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Piscine a pannelli solari, oppure nuoti al freddo

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È l’ultimatum che è stato lanciato nella città di Ginevra

Fonte: Italia Oggi

Autore: di Ettore Bianchi

A Ginevra fanno sul serio puntando sulle energie alternative. Perfino i proprietari di piscine sono avvisati attraverso un ultimatum lanciato dalla municipalità: o installano pannelli solari, oppure si rassegnino a nuotare nell’acqua fredda. È l’effetto della legge cantonale sull’energia, che vieta espressamente il riscaldamento elettrico e la climatizzazione delle abitazioni private.
La norma dice che le installazioni di riscaldamento di spazi all’aperto come terrazze, rampe, piscine e le cortine di aria calda all’ingresso degli edifici, sono autorizzati soltanto se derivanti da energia pulita. Più chiaro di così. E vale per tutte le classi sociali, Paperoni inclusi. Anzi, l’obiettivo (almeno sulla carta) di questa misura è proprio quello di esigere qualche sacrificio da chi ha ottimi mezzi economici e di far adottare le energie rinnovabili a chi inquina di più. È il caso dei magneti del petrolio e delle materie prime che abitano a Cologny, la collina dei miliardari che si trova sulla riva sinistra del lago di Ginevra, dove abbondano le piscine e gli aerei privati.
All’ufficio cantonale dell’energia spiegano che il sistema funziona e che non è stato mai necessario irrogare sanzioni, mentre capita che arrivino richieste di informazioni sulle procedure di installazione. Ogni anno vengono rilasciati tra 10 e 20 permessi per piscine riscaldate: in tutto un centinaio dall’inizio degli anni 2000.
Ma, se si dà retta agli installatori, emergono ben altri numeri: ogni anno circa 300 piscine verrebbero realizzate nella città elvetica, l’85% delle quali esterne, in gran parte presentate alle autorità come non riscaldate. Evidentemente c’è qualcosa che non va, affermano gli addetti ai lavori. Oltre ai pannelli solari, si ricorre di nascosto a sistemi di riscaldamento convenzionali per garantire l’acqua calda anche nei mesi invernali. Per questo i funzionari pubblici stanno pensando al rafforzamento delle ispezioni, portandole dalle attuali 20 all’anno a un centinaio, pur non volendo troppo calcare la mano. Anche se c’è chi rileva che certi ricconi passano soltanto poche settimane a Ginevra, e non è detto che se ne stiano sempre a mollo in piscina.