchio parabolico: su Shams 1 vi sono più di 258.000 specchi montati su 768 collettori parabolici. Il calore prodotto dalla luce solare viene concentrato su tubi a olio fluido, che producono vapore con il quale viene azionata una turbina che genera energia elettrica. Il progetto comprende anche un sistema di raffreddamento a secco che riduce in modo significativo il consumo di acqua un vantaggio fondamentale nel deserto arido della parte occidentale di Abu Dhabi.

«Il Medio Oriente detiene quasi la metà del potenziale di energia rinnovabile al mondo –ha dichiarato Santiago Seage, CEO di Abengoa SolarLa regione ha bisogno di più progetti come Shams 1, e non vediamo l’ora di allargare i nostri confini energetici in futuro»