La Campania è la regione italiana con il migliore mix di fonti energetiche rinnovabili. Lo sostiene uno studio realizzato dall’ente di ricerca Fondazione Impresa. La regione, infatti, presenta una buona diversificazione delle sorgenti di energia: fatta cento la produzione campana di elettricità da rinnovabili, l’idrico ha un’incidenza del 27,2%, l’eolico del 44,0%, il fotovoltaico dell’1,5% e le biomasse del 27,3%. Seguono, secondo l’indagine, la Sardegna e la Basilicata. In generale, spiegano i redattori della ricerca, la diversificazione delle fonti rinnovabili riguarda soprattutto le regioni meridionali, mentre quelle del nord sono ancora piuttosto concentrate sull’idroelettrico. Su scala nazionale, non a caso, la fonte idrica ha l’incidenza maggiore (66,4%), seguita da biomasse (12,3%) e eolico (11,9%). Poi geotermico (7,0%) e fotovoltaico (2,5%).
Dal punto di vista quantitativo, invece, le regioni che presentano la maggiore incidenza di
energia rinnovabile sulla produzione totale di elettricità sono Valle d’Aosta (100,0%), Trentino Alto Adige (91,9%) e Umbria (55,3%). Agli ultimi posti: Sicilia (10,7%), Puglia (10,4%) e Liguria (3,4%). Su scala nazionale, il contributo delle rinnovabili ha ormai superato il 25% della produzione totale di elettricità. «Un quarto della produzione di energia elettrica in Italia è prodotta da fonti rinnovabili – spiegano i ricercatori di Fondazione Impresa – L’idrico rappresenta i 2/3 delle fonti rinnovabili, mentre risultano ancora residuali, ma in crescita, fonti quali biomasse, eolico, geotermico e fotovoltaico.
energia rinnovabile sulla produzione totale di elettricità sono Valle d’Aosta (100,0%), Trentino Alto Adige (91,9%) e Umbria (55,3%). Agli ultimi posti: Sicilia (10,7%), Puglia (10,4%) e Liguria (3,4%). Su scala nazionale, il contributo delle rinnovabili ha ormai superato il 25% della produzione totale di elettricità. «Un quarto della produzione di energia elettrica in Italia è prodotta da fonti rinnovabili – spiegano i ricercatori di Fondazione Impresa – L’idrico rappresenta i 2/3 delle fonti rinnovabili, mentre risultano ancora residuali, ma in crescita, fonti quali biomasse, eolico, geotermico e fotovoltaico.
La ricerca sottolinea la crescita generale delle fonti rinnovabili negli ultimi tempi, ma evidenzia la necessità di una stabilità normativa e di politiche incentivanti chiare per incoraggiare gli investimenti. «I risultati dello studio – commentano i ricercatori – testimoniano che gli investimenti sulle energie rinnovabili, e in particolare su quelle diverse dall’idrico, sono stati importanti e potrebbero avere un futuro, a patto che anche i balletti di norme e incentivi conosciuti negli ultimi anni cedano alla costruzione di una visione strategica, lungimirante e salda dello sviluppo delle energie rinnovabili in Italia».