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S. Rossore, Bramerini: «Sostenibilità spesso tema troppo salottiero»

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E per il suo collega Baronti, con delega alla Ricerca, università e politiche abitative, c´è il «rischio settorialismo»

Fonte: Greenreport.it

Autore: Riccardo Mostardini

La
sostenibilità in Italia «rischia di essere solo un tema
salottiero», a causa della poca ricerca e dei troppi tabù
ideologici. Così l’assessore all’Ambiente della Toscana,
Annarita Bramerini, nel suo intervento alla tavola rotonda “Scienza,
governo, cittadini, soluzioni, scelte, stili di vita” che ha avuto
luogo nella giornata conclusiva del meeting di S. Rossore, venerdì
scorso.

Secondo
Bramerini, «l’impressione è che abbiamo rinunciato al merito,
rinunciando a dare alle nuove generazioni gli stessi strumenti che
hanno i giovani degli altri paesi del mondo (..). Noi facciamo
educazione ambientale nelle scuole, ma mentre in Germania ai bambini
viene insegnato fin da piccoli a differenziare i rifiuti, spiegando
loro che la parte non riciclabile deve essere impiegata per produrre
energia, da noi questo argomento è ancora un tabù».

Altro
pregiudizio citato dall’assessore è quello relativo al rapporto
tra energie rinnovabili e paesaggio: «nella nostra regione lo
sviluppo delle fonti rinnovabili sembra, per alcuni, contrastare con
l’idea di una Toscana da cartolina: la Toscana è un brand
potentissimo, ma la bellezza del duo paesaggio deve essere tutelata
senza diventare un limite alle nostre possibilità di sviluppo
sostenibile».

Sul
sostegno economico alle Fer, Bramerini ha infine sostenuto di aver
«destinato 50 milioni di euro, di provenienza europea, a tutte
quelle imprese e pubbliche amministrazioni che investiranno in fonti
rinnovabili e sistemi per aumentare la propria efficienza energetica.
Ma abbiamo voluto anche investire sul futuro, finanziando la ricerca
applicata con altri 10 milioni di euro riservati a progetti
presentati insieme da università e imprese».

Di
sostenibilità come una «sfida che si insegue affrontandola nel suo
insieme» ha invece parlato, nel suo intervento, l’assessore
regionale alla Ricerca, università e politiche abitative, Eugenio
Baronti. Secondo Baronti, «questo modello di sviluppo e di consumi
proprio non va. Lo dicono i numeri. Ma per cambiarlo serve un
approccio globale e dobbiamo lavorare sui comportamenti e gli stili
di vita, collettivi e singoli. Serve un percorso di partecipazione
per vincere ritrosie e diffidenze ed educare i cittadini, ma anche i
produttori, ad essere responsabili e consapevoli. Non basta una legge
o un´ordinanza. Servono progetti integrati, perché l´errore più
grande che potremmo commettere è quello di insistere col vizio del
settorialismo».

Riguardo
al tema specifico dell’edilizia, Baronti ha auspicato
l’instaurazione di «una nuova cultura dell´abitare e del
costruire, capace di mettere insieme ecoefficienza e risparmio
energetico, vivibilità e socialità». Secondo quanto riportato
dall’agenzia della Regione, l’assessore ha poi sostenuto che la
politica deve farsi portavoce di buone pratiche, con la
consapevolezza che una rivoluzione culturale vera, come quella della
sostenibilità, deve essere affrontata dal livello più basso a
quello più alto, dal Comune all´Europa.

Ora,
al di là della parte finale dell’intervento di Baronti (che lascia
perplessi, poiché la politica ha prima di tutto il compito di
governare – anche e soprattutto tramite la leva economica – la
società, orientandola insieme al sistema produttivo verso la
sostenibilità ambientale e sociale, prima ancora che svolgere un pur
lodevole ruolo di «portavoce di buone pratiche») entrambi gli
interventi dei due assessori paiono condivisibili.

E’
infatti proprio la carenza di integrazione nelle politiche pubbliche
(e tra pubblico e privato) che sembra uno dei maggiori elementi
frenanti, ed è infatti fattore che entrambi gli assessori accusano
essere tra i principali ostacoli al perseguimento della
sostenibilità: Bramerini parla di “rischio tema salottiero”,
Baronti di “settorializzazione”, ma il tema è lo stesso: poca
integrazione nelle politiche, e conseguente poco radicamento delle
istanze di sostenibilità sia nella società civile, sia nel comparto
produttivo. E anche i «tabù» citati da Bramerini sembrano essere
effettivamente rintracciabili sia nel dibattito inerente al recupero
energetico, sia in quello su rinnovabili (soprattutto eolico) e
paesaggio.

Come
agire, quindi? Bramerini sostiene la necessità di proseguire sulla
strada intrapresa, che ha definito come «una nuova, buona filosofia
che concilia economia e ambiente», mentre Baronti indica nel
superamento del «vizio del settorialismo» e in una «nuova cultura
dell´abitare e del costruire» le carte da giocare.

Certo,
non è nelle dichiarazioni di intenti che si può individuare una
effettiva politica per la sostenibilità. Ma la strada sembra quella
giusta, e non va dimenticato che le “chiacchere” che ogni anno si
fanno a S. Rossore si sono poi spesso effettivamente tramutate nei
“fatti” della politica toscana. Ad esempio, secondo quanto
dichiarato dal presidente Claudio Martini a “La Nazione” in
apertura del meeting, derivano da stimoli nati a S. Rossore la legge
(69/2007) sulla partecipazione, lo status di regione Ogm-free per la
Toscana, lo stesso Piano energetico regionale.

La
prossima edizione di S.Rossore, ha annunciato Martini, sarà
focalizzata su comunicazione e internet, e il tema sarà trattato «in
termini culturali generali e anche cercando di capire qual e´ lo
spazio di intervento delle istituzioni locali». Essendo la
comunicazione, oltre che settore strategico per la società nel suo
insieme, anche comparto fondamentale per il perseguimento di uno
sviluppo sostenibile, l’auspicio è che la comunicazione ambientale
abbia l’anno prossimo un ruolo centrale.

Se
poi, in futuro, assisteremo a discussioni non necessariamente
incentrate sulla sostenibilità sociale e ambientale, ma invece
discussioni più ampie dove non ci sia bisogno di parlare
specificatamente di sostenibilità, perchè essa sarà diventata
questione centrale e imprescindibile (oltre che “integrata”) da
cui tutte le altre discenderanno, allora saremo i primi a
rallegrarci.