Home Geotermia News Rinnovabili: la Commissione UE chiede 38 chiarimenti sul FER1, c’è anche la...

Rinnovabili: la Commissione UE chiede 38 chiarimenti sul FER1, c’è anche la geotermia

Mentre il Governo italiano taglia gli incentivi al geotermoelettrico il Consiglio federale della Svizzera li aumenta: i costi di investimento, di esercizio e manutenzione sono infatti «più elevati per questi impianti». Cenni: «Il Governo incontri presto i sindaci geotermici e sia chiaro in materia di incentivi»

1244
0
CONDIVIDI

La Commissione UE vuole vederci chiaro sullo schema di decreto FER1, elaborato dal ministero dello Sviluppo Economico (MISE) per disegnare i nuovi e attesi incentivi volti a sostenere alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: come spiegano da Elettricità futura – la principale associazione del mondo elettrico italiano – dialogando con Quotidiano energia, Bruxelles «ha inviato ben 38 richieste di chiarimento all’Italia. E se in molti casi si tratta solo di conferme o di dettagli tecnici, non mancano alcuni punti rilevanti: l’idro, come detto, ma anche l’inclusione del FV, l’esclusione della geotermia, gli eventuali aiuti ai Ppa».

«La Commissione – commenta il presidente di Elettricità futura, Simone Mori – ha formulato diverse questioni sul Dm, tra cui quella sul mini-idro. Condividiamo ovviamente la necessità di garantire il massimo rigore nella tutela ambientale dei corpi idrici, ma pensiamo che la soluzione non possa essere quella di azzerare lo sviluppo di un modello di produzione basato su un’imprenditorialità diffusa e storicamente radicata nel territorio. Riteniamo quindi che debba essere valorizzato adeguatamente il contributo di questa tecnologia al raggiungimento degli obiettivi italiani sulla generazione rinnovabile. Questo potrà avvenire in extrema ratio anche in provvedimenti di prossima emanazione, come ad esempio il Dm Fer 2».

Si tratta di difficoltà e incertezze simili a quelle che in questi mesi sta affrontando anche il mondo della geotermia, che secondo il GSE rappresenta «la fonte rinnovabile più produttiva in Italia», e quella storicamente più importante proprio insieme all’idroelettrico. Nello schema di decreto inviato alla Commissione UE il Governo nazionale ha infatti cancellato per la prima volta gli incentivi alla produzione geotermoelettrica, e nonostante le manifestazioni e tentativi di confronto portati avanti dai territori direttamente interessati da questa scelta – ovvero i territori geotermici toscani, gli unici in Italia dove oggi la geotermia viene coltivata per la produzione di elettricità – non è ancora chiaro se e come gli incentivi verranno re-introdotti almeno all’interno del FER2.

«Il Governo incontri presto i sindaci geotermici e sia chiaro in materia di incentivi alle rinnovabili – ha dichiarato ieri al proposito la vicepresidente della commissione agricoltura della Camera, Susanna Cenni – Siamo a fianco dei sindaci, dei lavoratori, delle imprese che lavorano nel comparto. A Di Maio abbiamo chiesto lo svolgimento urgente di un tavolo decisivo – ribadisce Cenni – per rivedere quanto a oggi previsto in FER1 e FER2.  Dopo i numerosi emendamenti, gli ordini del giorno, le interrogazioni e gli altri atti parlamentari l’auspicio è che dal MISE arrivi un ripensamento, per il quale stiamo molto lavorando anche attraverso una interlocuzione diretta con il Ministero che al momento resta aperta. A oggi il Governo ha escluso la geotermia dagli incentivi e lo ha fatto senza aver consultato e ascoltato i territori interessati a partire dalla nostra Regione. La Regione Toscana ha approvato la legge regionale sulla geotermia, una legge seria che guarda a futuro e sostenibilità. Anche raccogliendo l’esperienza della Regione, chiediamo davvero al Ministro di Maio di ascoltare gli enti locali e la Toscana, e di raccogliere le nostre richieste reintroducendo le misure di sostegno al settore nel FER2».

Anche perché nel mentre il resto del mondo non si ferma: mentre l’Italia taglia gli incentivi alla geotermia pochi giorni fa il Consiglio federale della Svizzera ha deciso di muoversi in direzione diametralmente opposta, adottando nuovi e più tassi di rimunerazione generosi. A partire dal 1° aprile 2019 per gli impianti geotermici aumenterà di 6,5 ct./kWh: «La ragione – spiegano dal dipartimento federale dell’Ambiente – risiede nella disponibilità di nuovi dati sui costi, che rivelano nel complesso costi di investimento nonché costi di esercizio e manutenzione più elevati per questi impianti».