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Senza padre l’emendamento ammazza rinnovabili: anche Zanonato contrario

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Ma allora chi lo ha messo nella Legge di Stabilità?

Gli Ecodem: «Pronti a fare le barricate, Italia paese leader del settore»

Fonte: Greenreport

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L’introduzione nella Legge di Stabilità e nel maxiemendamento governativo  di una forma di “capacity payment” per le centrali termoelettriche, finanziato anche dal contributo delle fonti pulite, non va giù a (quasi) tutti gli ambientalisti ed alle associazioni di categoria delle rinnovabili che hanno trovato una sponda nel Partito democratico.
In una nota congiunta, i deputati Ecodem Alessandro Bratti, Chiara Braga, Susanna Cenni, Luigi Dallai, Silvia Fregolent, Raffaella Mariani e Giorgio Zanin scrivono: «La norma nella Legge di Stabilità approvata dal Senato che penalizza le rinnovabili sarà modificata alla Camera. In questi anni il mercato delle rinnovabili non solo ha creato aziende, fatturato e posti di lavoro, in una fase di grave recessione, ma ha permesso all’Italia di sviluppare tecnologie, ricerca, esperienze e capacità a livello mondiale. Le nostre imprese sono infatti oggi presenti in numerosi paesi, dal Medio Oriente all’Africa. Di criticità che hanno appesantito le bollette energetiche, nel corso degli anni, ce ne sono state tante, ma è impensabile vanificare ora gli sforzi dei cittadini verso un comparto che rappresenta un volano, presente e futuro, per l’economia sostenibile e l’occupazione di qualità. L’emendamento approvato al Senato verrà cambiato, siamo pronti a fare le barricate».
Sarà anche per questo che, dopo essere stato tirato a lungo per la giacchetta ed aver battibeccato con Legambiente,  oggi è finalmente intervenuto il  ministro dello sviluppo economico, Flavio Zanonato, che ha detto: «Sono assolutamente contrario a quell’emendamento. Penso con il ministro Orlando di portare in Parlamento questa mia opinione perché venga eliminato quell’emendamento dalla finanziaria».
A questo punto l’emendamento è più figlio di nessuno  e soprattutto non si sa chi sia il padre e la madre che lo ha partorito e inserito nella Legge di stabilità. Quale sia la manina che ha messo nella Legge di Stabilità un provvedimento che non piace ai ministri interessati.
Così Ermete Realacci, presidente della Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, può dire: «Se il Ministero dello Sviluppo Economico non parla con lingua biforcuta esprimendo, come già fatto dal ministro Orlando, contrarietà sull’emendamento alla Legge di Stabilità approvato al Senato che introduce una forma di capacity payment per le centrali termoelettriche – finanziato dal contributo di tutte le fonti di energia, rinnovabili incluse, ai costi di mantenimento in sicurezza del sistema elettrico -, ci sono tutte le condizioni per cambiarlo nel passaggio alla Camera».