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Rinnovabili italiane al 32% nel 2030? Il ministero dell’Ambiente dice sì, il Piano nazionale no

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Nel documento inviato alla Commissione Ue il target è fissato al 30%: una differenza non da poco

Fonte: greenreport

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Nel corso della 89esima seduta pubblica del Senato, svoltasi ieri, la senatrice L’Abbate (M5S) ha sollevato un tema fondamentale per il presente e il futuro del nostro Paese, formulando un’interrogazione rivolta al ministero dell’Ambiente: quali azioni il ministro intende adottare – o ha già adottato – sul piano nazionale e internazionale per contrastare le conseguenze del riscaldamento globale, per ridurre le emissioni di gas-serra e garantire la decarbonizzazione del sistema energetico nazionale, obiettivo inserito nel Piano nazionale integrato energia e clima?

La risposta è arrivata direttamente in aula grazie al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro (M5S), intervenuto sulla base degli elementi forniti dal ministero dell’Ambiente (che riportiamo in allegato, ndr). Nel corso della risposta all’interrogazione si riporta però un dato più ambizioso di quello che risulta effettivamente inserito nel Piano nazionale energia e clima inviato a inizio anno all’attenzione della Commissione europea. Secondo quanto riportato dal ministro, infatti, per quanto riguarda le fonti pulite il Piano prevede «il raggiungimento del 32% di rinnovabili sui consumi complessivi al 2030», quando in realtà il documento testimonia un valore più basso: 30%.

Non si tratta di una differenza da poco. Il 32% è il target individuato dalla Commissione europea a livello comunitario, mentre il 30% è quello proposto a livello nazionale dal Governo in carica. Una scelta che nelle scorse settimane non ha mancato di sollevare la contrarietà delle imprese di settore come delle associazioni ambientaliste.