Home Cosvig Rinnovabili a macchia di leopardo

Rinnovabili a macchia di leopardo

431
0
CONDIVIDI
I dati del rapporto di Fondazione Impresa

Fonte: Rinnovabili & Territorio

Autore: Redazione

I dati dell’ultimo rapporto del Gse indicano che quasi un quarto dell’energia elettrica prodotta in Italia proviene da fonti rinnovabili. Per la precisione il 22,8% nel 2010, con un incremento dell’1,6% rispetto al 2009 quando tale valore si attestava al 21,2%.

Confrontata con la media europea l’Italia si colloca quindi tra i Paesi virtuosi della green energy, al quinto posto tra i paesi dell’UE-15 per produzione lorda di energia elettrica rinnovabile, dopo la Germania, la Svezia, la Spagna e la Francia.

Eppure potrebbe fare meglio, secondo quanto afferma Fondazione Impresa che ha elaborato i dati di Terna sulle rinnovabili.

«In realtà l’Italia si applica poco nella messa in campo di strategie di sviluppo integrate a lungo termine», spiega Cristina Cama, ricercatrice di Fondazione Impresa. «Siamo dotati di risorse "fortunate" e non le sfruttiamo abbastanza. Basta osservare il dato di crescita: si attesta al di sotto del 2%. In Veneto, per esempio, ci sono siti geotermici, ossia zone dove sono presenti le terme, ma lì non si può intervenire a causa di vincoli paesaggistici e di altro genere. Abbiamo enormi potenzialità e non le usiamo appieno».

Se lo sguardo si rivolge alle singole regioni, per le quali stanno per essere definiti gli obiettivi sulla base della ripartizione prevista dal Burden sharing, si nota che alcune hanno messo uno sprint particolare.

Cinque regioni sono particolarmente votate all’energia verde, secondo il rapporto di Fondazione Impresa.

Umbria e Molise hanno aumentato la quota di fonti pulite (dal 2009 al 2010) con numeri a doppia cifra: +19,3% l’Umbria e +13,5% il Molise. «Sono le due che si sono date più da fare»- secondo il giudizio di Cristina Cama.

Considerando l’insieme delle fonti rinnovabili, sono la Basilicata, la Campania e la Sardegna che, sempre nello stesso arco di tempo, hanno ottenuto i migliori risultati con il «miglior mix eterogeneo di fonti rinnovabili», mettendo insieme idrico, eolico, fotovoltaico, geotermico e biomasse in varie proporzioni.

Una tendenza che sembra rivelarsi abbastanza diffusa soprattutto nelle regioni del Centro-Sud.

«La diversificazione delle fonti rinnovabili appartiene soprattutto alle regioni meridionali», spiega Cama, «mentre quelle settentrionali tendono a riposare sulla tradizionale fonte idrica. Il Sud sta investendo parecchio nelle energie pulite di ultima generazione. Qui l’eolico ha una forte prevalenza sull’idrico e sul fotovoltaico».

La Puglia ha ottenuto grandi numeri sull’energia fotovoltaica (10,8% sul totale delle fonti rinnovabili) così come l’ Emilia Romagna (11,6%).

Un dato che rileva meno nel resto del territorio nazionale : escludendo Puglia e Marche le altre regioni non superano, infatti, il 5%

«L’incidenza del fotovoltaico», evidenzia Cama, «è più bassa per un motivo: mentre per gli impianti eolici, di biomassa e idrici, si mettono in piedi grandi progetti e strutture imponenti, che hanno un certa portata, nel fotovoltaico i nuovi impianti sono un po’ a macchia di leopardo, parcellizzati e di dimensioni più piccole. Magari posizionati sui tetti di condomini e capannoni, in aree limitate, di conseguenza non hanno l’espansione delle altre fonti. Non reggono il confronto con i grossi impianti formati da un elevato numero di pale. In ogni caso i pannelli si stanno diffondendo bene: rientrano nei piani di risparmio energetico per l’edilizia».

I risultati dello studio, secondo la ricercatrice della Fondazione Impresa «testimoniano che gli investimenti sulle rinnovabili, diverse dall’idrico, potrebbero avere un futuro, se si attuerà una visione strategica e lungimirante di sviluppo del settore».

I dati di Fondazione Impresa se letti in termini di incremento percentuale, fanno emergere in particolare quelle regioni, quali l’Umbria o il Molise, dove muovendo da una situazione di partenza di scarso ricorso alle rinnovabili si sono ottenuti aumenti percentuali a due cifre.

Situazione assai diversa è quella delle regioni quali la Toscana che già produce il 43% di energia elettrica da fonti rinnovabili, in cui è difficile realizzare tali incrementi di crescita percentuale, ma dove si osserva, comunque, una sostanziale presenza di FER.

Sempre i dati Terna indicano, infatti, che la diffusione delle fonti rinnovabili in Toscana vede un totale di 9.226 impianti FER pari a 1.417,2 megawatt installati e 6.943 Gwh/a totale di energia prodotta.

 

Vai ai rapporti GSE