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Partita la rincorsa delle rinnovabili il prossimo obiettivo è l’efficienza energetica

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Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, il 23% in più di efficienza energetica nei prossimi 10 anni significherebbe un aumento della domanda interna di quasi 1 miliardo e mezzo di euro

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

Autore: Vito de Ceglia

Nel mercato delle rinnovabili, la “rincorsa” dell’Italia è iniziata. Nonostante il quinto conto energia. E quindi la conseguente rivoluzione, l’ennesima, sui meccanismi degli incentivi all’industria fotovoltaica. Ma la sfida degli operatori di settore è ripartita proprio da qui: cioè, da quando quel contestato decreto è diventato legge lo scorso 27 agosto, cambiando in corsa le regole del gioco. Un duro colpo per l’intera filiera, dai produttori di inverter a quelli dei pannelli, fino agli installatori. Un colpo che ha scatenato molti allarmi e malumori ma, nel contempo, ha spinto gli attori del mercato italiano e le associazioni di categoria a ripensare l’intero sistema. Partendo da un presupposto: con le nuove regole, ad essere premiata non è più tutta l’energia prodotta, ma solo la quota effettivamente immessa in rete, o utilizzata per l’autoconsumo. Analizzando mercato, quinto conto energia, integrazione della tecnologia e le nuove soluzioni per l’autoconsumo, gli operatori del settore non si sono persi d’animo e hanno messo sul piatto il loro know how per restare competitivi in Europa. Il punto di partenza è il primato italiano di impianti fotovoltaici entrati in esercizio nel mondo, equivalente a 9,37 GW (il 44,6% di quota in Europa, oltre il 33,8% nel resto del mondo). Ora, lo step successivo è quello di conquistare la leadership anche nel redditizio mercato dell’“efficienza energetica”. Obiettivo realizzabile grazie ai “sistemi di accumulo”, o più comunemente le batterie, prodotte con tecnologie solide e ormai conosciute, quali quelle a base litio e a base sodio. Sono batterie di ultima generazione capaci di immagazzinare l’elettricità generata da fonti rinnovabili, per poi rilasciarla quando più necessario al sistema energetico, in modo da correggere le tensioni e le frequenze provocate alla rete. «L’Italia è considerato a livello mondiale un paese front-runner nel mercato dei sistemi di accumulo — sottolinea Claudio Andrea Gemme, presidente di Anie, federazione aderente a Confindustria, che rappresenta in Italia le imprese elettroniche ed elettrotecniche — Ci sono aziende, come la Fiamm, che stanno già sperimentando questa tecnologia. In sostanza, il processo è partito da tempo: ora, si tratta di realizzare una sinergia vera tra industria, istituzioni e gestori elettrici, così da fare dell’Italia una best pratice invidiata e capace di rappresentare dal punto di vista tecnologico un modello industriale forte e competitivo». «Con le opportunità date dallo storage — aggiunge il presidente — può rimettersi in moto tutta la filiera: a partire dai produttori di inverter, perché si interfacciano con i sistemi di accumulo convertendo la corrente continua prodotta in corrente alternata, in modo che essa possa essere immessa nella rete pubblica o anche utilizzata per l’autoconsumo». Secondo i dati pubblicati dall’Osservatorio per le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, il 23% in più di efficienza energetica nei prossimi 10 anni significherebbe un aumento della domanda interna di quasi 1 miliardo e mezzo di euro. In questo modo, gli interventi per l’efficienza energetica, non solo contribuirebbero per lo 0,5% all’aumento del Prodotto interno lordo, ma determinerebbero anche un risparmio energetico di circa 500 milioni e la creazione di nuovi posti di lavoro. Un ulteriore contributo sulle opportunità di business del mercato dello storage, lo fornisce l’ultimo report di Boston Consulting Group che evidenzia come in Italia, nei prossimi sette anni, cresceranno vertiginosamente le applicazioni di batterie sulle reti residenziali (“On-grid residential”) e sulle reti di trasmissione e distribuzione (“Ongrid T&D and Dist”), passando rispettivamente da 39 milioni nel 2003 a 1 miliardo e 786 milioni di euro nel 2020, e da 242 milioni a 1 miliardo e 850 milioni di euro. «Intanto, quando si parla di efficienza energetica, si dovrebbe partire a livello nazionale con un intervento di manutenzione delle centrali termoelettriche, la maggior parte delle quali ha più di 30 anni — rileva Gemme — Poi, c’è tutto il capitolo sul residenziale che offre enormi potenzialità di sviluppo per i sistemi di accumulo e gli inverter». E lo sguardo degli addetti ai lavori va alla Germania, dove sono stati stanziati 50 milioni di euro per finanziare sotto forma di contributi a fondo perduto fino al 30% del costo delle batterie domestiche per accumulare l’energia fotovoltaica: per un accumulo di 4,6 kWh si stimano costi di circa 13 mila euro, a fronte di contributi statali di circa 2 mila euro. In pratica, la previsione tedesca è pari all’attuale mercato mondiale delle batterie industriali a piombo. Anche in Italia, però, qualcosa si muove: come dimostra la decisione di Terna di inserire nel suo piano, approvato dal Ministero dello Sviluppo economico, un miliardo di investimenti nel settore entro il 2016. E quella successiva di Enel che ha annunciato l’intenzione di utilizzare i “container” di stoccaggio in circa 40 dei propri impianti di energia rinnovabile. Nel frattempo, l’Autorità per l’Energia e il Gas ha fatto partire due bandi per altri progetti pilota di Terna: rispettivamente, sei di tipo ”energy intensive” per complessivi 35 MW e due di tipo “power intensive” per complessivi 16 MW. «A questo punto, il passaggio successivo è di avere certezze sui tempi e sulle misure di lungo periodo per sostenere e accompagnare gli investimenti industriali con un programma di sostegno alla ricerca di nuove tecnologie e materiali — rivendica Gemme — È questo che ci aspettiamo dal prossimo governo, considerato che già oggi le imprese del sistema Anie investono più del 4% del fatturato annuo rispetto alla spesa media nazionale su Pil pari all’1,27% e ad una media europea del 2%». «Auspichiamo, pertanto, una riflessione profonda e condivisa — conclude il presidente — su come rendere efficace e concreta la centralità degli stoccaggi che oggi rappresentano nel mondo dei componenti elettrici il vero breakthrough in grado di contenere limiti e distacchi dannosi per il sistema elettrico e per le bollette dei consumatori ».