La geotermia a bassa entalpia rappresenta una grande risorsa energetica per la Puglia. Lo ha confermato una ricerca condotta dal Politecnico di Bari, focalizzata sulle condizioni geologiche e sulle caratteristiche geotermiche specifiche dei terreni pugliesi.
Grazie ad una convenzione tra la Regione e il Politecnico di Bari, è stata realizzata una mappa della geotermia a bassa entalpia pugliese. È stata prodotta una carta della resa termica: le zone più promettenti risultano essere quelle del Gargano e del Salento. Ma l’intero territorio regionale si predispone bene all’utilizzo della geotermia a bassa entalpia, con rese termiche variabili che consentono possibilità di risparmio più o meno alte.
Cos’è la geotermia a bassa entalpia
La geotermia a bassa entalpia si ottiene captando il calore sotto terra – che deriva dalla radioattività naturale delle rocce della crosta terrestre – e portandolo in superficie. Al di sotto dei 10 metri di profondità la temperatura del sottosuolo rimane costante anche d’inverno grazie al flusso di calore generato dalla Terra. La temperatura media del terreno a circa 100 m di profondità si aggira intorno ai 12°C. Il calore della terra viene recuperato attraverso una sonda geotermica, ovvero uno scambiatore di calore, che richiede poca manutenzione e dura 50-100 anni. Per l’utilizzo del calore della terra con la pompa di calore è sufficiente una temperatura relativamente bassa (bassa entalpia), ma che rimane sempre costante.
Pompe di calore e sonde geotermiche
Per la produzione di energia termica e frigorifera una delle tecnologie più efficienti è rappresentata dalle sonde geotermiche verticali a circuito chiuso abbinate a pompe di calore.
Molte le applicazioni potenziali
Secondo Vito Uricchio del CNR la geotermia a bassa entalpia è un argomento che ha grandi prospettive in Puglia “perché può consentire una lunghissima serie di applicazioni, in particolare la climatizzazione degli ambienti residenziali e produttivi. In questo modo è possibile evitare emissioni di Co2 e di ricorrere a combustibili fossili con effetti positivi sull’ambiente e l’economia. Occorre, però, creare una cultura e cercare di attrarre installatori e professionisti per fare in modo che queste tecnologie possano svilupparsi sempre più”.