Gli impianti FER hanno rappresentato nel 2016 l’86% di nuova potenza installata in Europa, 21,1 GW su 24,5 GW totali; da sola l’energia eolica ha rappresentato, a sua volta, il 51% della nuova potenza installata con 12,5 GW -di cui 10.923 MW on-shore e 1.567 MW off-shore- distribuiti tra i 28 Stati Membri dell’UE.
Presentando i dati contenuti nell’ultimo dossier di WindEurope il CEO dell’associazione Giles Dickson ha sottolineato che «l’energia eolica è oggi parte integrante ed essenziale della fornitura di energia elettrica in Europa. È anche un settore maturo e significativo di per sé, che ha creato ad oggi 330.000 posti di lavoro e generato miliardi di euro di esportazioni europee. Con tutto il parlare che si fa di transizione ad un sistema low–carbon, si dovrebbe mirare a strategie di lungo termine per l’industria eolica in Europa. Ma non ci sono. La politica governativa in materia di energia in Europa è meno chiara e ambiziosa di quanto non fosse qualche anno fa. Solo 7 dei 28 Paesi Membri dell’UE hanno target e politiche a sostegno delle Rinnovabili al 2020. La politica è fondamentale, soprattutto quando guardiamo al lungo termine. Gli Stati membri devono anche iniziare a definire le loro Strategie Energetiche Nazionali e piani climatici per favorire la transizione a livello nazionale».
Ad oggi, il totale della capacità eolica installata in Europa si attesta sui 153,7 GW, che l’anno scorso sono riusciti a coprire il 10,4% dei fabbisogni di energia elettrica nell’area. La Germania ha installato la quota maggiore, ovvero il 44% del totale dell’UE, mentre cinque stati membri hanno raggiunto l’anno record: la Francia, i Paesi Bassi, la Finlandia, l’Irlanda e la Lituania. In Italia installati solo 282,5 MW pari ad un flusso di investimento di oltre 350 milioni di euro.
«L’eolico in Italia ha visto un periodo di transizione negli ultimi due anni che gli ha fatto perdere terreno –ha concluso Simone Togni, Presidente dell’ANEV– Oggi dobbiamo recuperare la strada persa con un serio piano di sviluppo che consenta finalmente al Paese di sfruttare le significative potenzialità ancora disponibili. Oggi l’industria Italiana dell’eolico ha dimostrato solidità e capacità di trasformarsi dando risultati significativi in termini di efficienza e riduzione dei costi. In questo percorso di trasformazione è stato fondamentale il ruolo dell’ANEV che ha garantito un percorso di crescita sana e robusta, che ha supportato le aziende serie e i progetti più meritevoli tanto che le ultime Aste hanno visto esprimere dei valori degli incentivi di aggiudicazione addirittura al di sotto dei valori europei. Di questo la politica deve fare tesoro per spingere su una tecnologia come quella eolica, oggi competitiva a livello europeo e che può garantire all’Italia occupazione, industria e sviluppo nei prossimi decenni».