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Rinnovabili agricole. Energia «nuova» dal biometano

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Definito con decreto interministeriale il quadro di regole e incentivi per la raffinazione
Attesa per i provvedimenti applicativi – Entro il 2015 i primi impianti

Fonte: Il Sole 24 Ore

Autore: Giorgio dell’Orefice

Il biometano ti dà una mano. Si potrebbe rispolverare un vecchio slogan degli anni Ottanta (in quel caso dedicato al gas metano) per promuovere invece il nuovo capitolo che si è appena aperto nel segmento delle agroenergie: quello del biometano.
Esclusi, infatti, fotovoltaico ed eolico, che con il settore agricolo si sono incrociati solo perché hanno sottratto superfici alla produzione agricola, archiviata la prima fase di sviluppo del biogas (con impianti che nel giro di pochi anni si sono diffusi a macchia d’olio), e al di là del varo del nuovo sistema di incentivi dedicati alla filiera del legno–energia, il settore delle rinnovabili agricole vede ora le novità più importanti proprio nel biometano che ha da poco ricevuto un primo quadro di regole e incentivi con il decreto interministeriale definito nell’ultimo scorcio del 2013 (temi che saranno al centro delle giornate della centoundicesima edizione di Fieragricola di Verona, dal 6 febbraio – il padiglione 3 sarà interamente dedicato al tema delle rinnovabili).
Il provvedimento sul biometano può consentire, inoltre, di modificare gli attuali equilibri nell’ambito delle energie rinnovabili in Italia che al momento vede per il fotovoltaico una potenza installata di circa 16mila MegaWatt, il doppio dei circa 8mila MegaWatt registrati, invece, per l’energia eolica, mentre il biogas, nonostante il tumultuoso sviluppo degli ultimi anni, è ancora fermo a circa 800 MegaWatt.
Il biometano è legato a doppio filo al biogas, visto che deriva dalla raffinazione di quest’ultimo attraverso una sua purificazione, e rappresenta un’opzione interessante perché può essere utilizzato tanto nel settore dei trasporti come biocarburante che usato in cogenerazione per produrre energia elettrica o ancora essere direttamente immesso nella rete del gas. «Il decreto di dicembre scorso – spiega il presidente dell’Associazione italiana energie agroforestali (Aiel-Cia), Marino Berton – ha definito per il biometano l’importante cornice di incentivi. Ma ora, perché si arrivi alla piena operatività, occorrono alcuni provvedimenti applicativi. In primo luogo, l’Autorità per l’energia elettrica e gas deve definire le caratteristiche chimico–fisiche del biometano perché possa essere immesso in rete, la pressione all’immissione e la sua caratterizzazione. Oltre ad altri provvedimenti di carattere autorizzativo. Tutte misure che ci auguriamo vengano definite entro il 2014, per arrivare il prossimo anno al varo dei primi impianti».
Fra gli incentivi appena definiti ci sono quelli che promuovono proprio il passaggio dal biogas al biometano. «Certo non mancano gli step da compiere – aggiunge Berton –, tuttavia tra decreto di fine 2013 e definizione nel luglio scorso del conto termico con gli incentivi per la produzione di calore da biomasse agricole sono state poste le basi per nuovi significativi sviluppi».
«Concordo sull’importanza del provvedimento sul biometano – aggiunge il responsabile Ambiente e Territorio di Confagricoltura, Donato Rotundo – e del recente aggiornamento del conto energia. Aggiungo, però, che importanti spazi per l’intero universo delle agroenergie possono venire anche dalla nuova programmazione sullo Sviluppo rurale. Un capitolo per il quale è stata già sottolineata la necessità di rafforzare le rinnovabili agricole».
Su una posizione di maggiore scetticismo invece la Coldiretti. «Il decreto sul biometano è importante – spiega Francesco Ciancaleoni dell’area Ambiente e Territorio di Coldiretti – anche se riteniamo che al momento l’accesso agli incentivi non basti a compensare la piccola azienda zootecnica delle difficoltà nell’accesso alla rete (nel caso lo si voglia utilizzare come gas) o a incassare l’incentivo (nel caso lo si voglia utilizzare come carburante). In futuro il biometano potrà diventare un’opportunità concreta se da un lato saranno rimossi questi ostacoli e dall’altro si ridurranno gli incentivi alla produzione di energia elettrica da biogas che oggi non rendono competitivo per la piccola impresa puntare sul biometano».
Al di là degli sviluppi positivi nel settore delle agroenergie, non mancano le criticità. «Per noi – aggiunge Berton (Cia) – manca all’appello il provvedimento del ministero dell’Ambiente che definirà le differenze fra prodotti, sottoprodotti e rifiuti. Da questo dipende la possibilità di riutilizzare nella produzione di energia importanti prodotti agricoli secondari quali quelli legati alla produzione zootecnica o ancora i reflui oleari».