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Reti di teleriscaldamento, Fiper contro la soppressione del fondo di garanzia

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Le proposte di modifica al decreto Efficienza: no alla definizione tout court da parte dell’Aeeg dei servizi di pubblica utilità

Fonte: casa&clima

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La Fiper, Federazione Italiana dei Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili, ha presentato al Governo le sue osservazioni e proposte di modifica allo schema di Decreto Legislativo per l’attuazione della Direttiva Europea 2012/27/UE sull’efficienza energetica, che dà estrema rilevanza allo sviluppo delle reti di teleriscaldamento quale strumento prioritario per ridurre i consumi finali di energia.
Attualmente in Italia il teleriscaldamento copre il 4% del mercato del riscaldamento residenziale, con una stima di crescita del 7% annuo. Questo settore è sicuramente uno dei più promettenti da sviluppare con sicuri ritorni economici, ambientali ed occupazionali.
Il Governo italiano ha riconosciuto il valore strategico di questa tecnologia abbinata all’impiego di fonti rinnovabili presenti sul territorio (biomasse, geotermia, recupero calore industriale) attraverso il decreto legislativo 3 marzo 2011, n.28 istituendo un fondo di garanzia a sostegno della realizzazione di reti di teleriscaldamento e incaricando il Ministero dello Sviluppo Economico ad emanare il decreto attuativo per le modalità di accesso e gestione del medesimo.
Risorse del Fondo di garanzia non utilizzate per il teleriscaldamento
“Nonostante le rassicurazione più volte fornite nel tempo dal Mise sull’imminente emanazione del provvedimento – sottolinea il Presidente Fiper Walter Righini – , le risorse del fondo di garanzia sono tuttora giacenti presso la Cassa Conguaglio senza essere state impiegate al fine preposto. Però, nell’attesa del decreto attuativo, il Mise dapprima ha esteso la destinazione di spesa agli interventi di riqualificazione energetica della pubblica amministrazione, e ora, dopo ben 3 anni di attesa, con il presente schema di decreto, re-indirizza le risorse già accantonate per la realizzazione delle reti di teleriscaldamento e ammontanti a 62,8 milioni di euro, al generico Fondo di Efficienza Energetica, pregiudicando seriamente ogni sviluppo di questo settore”.
Fiper calcola che l’attivazione di un fondo di garanzia specifico per le reti permetterebbe di attrarre investimenti privati con una leva finanziaria pari a 110-12 che vuol dire che a fronte di una erogazione di 62,8 milioni di Euro si potrebbero avere investimenti nell’ordine dei 620700 milioni di Euro.
Regolamentazione dei servizi di pubblica utilità
Altra impostazione dello schema di Decreto Legislativo, sulla quale Fiper non concorda e intende sollecitare delle correzioni, è quella che riguarda la possibilità riconosciuta direttamente all’Autorità per l’Energia Elettrica, il Gas e i Sistemi Idrici di stabilire entro 24 mesi dall’entrata in vigore del Decreto stesso, con un’ulteriore dilazione dei tempi, i criteri di definizione delle tariffe, l’accesso alla rete, i vincoli di allacciamento, facendo riferimento diretto alla regolamentazione dei servizi di pubblica utilità.
Questo, secondo Fiper, rappresenterebbe un gravissimo elemento di incertezza per la gestione delle reti attuali e un blocco per lo sviluppo del comparto. La Federazione sottolinea che attualmente il prezzo del calore proveniente dal teleriscaldamento a biomassa è già competitivo rispetto ai sistemi di riscaldamento a gasolio o gas presenti in ambito montano, come ampiamente analizzato dai risultati della recente Indagine Conoscitiva dell’Autorità Antitrust che inoltre indica la necessità di emanare una legge quadro di natura pro-concorrenziale per il settore.
Conclude Righini: “La recentissima analisi dell’Antitrust evidenzia l’eterogeneità del settore, riconoscendo che, a seconda della specificità territoriale, la qualificazione giuridica del servizio di teleriscaldamento varia tra il servizio pubblico locale e l’attività economica privata, creando di fatto un clima di incertezza per lo sviluppo del comparto. L’esigenza di una legge quadro auspicata per il settore dall’Autorità nasce proprio dall’incertezza circa il regime giuridico applicabile al servizio di teleriscaldamento, che sta determinando evidenti ed innegabili rischi in tema di disincentivo agli investimenti. Solo un intervento chiarificatore del legislatore può riportare la “certezza di diritto” e quindi un’eventuale attribuzione di competenza rispetto alla regolamentazione”.
Fiper auspica che, sulla base delle motivazioni espresse nel suo documento, si provveda a modificare lo schema di decreto in recepimento alla Direttiva dell’efficienza energetica nell’ottica di promuovere una strategia del teleriscaldamento chiara e condivisa sul territorio nazionale.