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Più «ricco» il fotovoltaico che sostituisce l’amianto

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Tutte le norme nazionali e regionali che incentivano la sostituzione dei tetti in eternit con pannelli fotovoltaici

Fonte: il sole24ore

Autore: Silvio Rezzonico, Giovanni Tucci

Il premio più ambito stabilito dalle norme è un aumento del 10% della tariffa incentivante per l’installazione del fotovoltaico: lo stabilisce il Dm Sviluppo 6 agosto 2010 a favore di chi, dal 2011, oltre a installare i pannelli rimuove i pericolosi tetti in eternit (marchio commerciale che è diventato sinonimo di fibrocemento). È forse l’unico caso in cui il nuovo conto energia si dimostra più generoso di quello precedentemente in vigore: l’anno scorso l’incremento delle tariffe incentivanti era del 5% e per di più occorreva per forza realizzare un impianto integrato nel tetto. Ora si può anche installarne uno semplicemente sovrapposto al tetto stesso.
L’altra agevolazione statale prevista per la bonifica, almeno fino a tutto il 2012, resta la detrazione fiscale del 36%, che ha il vantaggio di premiare espressamente non solo la sostituzione dei tetti, ma anche quella di altri manufatti che contengono amianto come le vernici anti-incendio (utilizzate un tempo soprattutto nelle parti comuni dei palazzi) o le canne fumarie. E questo anche se la tipologia dell’intervento, per esempio la manutenzione ordinaria in un singolo appartamento, non sarebbe normalmente agevolata. Come per gli altri interventi, il tetto di spesa è di 48mila euro e lo sconto fiscale va diviso in dieci rate annuali.
Peraltro, la risoluzione 207/E/2008 esclude la possibilità di cumulare il conto energia con il 36%, così come con il 55% sugli interventi di risparmio energetico.
Chi è a caccia di altri incentivi, deve rivolgersi alle norme locali. La rimozione è resa più appetibile e talora obbligatoria da alcune leggi regionali sul piano casa. Per esempio, la delibera di giunta della Valle d’Aosta n. 3753/2009 esenta dal contributo di costruzione gli interventi di ampliamento o anche di realizzazione di unità immobiliari con criteri di risparmio energetico, in caso di integrale sostituzione di coperture di materiali contenenti amianto. In Molise la legge n. 30/2009 concede invece volumi aggiuntivi: sono basati sul 10% della superficie del tetto rimossa (moltiplicata per tre per il calcolo della volumetria, in caso di residenze). L’Umbria, con l’ultima modifica alla legge n. 23/2009 (legge n. 27/2010) pone invece il focus sugli edifici a destinazione produttiva: l’incremento di superficie ammesso è ulteriormente aumentato del 5% in caso di sostituzione di tutte le coperture in cemento-amianto e del 10% in caso di contestuale installazione di un impianto fotovoltaico. Anche la Lombardia (legge n. 13/12009) premia con ulteriori superfici le riqualificazioni anti-amianto, ma solo quelle nei quartieri di edilizia residenziale pubblica e la Calabria pone come pre-condizione per il recupero abitativi dei sottotetti la sostituzione dell’eternit.
Esistono anche contributi per la rimozione dell’amianto, ma i bandi compaiono (e scompaiono) periodicamente a macchia di leopardo sul territorio nazionale e i relativi finanziamenti sono talora cofinanziati da vari enti pubblici. Spesso (come in Liguria, legge n.5/2009, Piemonte n. 30/2008, Veneto n. 1/2008) sono rivolti solo a enti locali per la bonifica di scuole, ospedali, mezzi di trasporto. In genere, il referente presso cui presentare domanda è il Comune, anche quando i fondi sono in tutto o in parte erogati da regioni o province.
I requisiti per ottenere contributi in conto interessi o capitale variano moltissimo da caso a caso. Si può per esempio segnalare un bando da 9 milioni di euro a favore delle Pmi in Emilia Romagna (Dgr 15 gennaio 2011, n. 15, su Bur 27 gennaio 2011, n. 14) con richieste da presentare tra il 1° aprile e il 2 maggio 2011. Il tetto è di 150mila euro per ciascun beneficiario. Gli interventi di rimozione debbono essere coordinati quanto meno con l’installazione di impianti fotovoltaici ed eventualmente anche con interventi di coibentazione degli edifici. I contributi per fotovoltaico e coibentazione sono a fondo perduto, di quelli per l’amianto va restituita la metà con tasso di interesse pari allo 0,5 per cento.
A fine 2010 è invece scaduto un bando della Regione Abruzzo ma, dato che era la riproposizione di uno precedente, non è esclusa la sua reiterazione. In Sardegna, bandi analoghi sono stati varati nel 2010 sotto la regia delle province, mentre esiste una vera e propria galassia di comuni che hanno provveduto a erogazioni in proprio. Per esempio, Venezia e Verona in Veneto, Cremona e Arese in Lombardia, Castiglion Fiorentino, Colle Val d’Elsa e Volterra in Toscana, Colleferro in Lazio, Gela in Sicilia, la provincia di Trieste, Lamezia Terme in Calabria, Verbania in Piemonte.
LE NORME NAZIONALI
. Norme fondamentali: legge 25/1992, Dlgs 114/1995
. Piani di protezione e decontaminazione: Dpr 8 agosto 1994
. Normative e metodologie tecniche per gli interventi di bonifica: Dm Sanità 6 settembre 1994, Cm Sanità 7/1995, Dm Sanità 14 maggio 1996; Dm Sanità 20 agosto 1999; Dm Salute 14 febbraio 2004; Dm Ambiente 248/2004
LA SCADENZA
Entro la giornata di oggi, 28 febbraio, le imprese che utilizzano amianto nei processi produttivi
o che svolgono attività di smaltimento o bonifica devono inviare la relazione annuale alle regioni e alle Asl. La relazione, prevista dall’articolo 9, commi 1 e 3, della legge 27 marzo 1992, n. 257, deve tra l’altro riportare i tipi e i quantitativi di amianto utilizzati e i rifiuti che sono oggetto di attività di smaltimento o bonifica;
le attività svolte, i procedimenti applicati, il numero e i dati anagrafici degli addetti, il carattere e la durata delle loro attività e le esposizioni all’amianto che subiscono nonché le misure adottate per proteggerei lavoratori. Il modello unificato è nella circolare 17 febbraio 1993, n. 124976 del ministero dell’Industria, del commercio artigianato.
Le regole sul territorio
01 | ABRUZZO
Con la legge 11/2009 (legge quadro) si sono previsti contributi fino al 70% della spesa, e con un precedente bando, scaduto a fine 2010, finanziamenti ai privati per la rimozione e smaltimento di piccole quantità di amianto
che non superano 30 metri quadrati o 450 kg. È l’effetto dell’improvvisa accelerazione delle misure, causata dal terremoto, che ha reso pericolosi molti edifici contenenti amianto. Il piano regionale, però, ancora non c’è e l’unica discarica autorizzata è chiusa, in via di riapertura.
02 | BASILICATA
Censiti 199 edifici pubblici e 165 privati contaminati. Circa 10.800 metri cubi trovati in due discariche abusive (quelle autorizzate sono solo due). Individuati 400mila metri quadrati di coperture e oltre 600mila metri cubi di amianto friabile. I piani regionali di bonifica sono disciplinati dalla Dgr 852/02.
03 | PROVINCIA DI BOLZANO
I rilevamenti aerei completati nel marzo 2010 hanno stimato circa 1.100 tetti di insediamenti privati in eternit. A gennaio è stato annunciato l’inizio dei sopralluoghi. Nel 2009 erano stati formati sul rischio amianto 70 spazzacamini, destinati a diventare consulenti dei cittadini. I piani regionali di bonifica sono disciplinati dalla Dgp 274/97.
04 | CALABRIA
Fondi previsti per la rimozione da edifici pubblici con la Misura 1.8 del Por 2007-2013. Manca ancora il piano regionale e le discariche. Alcuni comuni stanno diffondendo tra i cittadini schede per il censimento (Cosenza, Vibo Valentia). Scoperte varie discariche abusive.
05 | CAMPANIA
Si è provveduto a bonificare (dato 2010) 137 edifici pubblici, mentre il dato dei metri quadrati (400mila)
è riferito solo a metà degli interventi, oltre a due siti contaminati all’interno del sito di Bagnoli. Nessuna discarica.
06 | EMILIA ROMAGNA
Con Dgr 1302/2004 la regione ha approvato la mappatura degli edifici pubblici o privati aperti al pubblico con presenza di amianto: in totale 1.198.
A fine 2010 la rimozione completa ha interessato 448 siti: in alcuni dei 750 restanti sono stati fatti interventi parziali. Contributi previsti dalla Dgr 15/2011.
07 | FRIULI VENEZIA GIULIA
I dati risalgono al 2006: circa 1 milione di metri quadrati di coperture in cemento amianto
e quasi 600 siti contaminati. Contributi per rimozione asbesto fino al 100% della spesa sono stabiliti a favore
dei comuni che hanno subito gli eventi atmosferici di luglio 2010 dalla legge 22/2010.
08 | LAZIO
La giunta dichiara ogni anno di eseguire 3mila interventi per un totale di 10mila tonnellate di amianto rimosse. Mancano discariche autorizzate: i rifiuti vengono spediti all’estero.
I dati (parziali, su autonotifica) hanno contato 1.175 edifici pubblici, per un totale di 2.907 tonnellate di materiali. Previsto il telerilevamento delle coperture in eternit. Norma quadro sono le leggi 27/1998 e 14/1999.
09 | LIGURIA
Contributi previsti dalla legge 5/2009 solo per gli enti pubblici. Una discarica autorizzata e un’altra prevista entro il 2011. Censimento con autonotifica in corso: a inizio 2010 erano 7.500 le notifiche per un totale di 600mila metri cubi di amianto friabile e oltre 32mila segnalazioni di amianto compatto.
10 | LOMBARDIA
Al 28 febbraio 2009 erano state censite 28.200 strutture (23.972 private e 4.228 pubbliche) con presenza di amianto. Di queste, più del 35% sono già state bonificate (5.228 pari al 18,5%) o sono in fase di bonifica (4.879 pari al 17,3%). L’unica discarica esistente è esaurita; altre cinque progettate. Legge quadro 17/2003.
11 | MARCHE
Un primo censimento è stato fatto nel biennio 2002-2003 ed è ancora base per determinare una graduatoria delle priorità di intervento. Il piano regionale di bonifica è stato approvato con Dgr 3496/1997.
12 | MOLISE
Ha appena ha avviato la fase di bonifica. Le attività previste riguardano un totale di 36mila metri quadrati di coperture in cemento amianto, il 7% del totale censito. Norma quadro è la legge 20/2003.
13 | PIEMONTE
Una stima effettuata sulle sole coperture in eternit ha ipotizzato oltre 40 milioni di metri quadrati di amianto nella regione, dove fino al 1986 ha operato a Casale Monferrato, l’eternit, principale azienda produttrice in Italia. A livello regionale, la priorità di bonifica è stata data agli edifici scolastici: stanziati 3,75
milioni dalla Dgr 3 giugno 2009, n. 30-11520 per il biennio 2009-2010.
14 | PUGLIA
La mappatura aerea dei tetti contenenti amianto ha portato a identificare circa 5.000 tetti di amianto di cui 1.706 con dimensioni superiori a 500 metri quadrati. Nel 2010 erano state bonificate 400 strutture, il 15% di quelle censite.
Il piano di bonifica è nella legge 6/2001.
15 | SARDEGNA
Con quattro discariche, è sopra la media italiana. Bandi con contributi ai privati sono stati lanciati nel biennio 2008-2009 dalle province di Cagliari, Sassari, Oristano e Nuoro. Fissato il 2023 come data termine della bonifica. Censiti oltre 1.000 edifici (superficie 12,4 milioni di mq). Norma quadro è la legge 22/2005.
16 | SICILIA
Il decreto dell’assessorato industria 9 dicembre 2009 ha agevolato con bando la sostituzione dei tetti in occasione dell’installazione di fotovoltaico. Mancano sia il piano regionale che statistiche. Contributi previsti da un regolamento a Gela.
17 | TOSCANA
Disponibili solo i dati relativi agli edifici pubblici, 1.145 per 630mila metri quadri.
Da avviare il censimento dei privati. Vari piccoli comuni hanno lanciato bandi con contributi. Piani di bonifica disciplinati dalla Dgr 102/1997.
18 | PROVINCIA DI TRENTO
Terminato nel 2010 il censimento aereo dell’80% del territorio. Le coperture private rilevate (tetti e tettoie) sono 16mila mentre 400 sono le coperture industriali e artigianali. Sono 400 gli ettari di superficie coperta da amianto. I piani di bonifica sono previsti per il 2012-2013.
19 | UMBRIA
Rilevati su auto-segnalazione 84 edifici pubblici e 104 edifici privati per un totale di oltre 270mila metri quadrati. Nel 2010 in dieci impianti in cui si era concluso l’intervento, 16 in corso e altri 21 in attesa di bonifica. Nessuna discarica autorizzata è esistente. Contributi previsti dalla Dd 4637/07.
20 | VALLE D’AOSTA
Piano di bonifica con Dcr 3188 del 2003. Censimento aereo terminato nel 2008: individuati come sospetti 1.365 immobili.
A tutto novembre 2010 le verifiche "sul campo" (fase 2 del censimento) hanno coinvolto 20 comuni per un totale di 277 edifici.
21 | VENETO
La mappatura è stata approvata con decreto di giunta 3887/2008 e formalizzata con decreto 61 del 6 novembre 2009, ma riguarda solo gli impianti industriali attivi o dimessi e degli edifici pubblici (scuole ed ospedali).

Piani di bonifica regionali alle Dgr 5455/96, 5108/98 e 265/2000.