Oggi presentiamo un Eurobarometro su PMI europee e efficienza delle risorse e mercati verdi. I dati fotografano alcuni progressi rispetto al 2012, con un maggiore sfruttamento delle potenzialità delle PMI nella green economy.
Per fermare il declino industriale e passare dall’attuale 15.1% al 20% di Pil legato al manifatturiero, dobbiamo puntare su innovazione e qualità, con una forte strategia europea. Per questo, nella comunicazione dell’ottobre 2012 abbiano indicato settori con forti potenzialità e ricadute su tutti i comparti industriali. Tra questi, alcune tecnologie chiave per l’economia verde, quali bio-economia, tecnologie abilitanti fondamentali, nuovi materiali, riciclo, sostituzione e uso efficiente delle risorse, edilizia sostenibile, smart grid e veicoli puliti.
Con politiche appropriate, i mercati verdi possono portare a una crescita di numerosi punti di Pil e creare milioni di nuovi posti. L’Europa deve, dunque, puntare alla leadership tecnologica della rivoluzione industriale in atto. E promuovere risposte, in termini d’innovazione e competitività industriale, alle sfide del surriscaldamento, dell’aumento e invecchiamento demografico e della scarsità delle risorse.
Dai dati dell’Eurobarometro emerge l’enorme potenziale, non ancora pienamente sfruttato per le PMI, in questo settore.
PMI protagoniste della rivoluzione verde
Le PMI rappresentano il 99% delle imprese Ue e il 67% dei posti di lavoro. Uno studio recente indica che l’85% dei nuovi posti viene dalle PMI. Anche il 64% dell’inquinamento deriva da PMI. La loro riconversione verso maggiore efficienza delle risorse, rinnovabili, riciclo e produzioni di beni e servizi green è, dunque, una delle migliori carte Ue per uscire dalla crisi, stimolando nuova domanda interna, export e posti di lavoro. Dall’Eurobarometro emerge che il 92% delle PMI sta già rispettando gli standard ambientali Ue. Solo il 22% vuole andare oltre i target esistenti. Il 93% sta attuando investimenti verdi con un aumento rispetto al 2012: dal 62 al 67% in efficienza e risparmio energetico; da 62% a 67% nella riduzione dei rifiuti; da 57% al 59% in risparmio nell’uso dei materiali; da 50% al 51% in risparmio di acqua. 8 PMI su 10 stanno pianificando ulteriori investimenti.
Il 63% di chi ha investito, lo ha fatto per far fronte alla crisi e ridurre i costi di energia e materie prime. Solo il 28% ha indicato che l’ambiente è una delle priorità dell’azienda. Il 67% delle PMI che ha investito non ha avuto costi aggiuntivi (25%) o, ha addirittura ridotto i costi di produzione (42%) dopo aver recuperato l’investimento. Il 23% delle PMI offre già prodotti e servizi verdi.
Ostacoli
Vi sono ancora potenzialità inespresse e, limiti riguardo all’export e alla partecipazione agli appalti verdi. 6 PMI su 10 hanno trovato ostacoli nel migliorare l’efficienza delle risorse. Il 26% ha avuto difficoltà burocratiche e/o normative, il 24% costi rilevanti, il 20% limiti di esperienza e conoscenze tecniche per poter fare scelte adeguate. 9 PMI su 10 vendono principalmente nei rispettivi mercati nazionali. Solo 1 su 5 ha come mercato principale quello europeo e meno di 1 su 10 quelli internazionali. 1 PMI su 10 partecipa ad appalti con una componente ambientale.
Posti di lavoro in gioco
Dall’Eurobarometro emerge che sfruttando tutte le potenzialità dell’economia verde si possono creare milioni di nuovi posti e nuove figure professionali.Attualmente, il 42% delle PMI dell’Ue ha almeno un occupato dedicato a tempo pieno o parziale ad attività “green”, con un aumento del 5% rispetto alle previsione del 2012. Per un totale di oltre 20 milioni di posti di lavoro verdi in tutta Europa. Più della metà di questi posti sono in PMI che offrono prodotti e servizi verdi, con 3 milioni di posti concentrati nei settori del controllo dell’inquinamento atmosferico, rinnovabili, efficienza energetica, gestione dei rifiuti e riciclo. Rispetto al 2012, tuttavia, l’aumento maggiore di posti verdi si registra nelle PMI che non offrono prodotti e servizi ambientali. Questo per la crescente pressione a migliorare l’efficienza delle risorse. Questi dati ci fanno capire l’importanza di sostenere gli sforzi per PMI più verdi come ricetta anti-crisi.
Ruolo della politica
Determinate iniziative possono contribuire a rafforzare la “crescita verde” delle PMI. Più di un terzo delle PMI considera che le sovvenzioni siano le iniziative più adeguate a sostenere gli investimenti sull’efficienza delle risorse. Per il 46% delle PMI che già offrono prodotti verdi, gli incentivi allo sviluppo dei prodotti rappresenta il modo migliore di ampliare la gamma offerta. Gli incentivi, tuttavia, non bastano. Il 25% delle PMI vuole procedure più semplici e assistenza nell’identificare partner, mercati o clienti. Le conclusione che possiamo trarre dall’Eurobarometro è che le nostre PMI sono pronte a cogliere sfide e opportunità della green economy. Ma per sfruttare pienamente le loro potenzialità serve un’azione politica adeguata.
Azioni della Commissione
Accesso ai finanziamenti. 1/3 delle PMI non riesce ad avere il credito richiesto. Anche per l’economia verde l’accesso al credito ha un ruolo chiave. Per questo stiamo attuando una strategia per: (i) più fondi in garanzia per prestiti e venture capital (nuovo programma Cosme, Orizonte 2020 e fondi regionali e azione BEI); (ii) non applicazione di Basilea III ai prestiti alle PMI inferiori a 1.5 milioni; (iii) attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento e pagamento dei debiti pregressi delle P.A. Le banche devono considerare maggiormente tra le garanzie anche piani di risparmio energetico e/o utilizzo di rinnovabili con ritorni certi sulle bollette energetiche future e sulla diminuzione di costi di produzione.
Più innovazione industriale. Orizzonte 2020 e i fondi regionali devono promuovere soluzioni innovative legate all’economia verde, stimolando la creazione di cluster tra università, centri di ricerche e imprese e lo sviluppo di una formazione adattata alla nuova domanda di mestieri “verdi”; serve più ricerca applicata e progetti pilota in settori strategici quali Smart Cities, efficienza delle risorse, rinnovabili reti intelligenti, auto e chimica verdi o le tecnologie chiave abilitanti.
Un contesto più favorevole al Business. Dobbiamo favorire l’accesso al mercato europeo creando un miglior contesto per il business, attraverso la standardizzazione e la semplificazione normativa e amministrativa. Gli ambasciatori delle PMI devono contribuire a rimuovere gli ostacoli all’economia verde.
Vanno valutati – anche a livello Ue – sistemi per accelerare e semplificare le pratiche, introducendo, dove possibile, un silenzio assenso con tempi ragionevoli, sul modello di quanto previsto per alcune infrastrutture o per le rinnovabili. Ho intenzione di presentare una proposta legislativa Ue che, sul modello della direttiva sui ritardi di pagamento, fissi a 30 giorni il termini per ottenere permessi e licenze.
Internazionalizzazione. Da qui al 2020 il 75% della crescita avverrà nei mercati emergenti. Le tecnologie verdi Ue sono sempre più richieste in paesi che hanno spesso problemi d’inquinamento e spreco di risorse vitali.
Per meglio sfruttare queste opportunità stiamo lavorando su tre linee d’azione: (i) eliminazione delle barriere tecniche e tariffarie e accordi di libero scambio, a cominciare da quello con gli USA; (ii) assistenza alle imprese tramite le ambasciate Ue e la rete dello European Enterprise Network; (iii) missioni per la crescita che ho guidato dal 2011 in Brasile, Argentina, Uruguay, Colombia, Messico, Usa, Marrocco, Tunisia, Egitto, Russia, Cina, Israele, Vietnam, Birmania e Tailandia, con imprese e associazioni per facilitare investimenti e opportunità di business. Alcune di queste missioni, tra cui quella in Cina, sono state specificatamente orientate a promuovere le eccellenze dell’economia verde europea.
di Antonio Tajani, Commissario europeo per l’Industria e l’Imprenditoria