Ci sono fonti pulite in tutti i Comuni italiani: gli impianti sono circa 800 mila. Siamo il primo Paese al mondo per contributo del solare, rispetto ai consumi elettrici: ad aprile 2015 oltre l’11%. In 10 anni l’Italia è passata dal 15,4 al 38,2% dei consumi elettrici da energie pulite. Questa la fotografia scattata da Legambiente all’energia verde e all’innovazione nelle reti energetiche italiane con il nuovo rapporto ‘Comuni rinnovabili 2015’, realizzato con il contributo del Gruppo Asja e in collaborazione con il Gse (Gestore servizi energetici), e presentato oggi a Roma. A Campo Tures va il premio per il Comune 100% rinnovabile: ”un modello europeo di innovazione e autoproduzione, con bollette ridotte del 30%”. ”Questi risultati dimostrano quanto oggi uno scenario energetico incentrato su fonti rinnovabili e efficienza energetica sia già realtà e nell’interesse di un Paese come l’Italia. – osserva Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – ora occorre aprire una seconda fase di questa rivoluzione energetica” per ”cogliere tutte le opportunità legate alla riduzione dei costi delle tecnologie, eliminando tutte le barriere che oggi questi progetti si trovano di fronte”.
La generazione distribuita ‘pesa’ ”quasi il 25% della generazione elettrica italiana” e ”al suo interno il 75% è composto da rinnovabili” ha detto il presidente dell’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico Guido Bortoni aggiungendo che ”il rapporto sul monitoraggio della generazione distribuita arriverà domani sera e fotografa la situazione al 2013”; ne risulta che gli impianti sono ”587 mila impianti e 64 miliardi i kilowattora prodotti”.
”Questo cambiamento di paradigma pone due questioni – dice il presidente dell’Authority – la prima sulle reti, in quella parte che potremmo definire software, l’altra in quella che invece possiamo definire hardware e perciò smart grid”. ”Nel promuovere la crescita dell’energia sostenibile l’Authority vuole procedere per equilibri – conclude Bortoni – due sono le proposte: no ad un approccio divisivo con gli incentivi impliciti che devono essere regolati verticalmente; il mondo delle rinnovabili è maggiorenne, è maturo, ma le microiniziative vanno incentivate e tutelate” trovando ”un modo per lasciare le esenzioni e i pochi incentivi che ci saranno a questi ‘piccoli’, diversa è la questione delle rinnovabili business che ormai deve camminare sulle sue gambe”.