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Ristrutturazioni «Doppio bonus» per il solare

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Conto termico adatto alle piccole taglie, detrazione Irpef per gli interventi più complessi

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Andrea Curiat

Chi vuole installare un impianto solare termico sul tetto di casa può usufruire di due incentivi: i contributi del Conto termico o la detrazione Irpef del 65% prevista per il cosiddetto Ecobonus fino alla fine dell’anno.
In linea di massima, il Conto termico può risultare più conveniente per i piccoli impianti dalla potenza contenuta e riservati alla produzione di acqua calda sanitaria, senza possibilità di riscaldamento per gli ambienti. I sistemi solari di dimensioni e capacità maggiori, invece, beneficiano maggiormente della detrazione Irpef, essendo più "importanti" le cifre investite.
La scelta non è scontata. Nel primo caso, seppure il ministero stimi ritorni medi del 40% contro il 65% dell’Ecobonus, si ottengono gli incentivi in soli due anni e direttamente sul conto corrente. Nel secondo caso l’agevolazione è suddivisa in dieci anni, non è diretta ma si configura come risparmio fiscale (per cui quindi serve un’adeguata "capienza", cioè una capacità di assorbimento in base all’Irpef versata). Le preferenze dei singoli utenti sulle modalità di fruizione dei benefici risultano quindi determinanti nella decisione finale.
L’incentivo garantito dal Conto termico agli impianti solari di dimesioni inferiori a 50 mq è pari a 170 euro al metro. Sale a 221 euro per gli impianti a concentrazione, a 255 nel caso di impianti con sistema solar cooling, e raggiunge i 306 euro per impianti a concentrazione con solar cooling. La detrazione fiscale, invece, è valida solo fino alla fine del 2013 (o al giugno del 2014 per i condomini) ed è aperta esclusivamente ai soggetti Irpef o Ires titolari di un reddito. In entrambi i casi i pannelli e i bollitori devono possedere una certificazione di qualità conforme alle norme Uni En 12975 o Uni En 12976.
«Nel Sud – commenta Sergio D’Alessandris, presidente dell’associazione di categoria Assolterm – si sceglie di ricorrere al Conto termico, perché si possono utilizzare delle tipologie di impianti che costano meno. Al Nord, invece, si effettuano installazioni che costano in media un po’ di più, e quindi ha più successo la detrazione fiscale. La scelta più diffusa è quella di un impianto per la sola produzione di acqua calda sanitaria. Con una spesa compresa tra 1.500 e 5mila euro, in base alle dimensioni dell’impianto e alle esigenze di consumo delle famiglie, si può ottenere un risparmio dell’80% rispetto a una caldaia tradizionale. Se invece si opta per un sistema che integri anche il riscaldamento, i costi per questa componente della bolletta si dimezzano. La differenza di rendimenti tra un impianto al Nord o al Sud è pari al 10% circa».
Stando a una simulazione effettuata dal centro di ricerche Reseda Onlus, un impianto per la produzione di acqua calda da 3 MWh annui occupa una superficie lorda di 5,22 mq e costa 2.860 euro. Il risparmio medio annuo sulla bolletta si attesta intorno ai 300 euro, cui si sommano 887,40 euro all’anno per due anni derivanti dal Conto termico (per un totale di 1.774,80 euro, pari al 62% dell’investimento) o 185,9 euro l’anno per dieci anni come detrazione Irpef.
Ci sono poi due tipologie di impianti integrati con il riscaldamento che possono essere installati su superfici contenute, pari a circa 10 mq, e compatibili quindi con usi residenziali. Un sistema a circolazione forzata che generi 6,3 MWh annui di energia costa poco più di 10mila euro e offre un risparmio medio di 570 euro, oltre a un contributo annuo di 1.774 euro con il Conto termico o una detrazione annuo di 660 euro con l’Ecobonus. Un sistema ad assorbimento per il solarcooling permette di utilizzare l’energia anche per il condizionamento estivo. Il costo sale a 18.200 euro, con un risparmio annuo di 660 euro sulla bolletta, un contributo annuo dal conto termico di 2.660 euro circa o, in alternativa, una detrazione annua di 1.183 euro sull’Irpef.