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Progetto COMTES: come immagazzinare l’energia solare termica

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D’estate l’irradiazione è maggiore ma il consumo principale è d’inverno. Un progetto Europeo cerca la soluzione a basso costo per usare l’energia del sole quando ce n’è più bisogno.

Fonte: Rinnovabili&Territorio

Autore: Redazione

L’energia del sole, grazie alle celle fotovoltaiche ed alle batterie sempre più efficaci, viene già immagazzinata quando è in eccesso e restituita quando è più necessaria. Ma questo vale per la produzione elettrica. Per la componente termica, necessaria ad esempio per riscaldare l’acqua ad uso sanitario (o industriale) e/o per condizionare gli edifici, ancora non si è giunti ad altrettanto efficaci soluzioni, almeno a buon mercato.

Per questo motivo la ricerca sovvenzionata dalla Commissione UE nell’ambito del programma CORDIS appare fondamentale per raggiungere gli obiettivi 20-20-20. Si tratta infatti di uno studio volto alla ricerca di tecnologie che consentirebbero l’accumulo dell’energia termica nei periodi di massima resa (estate) per il rilascio nei periodi di maggiore necessità (inverno).

Il progetto, a guida austriaca, ha assunto la denominazione COMTES (acronimo che sta per COMpact ThErmal Storage technologies’, ovvero “Tecnologie compatte per l’immagazzinamento termico”) vede la partecipazione di 11 partner provenienti da 5 Paesi (Danimarca, Austria, Svizzera, Gran bretagna, Germania) impegnati nella ricerca di nuovi sistemi per immagazzinare l’energia termica solare attraverso lo sviluppo di tre diversi tipi di tecnologie compatte di accumulo termico a base di assorbimento solido, liquido e con raffreddamento Phase Change Material (PCM) in vari siti in tutta Europa. L’impegno economico dell’intero progetto si aggira intorno ai 6,6 milioni di Euro, di cui 4,7 coperti da fondi UE.

In particolare lo studio si base su tre linee progettuali:

  • Immagazzinamento dell’energia per adsorbimento di vapore acqueo in un materiale assorbente solido (zeolite).

  • Immagazzinamento di calore per assorbimento di vapore acqueo in un liquido (Idrossido di sodio NaOH)

  • Conservazione di calore in un materiale a cambiamento di fase PCM. Il materiale utilizzato con il caratteristico surraffreddamento richiesto è il sodio acetato triidrato – NaCH3COO * 3H2O.

Lo studio si concentra al momento sulle tecnologie legate allo sfruttamento del calore fornito dalle radiazioni solari ma potrebbe essere successivamente esteso anche alle altre fonti di produzione di energia termica, come le biomasse, le pompe di calore, ecc. L’impatto dei possibili risultati di questo progetto è di incredibile portata, se si pensa che il 49% di tutti i consumi di energia primaria in Europa è per il riscaldamento degli edifici.