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Rapporto Isiamed, ‘boom rinnovabili in Medio Oriente e Nordafrica’

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L’area Mena, che vede 21 paesi coinvolti, a livello produttivo potrebbe toccare quota 107 GW entro il 2017

Fonte: notiziegeopolitiche.net

Autore: Romolo Martelloni

I Paesi del Medio Oriente e Nord Africa, conosciuti  con la sigla Mena, hanno avviato massicci investimenti in energia  rinnovabile e sono destinati a crescere sempre di più nei prossimi  anni”. È quanto si legge in una relazione del prof. Angelo Todaro,  Direttore del Dipartimento Energie Rinnovabili e Politiche energetiche  dell’Isiamed, l’Istituto Italiano per l’Africa, l’Asia e il Mediterraneo che ha reso noti i lavori del  Consiglio dell’Agenzia  internazionale per le energie rinnovabili (Irena), il quale si è riunito in  questi giorni ad Abu Dhabi, per discutere delle opportunità di  crescita sostenibile dei paesi coinvolti.
Secondo l’agenzia Irena,  spiega il prof. Todaro nella sua relazione, ”i paesi mediorientali e  nordafricani hanno visto nel 2012 un investimento da 2.9 miliardi di  dollari in energia pulita: un aumento del 40% rispetto all’anno  precedente e del 650% in confronto al 2004”. In generale, l’anno in  cui i progetti in fonti rinnovabili hanno surclassato quelli in fonti  tradizionali è stato il 2008.
Todaro ha evidenziato che l’area Mena,  che vede 21 paesi coinvolti, a livello produttivo potrebbe toccare  quota 107 GW entro il 2017: ”in tutti questi paesi ci sono progetti  che riguardano le energie alternative e, fra loro, almeno 19 stanno  sviluppando tecnologie innovative grazie ai fondi destinati alla  ricerca.
A livello di iniziative politiche e imprenditoriali sono gli Emirati  Arabi Uniti ad aver stimolato grandi investimenti in Nord Africa: un  esempio di questo stimolo è il Saudi Arabia’s King Abdullah City for  Atomic and Renewable Energy, un’organizzazione indipendente creata  dalla corona nel 2010 e destinata a diventare uno dei più grandi  investitori globali di energia rinnovabile, con 120 miliardi dollari  da stanziare entro il 2030”.
Secondo l’Isiamed,  l’energia  rinnovabile sta giocando e continuerà a giocare un ruolo cruciale nello sviluppo del continente africano. ”Dopo molti anni di stagnazione, in Africa abbiamo avuto quasi un decennio di crescita  economica sostenuta fino al 7 per cento annuo.
Da un lato, si spiega  nella relazione, c’è una classe media in crescita, l’aumento della  produzione e del consumo, l’urbanizzazione e la crescita della domanda  di energia. Dall’altro ci sono vincoli nella disponibilità di risorse  tradizionali e l’energia necessaria per alimentare lo sviluppo del  continente deve essere cercata altrove. Così molte paesi africani si  trovano di fronte a una grande scelta tra l’uso del modello  convenzionale di energia, altamente inquinante, e la possibilità di sfruttare il proprio potenziale di risorse rinnovabili”. Infine,  secondo l’Atlante globale realizzato da Irena ed Isiamed, oltre alle  risorse eoliche, solari e idroelettriche del continente, un enorme potenziale geotermico è disponibile in Tanzania, Kenya ed Etiopia:  questo da solo basterebbe per soddisfare l’attuale domanda residua di  energia.
La regione Mena attualmente conta 380.24 MW di capacità  fotovoltaica installata, 182 MW di energia solare concentrata, 1.1 GW  di energia eolica, 73.5 MW di energia prodotta da biomasse e rifiuti, e 17.6 GW prodotta da fonte idroelettrica.
Per quanto riguarda la  capacità installata, i leader sono Iran ed Egitto con,  rispettivamente 9.5 GW e 2.8 GW di energia prodotta da fonti pulite,  seguiti da Iraq, Marocco e Siria che contano oltre 1GW”.