Con il sottotitolo “Quindici storie per ripartire”, l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, presenta in uno splendido volume corredato delle foto di Ottavio Celestino una serie di intraprese e di iniziative che, con il determinante contributo della stessa Invitalia, possono fare ben sperare per il futuro del nostro Paese.
Una di queste iniziative, coraggiosa e lungimirante, è stata realizzata in Sicilia, a Palermo, presso il Palazzo dei Normanni, “…un edificio che ha duemila anni di storia e che custodisce un gioiello che tutto il mondo ci invidia”, riportando le parole del Responsabile Unico del Procedimento, l’ing. Giulio Cavasio. Come già anticipato dal QdS, è stato installato un impianto geotermico a bassa entalpia che, perforando 50 pozzi geotermici ed installando trenta chilometri di tubazioni, assicurerà alla struttura una fonte di energia sicura, perenne, ecosostenibile.
Il “datore di lavoro”, dott. Paolo Modica de Mohac, evidenzia che “…Se è possibile introdurre innovazione tecnologica per l’efficientamento energetico in un sito storico-artistico di questa complessità, e con questa storia, allora sarà possibile farlo dappertutto”.
Dobbiamo pensare allora che in questa terra, patria di autolesionisti e disfattisti, per una volta si possa essere considerati un esempio trainante, un riferimento per quanti volessero percorrere questa strada coraggiosa ed erta? Ovvero si tratta solo di una congiuntura favorevole degli astri che una volta ogni mille anni consente l’avverarsi di eventi eccezionali, l’avvento del Messia.
Vediamo di cosa si tratta, in dettaglio, per poi giungere alle conclusioni che ciascuno potrà trarre.
Un edificio monumentale, della vastità e complessità qual è il Palazzo dei Normanni di Palermo, si affidava per il suo controllo delle condizioni climatiche ambientali (leggasi: riscaldamento e condizionamento) ad apparecchiature funzionanti esclusivamente con energia elettrica prelevata dalla rete distributrice, con i costi che facilmente si possono immaginare.
Pensare delle alternative convincenti e convenienti richiedeva una serie di doti rare e concomitanti: richiedeva immaginazione e fantasia; richiedeva coraggio leonino; richiedeva disponibilità di fondi; richiedeva competenza progettuale e direttiva; richiedeva la presenza di esecutori di alta specializzazione ed elevata affidabilità. Un’ipotesi alternativa, allo stesso tempo sostanzialmente conveniente in termini economici e totalmente ecosostenibile, era costituita dalla realizzazione di un sistema di sonde geotermiche a bassa entalpia.
Questa soluzione però necessitava di fondi consistenti con cui realizzare le numerose trivellazioni in cui inserire le sonde geotermiche che sarebbero state attraversate dal liquido che avrebbe consentito alla madre terra di venire in soccorso delle estenuate casse dell’Assemblea regionale.
Richiedeva il leonino coraggio cui prima si faceva cenno per pensare di trivellare come un groviera parchi e cortili di un edificio di tale rilevanza, di attraversare sale, di montare cortili. Richiedeva delle competenze specifiche progettuali rare e lungimiranti. Richiedeva degli esecutori e delle maestranze competenti ed affidabili molto aldilà della media.
Una dirigenza illuminata e di ampie vedute faceva propria una proposta che il capace staff di progettazione aveva redatto, analizzando in dettaglio gli aspetti ingegneristici ed impiantistici, le complesse problematiche architettoniche ed ambientali, gli aspetti più squisitamente geologici.
Era a questo punto che interveniva la lungimiranza tecnico-finanziaria di Invitalia che accettava la proposta e concedeva i relativi finanziamenti.
Si poteva quindi procedere nella gara d’appalto che si concludeva con l’affidamento dei lavori ad un’azienda che, con un raro capitale alle spalle d’esperienza nella realizzazione d’impianti termici, elettrici e di telecontrollo, anche in ambienti particolarmente a rischio, quali industrie, camere bianche, sale operatorie, affrontava l’esecuzione delle opere avvalendosi di personale altamente qualificato, sotto la guida ferma di una capace e competente direzione dei lavori.
Allo stato dei fatti, tutte le opere, che richiedevano abilità e coraggio, sono state portate a termine; si potrebbe dire migliorando lo stato dei luoghi rispetto al preesistente, dato che la progettazione si era rivelata talmente lungimirante da consentire una certa riqualificazione ambientale.
Sotto la pavimentazione del cortile esterno di Palazzo dei Normanni giacciono, in verticale o in orizzontale, chilometri e chilometri di tubazioni plastiche di elevatissima qualità, tanto da poter essere pomposamente definite “eterne”.
Le tubazioni sono state sottoposte a severi collaudi, prima dell’installazione in fabbrica e successivamente all’installazione, in situ.
La nuova pompa di calore geotermica è serenamente e discretamente posizionata senza produrre alcun impatto ambientale negativo.
Ci si avvia a gestire il prezioso complesso architettonico con minime richieste di energia elettrica al distributore, garantendo un funzionamento sicuro e dei consumi sostanzialmente ridimensionati.
Se si pensa che contemporaneamente e parallelamente si è condotta un’analoga iniziativa presso la vicina ex Chiesa dei SS Elena e Costantino. Ebbene, la dirigenza è siciliana, che più siciliana non si può. L’equipe di progettazione e di direzione dei lavori, nonché il Responsabile Unico del Procedimento sono tutti indiscutibilmente siciliani.
L’azienda esecutrice è siciliana, e lo resta anche quando coordina operatori di diversa estrazione.
Per concludere: “Una storia di successo per far ripartire il Paese” possiamo dire assieme ad Invitalia. Ovvero, siamo talmente abituati agli insuccessi da continuare anche in questo caso ad alimentare il “cupio dissolvi” di questa terra, così generosa con gli altri ma così severa con se stessa?