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Orto planetario in città con la geotermia

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A Randstadt, un supermercato ortofrutticolo dove coltivare e vendere prodotti di tutti i paesi e per tutte le etnie

Fonte: Casa&Clima.com

Autore: Casa&Clima.com

Raramente le grandi città ospitano terreni adatti all’agricoltura, ma la volontà di coltivare all’interno delle metropoli pare si stia diffondendo sempre più. Tra gli ultimi esempi, l’ambizioso progetto di Van Bergen Kolpa Architects, un gruppo di architetti olandesi affascinati dalle opportunità dell’agricoltura urbana.

Ricreare un microclima caldo nel cuore del NordEuropa.
L’intenzione è quella di creare un’enorme cascina-supermercato su un appezzamento di 4000 acri a Randstad,
la regione con la più alta densità di popolazione d’Olanda. Già ribattezzato come "Supermercato Verde", il piano prevede di coltivare e vendere tutti i prodotti in un unico centro: per garantire colture 365 giorni l’anno, il team di architetti ha messo a punto un sistema in grado di controllare le temperature e l’ambiente esterno e, soprattutto, di ricreare climi mediterranei e tropicali in modo ecologicamente sostenibile.

Produrre per oltre 150 diverse etnie.
Interessante, nel progetto, anche l’occhio di riguardo alla multietnicità della clientela potenziale: sviluppata in forma di cerchio attorno alla città di Amsterdam, la regione di Randstadt abbraccia l’Aja, Rotterdam e Utrecht insieme a cittadine più piccole. Su questa ampia superficie popolata, coabitano oltre 150 diversi gruppi etnici ed altrettante culture alimentari: “L’obiettivo è riuscire a produrre cibo in grado di soddisfare tutti i gusti", dichiara Jago van Bergen, una delle menti del Supermercato Verde.

Metodi tradizionali…
Selezionato per il prossimo World Architecture Awards di novembre, il progetto prevede di dividere l’area in tre differenti zone climatiche – temperata, mediterranea e tropicale. Per riuscirvi, la squadra di Van Bergen Kolpa Architects ha combinato metodi di coltivazione tradizionali e moderni per stoccare il calore e rilasciarlo poi gradualmente quando le temperature calano, tipicamente nelle ore serali e notturne. Muretti a secco a base di argilla ripareranno poi le colture dai venti freddi, emettendo contemporaneamente il calore assorbito durante il giorno e creando un vapore ideale per frutta e verdura: "Questo metodo è stato usato già nel 18° secolo nei giardini di Potsdam, in Germania, così che il re potesse crescere l’uva senza dover dipendere dalla Francia”, cita van Bergen.

 

.e tecnologia moderna.
Quando però si tratta di coltivare prodotti tipicamente tropicali come manghi, papaie e riso di qualità basmati, allora, prosegue van Bergen, ci sarà bisogno di un ulteriore livello di calore: "in questo caso, ricorreremo alla pompa geotermica: il calore immagazzinato in profondità nei terreni, sarà fatto risalire fino alla sommità utilizzando tubi sotterranei pieni di acqua. Certo, riconoscono i progettisti, le pompe geotermiche o l’impiego di illuminazione elettrica per prolungare artificialmente le ore di luce richiederanno un input aggiuntivo di energia, ma il progetto prevede di ricorrere a fonti rinnovabili locali.


Ridurre le emissioni nocive legate alla produzione di cibo.
Commissionato dal Gruppo di pianificazione dell’Olanda meridionale, il nuovo grande supermercato a cielo aperto potrebbe venire avviato a partire dall’inizio del 2012. In caso di successo, il gruppo non nasconde l’intenzione di allargare sistemi simili in tutto il paese, creando “cinture verdi” ai margini dei grandi centri e contribuendo a ridurre le emissioni di anidride carbonica legate alla produzione cibo, che secondo il rapporto 2008 di Greenpeace rappresenterebbero il 30% delle emissioni totali in tutto il mondo.

I dubbi: l’impatto di micro-climi artificiali in un territorio del Nord Europa.
“Il sistema di produzione alimentare dominante si basa sull’uso massiccio di combustibili fossili, ad ogni livello", ricorda dalla City University di Londra il dottor Martin Caraher, professore di politica e salute alimentare. Il quale però riserva una critica al progetto: "Ho dei dubbi su qualsiasi sistema ricrei all’aperto climi artificiali. Siamo consapevoli di essere affetti da cambiamenti climatici preoccupanti, ma mi chiedo se l’impiego di tecnologie che cercano di controllare i nostri cicli climatici non possa risultare imprevedibile". Per non parlare, conclude Canon, delle possibilità di parassiti sconosciuti.

Ma Van Bergen, portavoce dello studio di progettazione, ribatte che non si corrono rischi e si stanno ultimando gli ultimi test di accertamento: "Non vogliamo imporre questa come unica forma di agricoltura: credo che le nostre future riserve alimentari dovranno anzi provenire da una varietà di fonti, utilizzando un’ampia gamma di metodi. Ma di certo questo progetto, oltre a ridurre le emissioni nocive, aiuterà a coltivare i legami della comunità con il territorio e dare un nuovo significato e un senso a un enorme spazio attualmente inutilizzato e maltenuto."