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Seconda Conferenza Nazionale sulle Rinnovabili Termiche: l’energia non è solo quella elettrica

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Circa un terzo del fabbisogno energetico è rappresentato dall’energia termica, necessaria per riscaldamento e raffrescamento di ambienti, per processi industriali e per refrigerazione conservativa sui cui la geotermia di media e bassa temperatura potrebbe avere un ruolo strategico data la sua ubicazione su vaste aree del Paese.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

Quando si parla di energia si fa spesso riferimento all’energia elettrica quando gran parte del fabbisogno totale è rappresentato, invece, da quello termico.

In Europa – secondo i dati di Assosolare -ben il 49% dei consumi finali riguarda l’energia termica, di cui il 34% è calore a bassa temperatura e il 61% dei fabbisogni totali di calore alle basse temperature riguarda il settore residenziale.

Un fabbisogno che attualmente è soddisfatto in larga parte dal metano che copre circa il 60%.

La seconda Conferenza Nazionale sulle rinnovabili Termiche, organizzata a Roma il 19 e 20 aprile da Gli Amici della Terra ha messo a tema l’esigenza di riformare il sostegno a questo settore delle rinnovabili e all’efficienza energetica per raggiungere gli obiettivi europei, alleggerire la bolletta energetica e creare occupazione.

Solare termico e termodinamico, usi diretti di fluidi geotermici; pompe di calore aerotermiche, idrotermiche e geotermiche; caldaie a biomasse solide, liquide e gassosse; cogenerazione a biomasse; reti di teleriscaldamento. Sono questi gli ambiti in cui si articola il nuovo macro-settore delle tecnologie per il riscaldamento e il raffrescamento alimentate con fonti rinnovabili, istituito dalla Direttiva 2009/28/CE, recepita in Italia col Dlgs 28/2011.

Un settore di cui si parla poco e quindi poco noto all’opinione pubblica ma che, secondo i Piani del Governo, deve contribuire per il 44% all’obiettivo nazionale di energia da rinnovabili al 2020. Un apporto consistente quindi quello dell’energia termica anche se spesso il dibattito politico e pubblico si è concentrato più sulle energie rinnovabili per produrre elettricità.

Su questo settore si è invece concentrata la Seconda Conferenza Nazionale sulle Rinnovabili Termiche, con le relazioni introduttive di Andrea Molocchi, Responsabile studi dell’Associazione Amici della Terra, Mario Cirillo, Economista del REF, e Giuseppe Tomassetti, Vicepresidente di FIRE, volte a mettere a tema il contributo delle fonti rinnovabili termiche al conseguimento dell’obiettivo nazionale.

Un settore che si basa su un’industria già radicata in Italia, articolata su diverse filiere (termo-idraulica, termo-meccanica, condizionamento, agro-industria, etc.), con un enorme potenziale di fonti da sfruttare sul territorio a partire dalla bassa entalpia geotermica e con la prerogativa di favorire una maggiore efficienza nei processi, nei consumi energetici dell’edilizia e nel riutilizzo dei residui agro-industriali.

Nella sede della Conferenza sono stati allestiti anche spazi espositivi delle aziende della filiera delle rinnovabili termiche che hanno potuto esporre le proprie soluzioni in materia di raffrescamento e di riscaldamento.

Obiettivo dell’evento era quello di diffondere la conoscenza delle principali tecnologie a rinnovabili termiche, evidenziando il loro potenziale applicativo e di diffusione sul territorio, la loro convenienza economica e gli ulteriori benefici per la collettività.

Solo per quanto riguarda il settore geotermico ad esempio, il Manifesto della Geotermia pubblicato recentemente dall’UGI (Unione Geotermica Italiana) indica che le risorse di media e bassa temperatura (<150 °C), che si prestano al prevalente utilizzo come fonte di calore sono ubicate su vaste aree del territorio nazionale. In base alle sue caratteristiche geologiche, dunque, l’Italia è un Paese a forte vocazione geotermica, per cui il suo potenziale potrebbe essere valorizzato molto più di quanto fatto fino ad ora, il cui principale sfruttamento è stato quello delle risorse di alta temperatura per la produzione di energia elettrica.

Le applicazioni dirette della geotermia hanno quindi prospettive di crescita decisamente più ampie di quelle sopra indicate per la produzione di energia elettrica.

Per valorizzare le risorse geotermiche di media e bassa temperatura – segnala il Manifesto dell’UGI – è indispensabile coinvolgere le categorie professionali esperte nel reperimento di fluidi caldi naturali, nello studio dei poli di consumo dell’energia, nella progettazione di impianti termici e di reti di distribuzione del calore agli utenti, e nei problemi di tutela dell’ambiente.
Ed è altrettanto necessario impostare e condurre una fitta campagna nazionale di informazione pubblica volta a far maturare una diffusa presa di coscienza sulle possibilità offerte dalla geotermia per ridurre le emissioni in atmosfera di gas ad effetto serra e di particolati dannosi alla salute, nonché di contribuire a diminuire il deficit della bilancia dei pagamenti nel comparto energetico.

Anche questi temi sono stati discussi alla seconda conferenza nazionale sulle rinnovabili termiche, per approfondire e informare sui contenuti del recente Decreto rinnovabili e consultare le associazioni degli operatori sulle loro proposte riguardanti i decreti attuativi sulle rinnovabili termiche ed evidenziare le relazioni fra nuovo conto energia per le fonti rinnovabili termiche e meccanismo vigente delle detrazioni fiscali del 55% per interventi di efficienza energetica nell’edilizia.