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Ok alla prima perforazione di un supervulcano

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Progetto parte entro l’anno nei Campi Flegrei

Fonte: ANSA.it

Autore: ANSA.it

E’ previsto entro l’anno il via alla perforazione dei Campi Flegrei, che permetterà per la prima volta di entrare nelle profondità di un supervulcano. Vulcani come questi sono strutture capaci di eruzioni molto violente, ma per fortuna molto rare, e sono solo circa una decina in tutto il mondo.
”C’e’ l’ok da parte del Comune di Napoli, che e’ proprietario al 90% del sito dove avverra’ la perforazione, nell’area di Bagnoli Futura”, ha detto il coordinatore del progetto Giuseppe De Natale, dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia (Ingv), a margine del convegno sulla Geotermia organizzato da Ingv e università Parthenope di Napoli, in corso a Napoli fino al 19 maggio.
Il programma internazionale che prevede la perforazione del supervulcano dei Campi Flegrei si chiama ‘Campi Flegrei Deep Drilling Project’ ed e’ finanziato dal Consorzio internazionale per le perforazioni profonde continentali. La perforazione, prevista inizialmente nel 2010, ma allora lo stop da parte del Comune aveva bloccato il progetto. Adesso la situazione e’ risolta e c’e’ il via libera. ”Ci aspettiamo di partire al piu’ presto – ha aggiunto – entro qualche mese, il tempo di riorganizzarci con la societa’ che ha vinto l’appalto”.
L’obiettivo, ha spiegato De Natale e’ ”monitorare e studiare questo vulcano per mitigare il rischio”. Si partira’ con un primo pozzo, profondo 500 metri e del diametro iniziale di 30 centimetri che in profondità diventeranno 12 centimetri. Il programma, ha proseguito, ”è lo studio stratigrafico per ricostruire l’attività eruttiva nell’area di Bagnoli che è poi quella più importante perchè più densamente abitata”.
Il costo di questo primo pozzo, ha proseguito il coordinatore del progetto, ”sarà di 400-500 mila euro, sara’ una sorta di osservatorio vulcanico in profondita’ che permetterà di aumentare di 3 ordini di grandezza la possibilita’ di rilevare i piu’ piccoli segnali sismici”. Il pozzo sarà equipaggiato con dispositivi in fibra ottica realizzati dall’Istituto di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). In seguito si prevede di realizzare un secondo pozzo profondo 3,5 chilometri e dal diametro 40-50 centimetri per studiare gli acquiferi dei Campi Flegrei. La trivellazione, ha concluso, aiuterà a ”comprendere le cause del bradisismo e se vi è una relazione fra bradisismo ed eruzioni”, oltre a fornire dati importanti sull’eventuale sfruttamento, in futuro, dell’energia geotermica del supervulcano.