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Nuove perforazioni geotermiche in Ungheria

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Un nuovo permesso di ricerche e perforazioni geotermiche è stato concesso al gruppo petrolifero ungherese MOL nel bacino di Jászberény

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

Nella newsletter di Giugno del Consiglio Europeo per la Geotermia, EGEC, si legge che in Ungheria è stato concesso un permesso di esplorazione geotermica alla CEGE Ltd, del gruppo petrolifero ungherese MOL, che opererà assieme all’Australiana Green Rock Energy International.
L’Ungheria è considerato il paese “più caldo” dell’Europa centrale grazie all’anomalia termica positiva. É un bacino sedimentario con crosta terrestre sottile ed un gradiente termico di 5°C ogni 100 metri di profondità.
La concessione ottenuta dalla CEGE Ltd., riguarda un’area della superficie di 349 km2 nella parte occidentale del bacino di Jászberény, adiacente ai campi di produzione petroliferi della MOL.
Il programma di esplorazione geotermica per cui sono previsti investimenti pari a 3,1 miliardi di Fiorini ungheresi (circa 10 milioni di Euro),  si svolgerà in quattro anni, tra il 2014 e il 2018 e comprende la reinterpretazione in 3D di dati sismici già esistenti su circa metà dell’area data in concessione, la ricerca di nuovi dati magneto-tellurici su 126 km2 e la perforazione di 4 pozzi esplorativi, cui potrebbero aggiungersi ulteriori due pozzi. La perforazione del primo pozzo è prevista nel 2015 ed il potenziale stimato nell’intera area è di circa 25 milioni di barili equivalenti di petrolio (BOE).
«Abbiamo una buona possibilità di realizzare un programma di esplorazione di successo –ha detto il Vice Presidente di E & P MOL Ungheria, Tamás Szakál- che può contribuire al nostro obiettivo strategico a medio termine per mitigare il calo del PIL ungherese al di sotto del 5%».
«Oltre a ciò –ha continuato Szakal- possiamo utilizzare il nostro know-how acquisito in attività di esplorazione e produzione petrolifera in progetti di energia geotermica rinnovabile».
In Ungheria si contano almeno 8000 pozzi di esplorazione sia geotermici che petroliferi, non utilizzati e infatti nel paese non esiste alcuna centrale geotermoelettrica, mentre in molte realtà urbane si sfrutta il calore geotermico del sottosuolo per alimentare le reti di teleriscaldamento.
Sono molte le città ungheresi che giù utilizzano reti di teleriscaldamento geotermico è che stanno progettando ampliamenti di quelle esistenti integrandole con altre fonti rinnovabili, come ad esempio la municipalità di Morahalom, che partecipa al progetto GeoCom.
A Morahalom è prevista la realizzazione di un sistema geotermico integrato con sistemi di efficienza energetica e con il ricorso ad altre fonti di energia rinnovabile che permetteranno di far crescere l’attuale quota di rinnovabili utilizzata dalla città all’80%.
Il più grande sistema di teleriscaldamento presente in Ungheria è quello realizzato nel comune di Szentlőrinc nel sud-ovest del Paese, in grado di produrre 3,1 MW di energia termica, e di fornire  riscaldamento e acqua calda a circa 900 abitazioni.
Il governo ungherese aveva programmato tre anni fa una crescita dell’uso della fonte geotermica sia per produzione  di elettricità che di calore del 19% entro il 2020.