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Ora le rinnovabili pesano quanto il gas

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Scendono i prezzi, spariscono (o quasi) gli incentivi pubblici
La Cina presto rappresenterà il 40% dei nuovi impianti globali

Fonte: Corriere della Sera/Corriere Economia

Autore: Elena Comelli

Prezzi in calo, fonti rinnovabili in crescita. Oggi le fonti pulite prevalgono largamente sulle fonti fossili nelle nuove installazioni, danno lavoro a circa 6,5 milioni di persone e attirano nuovi tipi di investitori, come il Rockefeller Brothers Fund, emanazione della storica famiglia che ha costruito la sua fortuna sull’oro nero della Standard Oil e che ora cambia strada, vendendo tutti gli asset nelle fonti fossili, per spostare 860 milioni di dollari sulle energie rinnovabili.
Rapporto
In base al nuovo rapporto dell’International Energy Agency, la quota di produzione elettrica da rinnovabili sul mix mondiale è arrivata al 22%, portandosi alla pari con quella da gas, e da qui al 2020 aumenterà di un altro 45%, portando l’elettricità verde al 26% del mix mondiale. In Italia siamo già ben oltre queste quote. In agosto, secondo i dati di Terna, le rinnovabili hanno generato il 48,9% dell’elettricità prodotta nel Paese e hanno coperto il 45,4% della domanda elettrica complessiva. Rispetto all’agosto 2012 è cresciuta soprattutto la produzione eolica (+22,3%) e idroelettrica (+23,8%), un po’ meno quella fotovoltaica (+9,1%), mentre è crollata la produzione del termoelettrico da fonti fossili (-14,1%). Dall’inizio dell’anno, la quota della domanda coperta dalle energie rinnovabili è stata del 40,1%, con quasi 82 terawattora prodotti, il 7% in più rispetto al 2013.
Su scala mondiale, in 10 anni la potenza da rinnovabili è cresciuta dell’85%. Nel 2013 la potenza complessiva di energia verde è arrivata a 1.700 gigawatt, il 30% del totale, e per la prima volta la quota di fonti rinnovabili sulla nuova potenza installata annualmente ha superato le fonti fossili anche nei Paesi non Ocse: in Cina, ad esempio, tra eolico e fotovoltaico sono stati installati 27,4 gigawatt di potenza. Ma lo sviluppo del settore, secondo la Iea, rallenterà e si stabilizzerà dopo il 2014.
Previsioni
Da qui al 2020, gli investimenti nelle rinnovabili si attesteranno su una media annuale di 230 miliardi di dollari, dunque sotto i 250 miliardi registrati nel 2013 e i 280 miliardi del 2011. A ridimensionare gli investimenti non sarà solo il rallentamento della crescita, ma anche il calo dei costi delle tecnologie, che aprirà nuovi mercati. Dal 2008 ad oggi, secondo l’ultimo rapporto dell’Irena (International Renewable Energy Agency), il costo dell’energia da fotovoltaico è sceso in media dell’80% e quello da eolico del 18%. L’energia del vento è già la più competitiva in diverse zone del mondo e anche il solare su larga scala inizia a battere le centrali convenzionali: in Cile, ad esempio, si sta costruendo un parco fotovoltaico da 70 megawatt non incentivato, che venderà elettricità sul mercato spot.
Per Maria van der Hoeven, direttrice esecutiva della Iea, «diverse fonti rinnovabili non hanno più bisogno di alti incentivi, ma serve, data l’intensità di capitale di questi investimenti, un contesto di mercato che assicuri ritorni ragionevoli e prevedibili». L’incertezza normativa, sostiene il rapporto, rappresenta un freno per l’energia pulita, insieme alle difficoltà nell’accesso al credito e alla carenza di politiche per integrare le rinnovabili nel sistema, a partire dalla rete elettrica. Un problema che in Italia è particolarmente d’attualità.
Da qui al 2020 la Iea prevede che la produzione da rinnovabili cresca in media del 5,4% all’anno, arrivando a 7.310 terawattora, dai 5070 terawattora prodotti nel 2013. A contribuire di più alla crescita saranno nell’ordine idroelettrico ed eolico. La potenza installata invece nello stesso periodo salirà del 50%, dai 1.690 gigawatt del 2013 a 2.555 gigawatt nel 2020. A mettere in rete nuovi impianti a rinnovabili sarà soprattutto la Cina, che peserà per ben il 40% della nuova potenza verde installata globalmente.
Resta ampiamente trascurato, denuncia invece la Iea, il potenziale delle fonti pulite per quel che riguarda la produzione di calore e raffreddamento, che pesa per più della metà del fabbisogno energetico mondiale. Qui le rinnovabili nel 2013 hanno contribuito solo per l’8% della domanda e il loro apporto è previsto sostanzialmente stabile, al 9% nel 2020. Su questo fronte, come risulta chiaramente dallo scarso apporto europeo, anche in Italia c’è ampio margine di miglioramento.