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Quanto costa davvero il fotovoltaico?

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La domanda sorge spontanea dopo aver seguito le recenti schermaglie in merito allo sviluppo dell’energia elettrica solare e ai costi che ne deriverebbero ai cittadini.

Fonte: Rinnovabili e Territorio

Autore: Redazione

 

Asso Energie Future un’associazione degli operatori delle energie rinnovabili, assieme a Gridparity project, altra associazione che si occupa di misurare periodicamente la competitività degli impianti, hanno organizzato una conferenza stampa intitolata “Verità solare. I numeri del fotovoltaico in Italia”, per cercare di fare chiarezza sui numeri che circolano in questi giorni sia in merito agli incentivi erogati per le rinnovabili sia per quanto riguarda le stime in merito alla potenza installata di energia fotovoltaica.

Un tema non certo marginale, dato che proprio negli stessi giorni si stava discutendo in Commissione Industria al Senato (che ha poi espresso parere positivo) la riforma del meccanismo degli incentivi per le rinnovabili prevista nel decreto di recepimento della direttiva europea 2009/28/CE sulla promozione di queste fonti energetiche.

Secondo la relazione sullo stato del mercato dell’energia da parte dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas  presentata al Governo a fine gennaio gli incentivi, per le bollette degli italiani, "si profila il rischio di una stangata rinnovabili per effetto di un sistema di incentivi, fra i più profittevoli al mondo con un impatto crescente in bolletta: dai 2,5 miliardi di euro del 2009 si è passati ai 3,4 del 2010 e nel 2011 potrebbe arrivare, in assenza di interventi, fino a 5,7 miliardi di euro".
Scorrendo il rapporto nel dettaglio emerge che, dal 2001 ad oggi, gli italiani hanno pagato oltre 23 miliardi di euro in bolletta per il sistema cosiddetto cip 6 (nato per incentivare le energie rinnovabili ma utilizzato soprattutto per le fonti assimilate), che rappresenta la componente A3 della bolletta.

Nel 2010 il cip 6, con esclusivo riferimento alle fonti rinnovabili (69% della componente A3) ha comportato un onere di 0,78 miliardi di euro, a fronte di oltre 1,2 miliardi per le fonti assimilate (31% della compnente A3) dove sono state incluse anche le fonti fossili come rifiuti di raffineria oltre ai rifiuti solidi urbani. Incentivi questi che, nonostante siano in esaurimento grazie alla stop stabilito dalla finanziaria del 2007, pesano ancora quasi il doppio rispetto alle rinnovabili vere.

«La verità – secondo Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici- è che nel nostro Paese  i costi più gravosi sulle bollette energetiche non sono certo quelli dovuti alle rinnovabili.»

E per sostenere questo Ferrante è andato a fare i conti, da cui conclude che «gli incentivi per le rinnovabili pesano per meno della metà del totale degli oneri di sistema: nel 2010 circa 2,7 miliardi su un totale di oltre 5,8 miliardi di euro».

Quindi intanto si tratta di capire quale sia il motivo per cui i consumatori elettrici «su tali oneri debbano pagarci anche l’IVA come se acquistassero un bene o un servizio: un miliardo nel 2010 indebitamente incamerato dallo Stato ai danni di imprese e famiglie.»

Riguardo alla ripartizione calcolata in bolletta, Ferrante sostiene poi che « tra gli oltre 3 miliardi di euro non destinati alle rinnovabili che hanno gravato sulle bollette elettriche degli italiani nel 2010 vi sono ben 285 milioni che sono destinati all’eredità nucleare; oltre 1,2 miliardi di euro per il famigerato CIP6, che, seppur in esaurimento, ancora nel 2010 incentivava le cosiddette assimilate, un incentivo al fossile in verità. Inoltre sono da conteggiare le agevolazioni che riguardano le  Ferrovie dello Stato, e che lo scorso anno ammontavano a 355 milioni di euro. Tutti oneri, questi, che più correttamente dovrebbero essere sostenuti dalla fiscalità generale, e non in proporzione ai consumi elettrici.»

In effetti sembra piuttosto difficile annoverare tra gli incentivi da pagare con la bolletta elettrica i contributi dati alle ferrovie! Ma le sorprese non sono finite. «Ci sono poi – aggiunge il senatore Pd – 644 milioni di euro che i produttori di energia elettrica da fonti fossili, obbligati per legge ad acquistare Certificati Verdi, attualmente scaricano impropriamente sulle bollette dei consumatori eludendo in tal modo la ratio del meccanismo che dovrebbe invece tradursi in una riduzione degli utili per il produttore che non fa sufficiente ricorso a fonti rinnovabili.»

Quindi la parte più risicata degli oneri che ricadono in bolletta è proprio quella relativa alle rinnovabili «gli unici oneri che dovrebbero correttamente rimanere in bolletta» sostiene Ferrante, «così come raccomanda anche la stessa Commissione Europea quando dice che è essenziale che tali costi siano fuori bilancio, cioè sopportati dai consumatori di energia piuttosto che dalla fiscalità,  in modo da evitare le tipiche interruzioni «stop-start» ogni qual volta i bilanci degli stati diventano più vincolati».

Per fare chiarezza sugli effettivi costi degli incentivi alle rinnovabili si dovrebbe quindi agire con « rigore nel concedere gli incentivi solo alle fonti e agli impianti che ne hanno bisogno e "pulire" le bollette elettriche da tutte quelle voci che le rendono inutilmente pesanti.»

Una volta ripulite da tutte le voci improprie secondo i calcoli fatti da Asso Energie Future e Gridparity, il costo che ogni famiglia italiana ha sostenuto nel 2009 per le energie rinnovabili è stato di 0,6 euro al mese e quello che dovrà prevedere in bolletta per poter sviluppare l’energia solare nel nostro paese a partire dal 2011 sarà pari a 1  euro  e  70  centesimi al mese,  poco meno del costo una colazione al bar con caffè e cornetto.

Con un ritorno invece assai vantaggioso in termini ambientali ed economici: raggiungendo gli obiettivi fissati per il 2020 per il fotovoltaico di 8000 MW installati si  taglieranno, infatti,  le  emissioni   nazionali   di   gas   serra   del   5%   e aumenteranno i posti di lavoro, già oggi pari a circa 15mila addetti ad un totale valutato tra 210mila e 225mila nei prossimi nove anni.