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“Rinnovabili, senza perdere tempo”

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CHIUSDINO – Luciana Bartaletti è una che parla chiaro. Ma soprattutto preferisce agire più che parlare.
Ha coniato un metodo molto personale di fare politica, con la passione e la determinazione di chi pensa solo al suo paese e alla sua gente.

Fonte: Corriere di Siena

Autore: Sonia Maggi

Dopo dieci anni di fascia tricolore ora è presidente dell’Unione dei Comuni della Valdimerse e non perde mai di vista quanto sia importante l’ottica di una unità di intenti di gestione dei progetti. "Credo fermamente in una programmazione di arca – sostiene – e anche nello sviluppo da energie rinnovabili".

Su questo fronte però si parla e non si agisce.

"Purtroppo. Forse sarebbe meglio fare meno convegni e cominciare a realizzare progetti. Nessuno può nascondere che c’è un certo scarto fra quello che si dice e quello che realmente si fa. Se si pensa di risolvere il problema energetico solo con le rinnovabili si fa un errore. I pannelli solari contribuiscono ad abbattere Cot ma non risolvono il problema in toto, tuttavia ci consentono di sviluppare una economia integrata e questa è una scelta da cavalcare. L’agricoltura è in crisi e la si risolleva solo con la diversificazione del reddito".

Quindi lei è favorevole al fotovoltaico?

"Dicono che il fotovoltaico non crea occupazione. Ma io ritengo che questa sia una valutazione riduttiva e superficiale. Se il fotovoltaico viene collegato ad altre attività produttive alla fine permette non solo di creare occupazione ma anche risparmio, quindi i vantaggi sono evidenti. Inutile soffermasi sulle guerre fra poveri o arenarsi in inutili scogli politici. Occorre andare avanti, osare, valutare progetti e approvarli. Se si agisce in base ad una programmazione adeguata e rapportata alla produzione e alle risorse del territorio, abbiamo tutto da guadagnare".

Come presidente dei Comuni della Valdimerse ha intenzione di fare questa programmazione?

"Assolutamente, una programmazione di area".

Perché c’è ancora tanta resistenza verso le energie rinnovabili?

"Perché spesso manca il coraggio delle scelte e soprattutto non c’è cultura. Questa materia sta prendendo campo molto lentamente, non esiste formazione adeguata negli uffici tecnici e di questo passo si rischia di perdere tempo prezioso. Qualcuno dice che lo sviluppo tramite rinnovabili cambia il territorio. Sembra che il territorio sia bello solo se immobile. Io invece ritengo che ogni risorsa debba essere governata e gestita in un contesto di area vasta, con una adeguata programmazione. Torno al punto di partenza. Troppo spesso si parla di cambiamento per aumentare il proprio prestigio personale, poi però nei fatti non si mettono gli amministratori ‘periferici’ in condizioni di lavorare effettivamente e si perde tempo prezioso. L’idea è stata lanciata. Ora dobbiamo veramente mettere da parte dibattiti e convegni e diventare operativi, pur adottando tutta la saggezza e le cautele che la materia impone".