Il primo mese del 2018 è stato caratterizzato da rialzi del prezzo del petrolio, trainati non solo da una ripresa economica globale, ma anche dalle strategie, messe in atto da Opec e Russia, volte a ridurre la produzione e da tensioni geopolitiche. Restano infatti critiche le situazioni interne di Iran e Venezuela, nonostante non si siano concretizzate le minacce di sanzioni da parte degli Stati Uniti.
La IEA ha rivisto al rialzo le stime sulla produzione petrolifera statunitense, portandola sopra i 10 milioni di barili al giorno. Il Brent chiude gennaio a 68,83 $/barile (con un aumento del 3% rispetto all’ultimo dato di dicembre), mentre il Wti a 64,74 $/barile (+7%). I listini europei registrano anch’essi un sensibile incremento: +2,1% il DAX, +3,2% il CAC e +4,1% l’IBEX.
Il FTSE All Share vede una crescita del 7%. Secondo i dati provvisori Istat, frena l’inflazione italiana, con un aumento dei prezzi al consumo dello 0,8% su base annua, contro il +0,9% stimato a dicembre. Bene anche il comparto energetico, con l’indice FTSE Oil&Gas che segna un +4%.
L’indice IREX delle small mid-cap pure renewable quotate su Borsa Italiana registra un incremento del 2%. (continua)