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Pramac, i dipendenti pensano positivo «Fiducia nelle promesse dell’azienda»

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All’idomani dell’annuncio della messa in liquidazione dell’azienda , gli addetti della Pramac, si dicono ottimisti sulla ripresa delle produzioni

Fonte: La Nazione, Cronaca di Siena

Autore: Alessandro Vannetti

QUEL CHE PIÙ colpisce, registrando i pareri di alcuni dipendenti Pramac il giorno dopo l’annuncio della messa in liquidazione della società fatto dallo stesso amministratore delegato, è l’assenza di posizioni di netta contrapposizione con la proprietà. C’è il lavoro al centro di ogni considerazione e la convinzione, quasi la certezza, che la sua conservazione sia un obiettivo primario per tutti. 
«PAOLO CAMPINOTI ha detto che si impegnerà per mantenere le produzioni di Casole e, personalmente, gli credo — afferma uno di loro —. In tanti anni di lavoro ho potuto rendermi conto della serietà delle persone e sono convinto che certe affermazioni e certe promesse sono fatte con sincerità. Certo, la situazione è difficile, difficilissima, la chiusura della Pramac sarebbe una disgrazia per tutta la Valdelsa, considerato anche l’indotto, ma se c’è un modo per salvare l’azienda sono sicuro che la famiglia Campinoti lo troverà.
Anche con l’aiuto di molti di noi dipendenti». 
NESSUNO, e non potrebbe essere altrimenti, nasconde la preoccupazione per il futuro e che quello che si è aperto davanti potrebbe essere un baratro, ma nelle considerazioni complessive trova posto anche la speranza. 
Come quella che un dipendente che ha messo in rete insieme alla sua fiducia nell’azienda e nei suoi dirigenti: «La situazione è drammatica, ma forse non del tutto irrecuperabile, le prossime settimane saranno fondamentali. L’interesse per il lavoro ci accomuna tutti, dipendenti e titolari. Personalmente non mi sento di colpevolizzare nessuno: in 14 anni non ho mai avuto problemi e nonostante la crisi ho sempre percepito regolarmente lo stipendio, cosa che in tante altre aziende non succede. La ditta l’ho vissuta dall’interno, e spero di viverla anche in futuro, e fino ad oggi posso solo ringraziare la dirigenza: se in Italia ci fossero state più aziende modello Pramac, le cose sarebbero state migliori, e di tanto».