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Rubbia: la geotermia strategica per il futuro energetico dell’Italia

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Il premio Nobel Carlo Rubbia, intervistato prima dell’appuntamento referendario che ha bocciato di nuovo il nucleare nel nostro paese, indica la geotermia come asse strategico della prossima politica energetica.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

«L´Italia ha una potenzialità straordinaria nella zona compresa tra Toscana, Lazio e Campania, e la sfrutta in maniera molto parziale: si può fare di più a prezzi molto convenienti. Solo dal potenziale geotermico compreso in quest´area si può ottenere l´energia fornita dalle 4 centrali nucleari previste come primo step del piano nucleare. Subito e senza rischi».

Queste le parole di Carlo Rubbia, premio Nobel per la fisica nel 1984, nell’intervista rilascia a La Repubblica, pochi giorni prima del referendum che aveva tra i quesiti anche il nucleare.

Adesso che il risultato del referendum mette di nuovo nel cassetto l’ipotesi di costruire centrali nucleari nel nostro paese, è ancora del tutto valida l’ipotesi di Rubbia.

Il motivo lo svela lo stesso Rubbia, cui oltre all’invenzione del progetto pilota per il solare termodinamico si deve anche la ricerca di un nucleare alternativo a quello attuale (che utilizza il torio anziché l’uranio): passare dalle fonti fossili a quelle rinnovabili prevede una fase transitoria, in cui va ridotto sempre più il ricorso a carbone e petrolio a favore del gas e in cui è necessario accelerare fortemente su tutte le fonti rinnovabili, compresa quindi la geotermia.

Per la fase di transizione Rubbia indica, infatti: «Innanzitutto il gas, che è arrivato al 60 per cento di efficienza e produce una quantità di anidride carbonica due volte e mezza più bassa di quella del carbone: il chilowattora costa poco e le centrali si realizzano in tre anni. E poi c’è la geotermia che nel mondo già oggi dà un contributo pari a 5 centrali nucleari».

Una strategia condivisa anche dal governatore della Toscana, Enrico Rossi, che considera la scelta del nucleare «un modello contro natura, per di più difficilmente controllabile» e che indica tra le scelte che assecondano invece la natura «la geotermia, ad esempio.»

«Noi siamo la terra dell´energia alternativa e sostenibile- ha detto Rossi, commentando la dichiarazione di Rubbia- destinata a produrre sempre più benefici. Dobbiamo pensare al futuro aumentando gli incentivi per le energie pulite che invece il governo ha già ridotto mettendo in ginocchio un comparto produttivo importante che può dare lavoro a decine di migliaia di persone anche in Toscana. Non penso solo ai pannelli solari ma anche all´alta tecnologia di Power One di Terranuova Bracciolini o all´accordo tra Enel e Lampo Greengas per il recupero dell´anidride carbonica di Larderello».

Un esempio anche questo di come la ricerca continua nell’esplorare diversi filoni per ridurre i possibili impatti e per sondare anche usi alternativi a quello diretto sino ad ora sfruttato in campo geotermico.

 

Il settore più promettente è senza dubbio la bassa entalpia che sfrutta un calore limitato, utilizzando- attraverso le pompe di calore – il differenziale rispetto alla temperatura esterna.

Una tecnologia sempre più utilizzata in edilizia e non solo in nuove costruzioni.

O la media entalpia in cui si utilizzano fluidi geotermici a temperature comprese fra 100 e 250 gradi, per produrre energia elettrica in cicli binari.

Come il progetto che si sta configurando a Monterotondo Marittimo, per la realizzazione di una centrale da 640 KW elettrici che CoSviG sta portando avanti assieme a Geoenergy.

Sino alla possibilità di utilizzare il calore che viene dai vulcani; ne è un esempio il progetto messo a punto nel Tirreno meridionale per catturare l’energia di un vulcano sommerso, il Marsili. La società Eurbuilding conta di iniziare a trivellare il pozzo pilota nel 2013 usando tecniche mutuate da quelle messe a punto dall’industria petrolifera, con la differenza che in questo caso non si rischia, in caso di incidente, la fuoriuscita di petrolio in mare ma solo la perdita di acqua marina. L’obiettivo è incanalare un’acqua a 300 gradi che viene poi convogliata in una tubatura per alimentare le turbine e generare vapore.

I risultati del referendum del 12 e 13 giugno, sono quindi l’occasione per riavviare il dibattito sulle risorse naturali e sul loro uso più sostenibile (ed efficiente) possibile: un’occasione da non perdere per dare all’Italia un piano energetico nazionale vero che basandosi su un mix di fonti rinnovabili consenta al paese di uscire dalla pericolosa tanaglia delle energie fossili e del nucleare, che sono le due energie più pericolose per l’ambiente e la salute umana.