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Ricerca su Industria 4.0: Toscana chiamata a ridurre gap con le regioni più attive

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L’indagine si basa su un campione di circa 24 mila imprese italiane e 2395 imprese toscane intervistate

Fonte: Toscana Notizie

Autore: Federico Taverniti

Industria 4.0: è una Toscana che deve recuperare ancora un po’ di terreno rispetto alle regioni più attive quella che esce dall’indagine ‘Le tecnologie 4.0 in Toscana’, realizzata da Raffaele Brancati, della società di ricerche MET, per conto della Regione. Una Toscana dove la diffusione delle tecnologie 4.0 è inferiore rispetto alle regioni prese a confronto (Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia e Marche). La ricerca, che è stata presentata oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, prova a dare risposte sui motivi del divario (attitudine delle imprese verso i driver della competitività, composizione struttura proprietaria, presenza di competenze specifiche manageriali, utilizzo di incentivi pubblici).

L’indagine si basa su un campione di circa 24 mila imprese italiane e 2395 imprese toscane intervistate. Circa l’8,5% delle imprese italiane utilizza almeno una tecnologia 4.0, con una propensione all’utilizzo direttamente proporzionale alle dimensioni: le aziende 4.0 con più di 10 addetti sono il 18,4% del totale delle piccole imprese, percentuale che tocca il 36,4% in quelle con più di 50 addetti. La Toscana supera il dato nazionale (37,9%) sebbene abbia una diffusione di imprese 4.0 ancora inferiore: -7% rispetto a Veneto e Piemonte, -6%, -5% e -3% rispettivamente nei confronti di Emilia Romagna, Lombardia e Marche.

Quasi il 50% delle imprese 4.0 italiane utilizza esclusivamente tecnologie relative ai dati (integrazione orizzontale o verticale delle informazioni, cloud, big data, analytics, etc.), più di un terzo è attivo anche in tecnologie produttive (robot interconnessi, manifattura additiva, simulazioni, realtà aumentata e materiali intelligenti). In Toscana prevalgono le imprese che integrano entrambe le tecnologie (38,5%) mentre la gestione dei big data/analitycs (0,4%) è più carente rispetto al dato nazionale (1,3%).

Riguardo agli interventi programmati, Toscana inferiore al dato nazionale anche per la percentuale di imprese di maggiori dimensioni che ha in programma 4 o più investimenti in tecnologie 4.0: il 33,9% contro quasi il 50% delle imprese italiane con 50 addetti e oltre; tendenza analoga anche per la classe 10-49 addetti (23,5% in Toscana e 41,4% in Italia). Tra quelle che già adottano tecnologie 4.0, il 45% delle toscane con più di 50 addetti dichiara di non avere in programma investimenti 4.0, con una media di interventi programmati (1,9) ben al di sotto di quella nazionale (2,3); sostanziale equilibrio invece per quanto riguarda le imprese 10-49 addetti: Toscana 2,15, Italia 2,27.

Gli interventi delle imprese sembrano più orientati alla crescita piuttosto che al semplice contenimento dei costi; sia a livello nazionale che regionale l’impiego di tecnologie 4.0 punta al miglioramento della qualità dei prodotti e alla minimizzazione degli errori. La maggior flessibilità della produzione e la personalizzazione dei prodotti è invece un obiettivo che cresce con la dimensione, mentre l’ingresso dei nuovi mercati riguarderebbe le imprese più piccole.

In quanto alla propensione delle imprese ad innovare in relazione al tipo di gestione (familiare, non familiare), in linea col dato nazionale il 71% delle imprese toscane sono a gestione familiare, con un controllo riconducibile ad un solo soggetto che si occupa della gestione e delle scelte; inoltre nel 56,7% dei casi è una gestione familiare accentrata, ovvero non aperta alla condivisione delle scelte strategiche con soggetti esterni e quindi più prudente. A questo dato si affianca quello che indica un 52,6% delle imprese a gestione familiare e dirette da manager non laureati, dato ben al di sopra della media nazionale (48.6%) e che, congiuntamente alla maggiore diffusione di imprese non familiari senza laureati (4% oltre il dato italiano), suggerisce una relativa carenza di figure manageriali altamente formate ed una conseguente maggior chiusura verso l’innovazion e (tratto in comune sia per le imprese familiari accentrate che per quelle con maggiore diffusione della gestione, e sia a livello regionale che nazionale).

Diffusione di imprese 4.0 per settore. Evidente la carenza toscana di tecnologie 4.0 in tutti i comparti considerati dalla ricerca, col picco del 20% nel caso della fabbricazione dei mezzi di trasporto. Il settore toscano che le utilizza maggiormente è quello delle macchine elettriche e delle apparecchiature elettroniche (40%). Di rilievo il settore della gomma, plastica e chimica (29,3% contro il 30,9% italiano) mentre è più basso nei settori meccanica, alimentare e abbigliamento, con percentuali poco superiori al 10%.

Sempre dall’indagine emerge che, sia a livello nazionale che regionale, le difficoltà di applicazione del paradigma 4.0 dipendono dalla presenza di personale con competenze non al passo con le esigenze richieste dal processo di digitalizzazione; in Toscana questo è più evidente per le tecnologie legate alla gestione dei dati. Allo stesso tempo però va sottolineata la grande propensione delle imprese toscane a superare questo vuoto: il 12% lo ha fatto assumendo nuovo personale, il 10% investendo in formazione, un altro 10% rivolgendosi a collaborazioni esterne.

Altro elemento interessante evidenziato riguarda l’atteggiamento delle imprese toscane nei confronti dei driver della competitività (programmi R&S, innovazione, presenza sui mercati internazionali). La percentuale di imprese 4.0 che hanno introdotto almeno un’innovazione nell’ultimo triennio (2015-2017) è molto al di sotto di quella delle regioni prese a confronto: Veneto, Emilia Romagna e Marche si aggirano attorno al 20% (dato nazionale 17%) mentre la Toscana è ferma al 10,4%. Una minor diffusione di imprese innovative (il divario con le regioni di confronto è elevato) può essere in parte ricondotta al minor numero di queste che operano in subfornitura (2,3% contro il 13,4% italiano): elemento questo che potrebbe indicare una bassa partecipazione delle unità produttive toscane alle catene globali del valore e che, legato alle modalità di gestione delle imprese toscane, può essere il motivo del ridotto dinamismo. Scenario analogo anche riguardo alle imprese esportatrici: in Piemonte, Emilia Romagna e Veneto supera il 22%, in Toscana non arriva all’8% toscano. Tuttavia, seppur dimostrino una minore predisposizione a strategie dinamiche innovative e di apertura internazionale, le imprese toscane confermano buone performance economiche: il 43% ha dichiarato di aver registrato un aumento del fatturato, il 37,1% una sostanziale stabilità e solo il 19,9% un calo significativo.

Utilizzo di strumenti agevolativi pubblici da parte di imprese 4.0. Circa il 70% delle imprese tradizionali che ha usufruito di aiuti pubblici ha beneficiato di un solo strumento (sia in Toscana che a livello nazionale). Le imprese 4.0 toscane si sono dimostrate più propense ad accumulare più incentivi rispetto alle regioni di confronto però un’alta percentuale (41%) non ne sfrutta alcuno. Tra quelli più sfruttati ci sono quelli fiscali di supervalutazione degli investimenti (Iper e Superammortamento) e gli incentivi ai beni strumentali: rispettivamente il 35,8% e il 27,6% delle imprese 4.0 toscane.