I Seu (Sistemi efficienti di utenza) costituiscono senza dubbio una dei mezzi più promettenti per supportare la salute del fotovoltaico italiano post incentivi. Si tratta di un modello di business che permette di vendere l’energia a un utente (soprattutto piccola industria e terziario) producendola direttamente presso lo stesso, garantendogli un risparmio in bolletta grazie all’esenzione dagli oneri in bolletta. Restavano però aperti dubbi importanti sulla sua praticabilità, proprio in relazione al dovuto o mancato pagamento di tali oneri. Con la pubblicazione, lo scorso dicembre, della delibera 578/2013 dell’Autorità per l’Energia elettrica e il gas – molto attesa da parte degli operatori – cui dovranno seguire entro fine marzo le regole operative da parte del Gse, sono stati chiariti questi e altri punti critici fondamentali. Anche se restano alcuni elementi di incertezza per il futuro, questa strada – comunque già praticata nei fatti – diventa così percorribile con maggiore fiducia.
«L’applicazione dei Seu rappresenta una grande opportunità che permetterà a molte aziende di pagare meno l’energia elettrica, rendendole più competitive. Autoconsumo e generazione distribuita potranno trovare finalmente il loro dovuto sviluppo a beneficio del sistema elettrico, abilitando allo stesso tempo l’ammodernamento della rete», ha commentato Emilio Cremona, presidente di Anie-Gifi, presso un seminario sul tema organizzato dall’associazione delle imprese fotogvoltaiche italiane in febbraio a Milano.
I Seu sono sistemi alimentati da impianti a rinnovabili o da cogenerazione ad alto rendimento, con potenza fino a 20 MW, gestiti da un solo produttore, che può essere anche diverso dal cliente finale, realizzati all’interno di un’area di proprietà o nella piena disponibilità del cliente stesso. Il vantaggio economico è legato al fatto che, essendo l’energia prodotta e consumata all’interno del Seu esente dagli oneri della rete di trasmissione-distribuzione e dagli oneri generali di sistema, queste configurazioni garantiscono elettricità a tariffe inferiori rispetto a quella prelevata dalla rete pubblica, mentre il produttore può venderla a un prezzo superiore a quello del mercato elettrico. Si rende così possibile, in un’ampia varietà di situazioni, fare fotovoltaico non incentivato, ossia in grid parity.
«L’applicazione dei Seu rappresenta una grande opportunità che permetterà a molte aziende di pagare meno l’energia elettrica, rendendole più competitive. Autoconsumo e generazione distribuita potranno trovare finalmente il loro dovuto sviluppo a beneficio del sistema elettrico, abilitando allo stesso tempo l’ammodernamento della rete», ha commentato Emilio Cremona, presidente di Anie-Gifi, presso un seminario sul tema organizzato dall’associazione delle imprese fotogvoltaiche italiane in febbraio a Milano.
I Seu sono sistemi alimentati da impianti a rinnovabili o da cogenerazione ad alto rendimento, con potenza fino a 20 MW, gestiti da un solo produttore, che può essere anche diverso dal cliente finale, realizzati all’interno di un’area di proprietà o nella piena disponibilità del cliente stesso. Il vantaggio economico è legato al fatto che, essendo l’energia prodotta e consumata all’interno del Seu esente dagli oneri della rete di trasmissione-distribuzione e dagli oneri generali di sistema, queste configurazioni garantiscono elettricità a tariffe inferiori rispetto a quella prelevata dalla rete pubblica, mentre il produttore può venderla a un prezzo superiore a quello del mercato elettrico. Si rende così possibile, in un’ampia varietà di situazioni, fare fotovoltaico non incentivato, ossia in grid parity.
L’adozione dei Seu richiede però un nuovo approccio all’approvvigionamento energetico da parte delle imprese e nuove strategie da parte degli operatori. I clienti ideali, sottolinea Anie-Gifi, sono quelli con un profilo temporale di consumo che coincida il più possibile con la produzione dell’impianto fotovoltaico, come ad esempio centri commerciali e supermercati, che consumano molta elettricità nel corso delle ore diurne. Ma anche molte aziende industriali non necessariamente energivore secondo la definizione classica, ma per le quali l’energia elettrica è una voce importante dei costi di produzione, e quindi della loro competitività complessiva. Con i Seu – spiega una nota ufficiale del Gifi – non si tratta solo di installare un impianto, ma di realizzare un intervento su misura per il cliente, studiandone i consumi e abbinando il fotovoltaico ad altre soluzioni che ottimizzino il profilo in rapporto alla produzione del solare. È qui che entra in gioco il rapporto tra il solare e le altre tecnologie energy smart.
«Sempre di più l’impianto fotovoltaico dovrà essere concepito all’interno di un intervento organico sui consumi di un utente – sia esso residenziale, terziario o industriale – che coinvolga anche altre soluzioni: dalle pompe di calore per la climatizzazione, all’illuminazione efficiente, ai sistemi di building automation, fino alla ricarica per veicoli elettrici, il tutto supportato da sistemi di accumulo dell’elettricità autoprodotta», ha spiegato Luca Zingale, direttore scientifico di Solarexpo – The Innovation Cloud (evento che si terrà a Milano dal 7 al 9 maggio). Secondo Zingale gli operatori del fotovoltaico dovranno sapersi adattare al cambiamento: fare solare vorrà dire sempre meno vendere un prodotto e sempre di più fornire un servizio: al centro ci dovrà essere il cliente con i suoi consumi, da analizzare e rimodellare in maniera intelligente.