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Paolo Romani e Carlo Rubbia indicano la geotermia nel futuro mix energetico del Paese.

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Il ministro dello Sviluppo Economico e il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia parlano delle potenzialità della geotermia su Elementi, periodico del Gestore dei Servizi Energetici

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

In un’intervista rilasciata nell’ultimo numero della rivista Elementi, periodico del Gestore dei Servizi Energetici, visibile sul sito www.gse.it, il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, parlando di fonti rinnovabili, si è soffermato sulle potenzialità della geotermia.

«Recenti studi –ha detto il ministro- attribuiscono alla geotermia un ampio potenziale non ancora sfruttato, accessibile con nuove tecniche di ricerca, esplorazione e asportazione del calore».

Nello stesso numero di Elementi, compare anche un’intervista al premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, che ribadisce quanto aveva già affermato in occasione del referendum sul nucleare.

«In Italia – afferma Rubbia sul periodico del Gse- esistono due alternative al nucleare perfettamente accettabili: il gas naturale – con cui costruire centrali in tempi rapidi a costi relativamente modesti – e il geotermico di cui esistono notevoli risorse poco o mal utilizzate nel nostro Paese. Queste tecnologie sono in grado di rispondere all’aumento della domanda elettrica».

Il premio Nobel Rubbia ricorda anche che «il potenziale solare e geotermico del nostro Paese, se opportunamente sfruttato, potrebbe contribuire in modo considerevole ad aumentare la nostra indipendenza energetica».

Riguardo alle potenzialità della geotermia il ministro Paolo Romani sottolinea che «noi ci siamo mossi in anticipo, stanziando risorse ad hoc nell’ambito del Programma Operativo Fonti Rinnovabili e Risparmio Energetico per fare un’analisi del potenziale del nostro territorio e per studi di fattibilità di nuovi impianti. In più, con il decreto legislativo 28 del 2011, abbiamo avviato la sperimentazione di impianti pilota a emissioni nulle. Anche le applicazioni della geotermia più tradizionali, siano esse finalizzate alla produzione di energia elettrica o allo sfruttamento del calore, trovano adeguata incentivazione nell’ambito degli strumenti esistenti».

Il programma cui si riferisce il ministro dello Sviluppo Economico (il Programma Operativo Interregionale (POI) “Energie Rinnovabili e risparmio energetico” 2007- 2013) interviene “in relazione all’organizzazione della filiera territoriale o settoriale o di modelli integrati di intervento – a partire dalle misure tese a garantire un’ adeguata offerta alla fonte, ai collegamenti tra le tecnologie disponibili e imprenditori che possano utilizzarle nella messa in produzione, fino alla disponibilità di una rete di profili professionali, industrie e servizi specializzati sul territorio”.

Questo approccio riguarda sia i settori in cui si sono registrati trend di crescita interessanti sia gli ambiti finora poco sfruttati per scarsa conoscenza dei benefici (efficientamento residenziale pubblico e privato), per limiti tecnologici oggi superati -geotermia a bassa entalpia- oppure per i profili di rischio che li caratterizzano -geotermia ad alta entalpia.

In merito alla geotermia si ritiene che nel medio termine ci siano ampi margini di crescita del settore stimabili in un aumento del 30-40% al 2020.

L’utilizzazione diretta del calore a media e bassa temperatura- si legge nel documento- ha avuto, fino ad alcuni anni fa, un limitato sviluppo, ma sta crescendo in maniera significativa con l’aumento del prezzo del petrolio, e si prevede al 2020 un raddoppio della capacità installata (da circa 350 a 600-800 MWt), con un contributo importante delle pompe di calore geotermiche per il condizionamento ambientale, in linea con quanto sta accadendo da alcuni anni in altri paesi europei.”

Tuttavia, si ritiene che le prospettive più interessanti ai fini della produzione di energia, possano venire dagli usi innovativi della risorsa geotermica.

Se fino ad oggi si sono utilizzati fluidi ad alta temperatura ed alta pressione, fatti espandere (direttamente o tramite uno scambio termico) in una turbina convenzionale e disponibili solo in poche aree geografiche come il bacino di Larderello, oggi si sta guardando con sempre maggior interesse a nuove modalità di utilizzo del calore geotermico, con impianti che iniettano acqua nel sottosuolo e la riportano in superficie riscaldata, innescando un ciclo termico anche con differenze di temperatura modeste. Operando con tali modalità è possibile realizzare gli impianti in moltissime località (non sono richieste condizioni di temperatura del sottosuolo eccezionali, né la presenza di fluidi naturali), con un potenziale stimato dell’ordine delle decine di GW.“

Nel documento si ritiene che queste possano essere iniziative realizzabili in maniera diffusa in Italia, e che possano rappresentare una risorsa non marginale attivabile a livello locale anche in corrispondenza dei centri urbani.

I fluidi geotermici a bassa entalpia, possono avere molteplici applicazioni nei settori dell’agricoltura (serre), zootecnia, acquacoltura, balneoterapia; tra i settori di maggiore interesse vi è senza dubbio il riscaldamento e raffreddamento degli edifici, tramite sistemi di pompe di calore e di geocooling.“

L’azione del POI è orientata -oltre che verso il sostegno di progetti complessi di valenza sovraregionale- alla diffusione del modello della filiera attraverso il sostegno a progetti di piccola taglia con ricadute dirette ed indirette sul tessuto produttivo locale.

Obiettivi fondamentali delle strategie di sviluppo economico e sociale sostenibile che vengono perseguiti tramite il POI, sono inoltre la diffusione della conoscenza tramite la formazione, l’informazione, e il consolidamento della capacità di governance nei processi amministrativi.