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Obiettivi sul clima al 2030: Bruxelles è sulla strada sbagliata

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I progressi dell’UE nel rispetto degli impegni sottoscritti con l’Accordo di Parigi dipendono più da fattori congiunturali che da veri cambiamenti strutturali

Fonte: Rinnovabili.it

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L’Unione europea rischia di non centrare i suoi obiettivi sul clima per il 2030, a meno che non cambi decisamente rotta sulle politiche per la riduzione delle emissioni. Secondo un report pubblicatodall’Istituto per lo Sviluppo Sostenibile e le Relazioni Internazionali (IDDRI), i progressi nei tagli di CO2 e nel miglioramento dell’efficienza energetica non bastano per rispettare gli impegni con orizzonte 2030 e 2050 (rispettivamente, tagli alle emissioni del 40% e dell’80% rispetto ai livelli del 1990).

“Il passo del cambiamento è insufficiente – si legge nel report – Troppo nella variazione delle emissioni aggregate è dipeso da effetti congiunturali”, come ad esempio la crisi finanziaria del 2007 e la sua lunga coda, invece che da nuove politiche strutturali. In questa prospettiva, continua l’IDDRI, Bruxelles non ha formulato proposte credibili per una decarbonizzazione a lungo termine della sua industria. 

Sotto la lente dell’istituto francese finisce in particolare il mercato dei crediti di carbonio europeo (ETS). La sua riforma – di cui Bruxelles sta discutendo – è un tassello fondamentale affinché i Ventotto possano rispettare davvero gli impegni sottoscritti con l’Accordo di Parigi. Solo  se questi impegni verranno integrati nel nuovo ETS “nella forma più forte possibile” si riuscirà a centrare l’obiettivo. “L’ETS europeo ha un disperato bisogno di essere rafforzato per evitare il rischio che i prezzi del carbonio bassi e inefficaci persistano fino alla fine del prossimo decennio”, puntualizzano gli esperti dell’IDDRI.

L’ETS ha perso circa l’80% del valore della singola quota di permesso negli ultimi 8 anni. Il prezzo corrente di una tonnellata di gas serra si aggira sui 6 euro. Quando il sistema fu messo in piedi nel 2005, il valore considerato ottimale era cinque volte superiore, intorno ai 30 euro.

Della massima importanza anche il phase out del carbone, che se non programmato continuerà a tenere sotto pressione il mercato europeo dell’elettricità. Altro punto di riguardo sono le politiche sui trasporti. Per l’IDDRI Bruxelles non potrà rispettare i suoi obiettivi (meno 70 g/km di CO2 entro il 2025) senza un quadro definito per l’acquisto di veicoli pubblici e commerciali 100% elettrici.