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Novità importanti per la geotermia a media e basse entalpia

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E’ quanto è emerso dal convegno “Geotermia: media e bassa entalpia”, organizzato da CoSviG nell’ambito di Energethica, la fiera della sostenibilità energetica in corso a Firenze, alla Fortezza da Basso

Fonte: GeotermiaNews

Autore: Redazione

L’Italia è il primo paese in Europa per risorse geotermiche e uno dei primi al mondo. Il suo potenziale è molto grande sulla terraferma a partire dalla Toscana, dove sino ad ora vi è stato anche il principale sfruttamento per la produzione di energia elettrica e dove è in atto una rivitalizzazione delle ricerche anche grazie al Decreto legislativo n 22/10 che ha liberalizzato tale attività.

Sono compresi tra due e tremila i chilometri quadrati del territorio regionale che saranno interessati dalla ricerca con la possibile autorizzazione per la realizzazione anche di piccole centrali in gradi di sfruttare la risorsa a temperature più basse di quelle sino ad ora utilizzate. Si parla di media e bassa entalpia, che potrebbe rappresentare il futuro della geotermia.

Proprio alla media e bassa entalpia è stato dedicato il convegno “Geotermia: media e bassa entalpia”, organizzato da CoSviG nell’ambito di Energethica, la fiera della sostenibilità energetica in corso a Firenze, alla Fortezza da Basso, tra il 22 e il 24 settembre.

Le risorse geotermiche a bassa-media entalpia sono presenti anche in molte altre regioni italiane: in Piemonte (Vinadio, Valdieri) in Veneto, nell’area dei Colli Euganei; in maniera molto estesa nel Lazio, in Sardegna e Sicilia, in Calabria, Campania (Campi Flegrei).

Il teleriscaldamento geotermico oltre che in Toscana è già utilizzato anche a Ferrara, in Emilia-Romagna e l’utilizzazione delle risorse geotermiche locali potrebbe essere molto importante anche nelle isole minori.

Ischia, Pantelleria, Lipari, possiedono importanti risorse geotermiche di bassa e media entalpia che -se utilizzate- potrebbero portare benefici economici ed ambientali alle popolazioni locali.

L’utilizzo delle pompe di calore geotermiche, ad esempio, potrebbe fornire un valido contributo per il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici ma nel nostro paese, al contrario di quanto sta avvenendo in altri paesi europei, è ancora una tecnologia poco diffusa, quando potrebbe invece trovare applicazione in quasi tutte le regioni.

«Le pompe di calore geotermiche – sostiene il professor Alessandro Sbrana, docente di Geotermia all’Università di Pisa, uno dei relatori del convegno – prevedono lo sfruttamento della energia termica contenuta nel suolo, in falde freatiche a bassa temperatura, 10-14 °C in acque superficiali, corsi d’acqua, laghi, etc… consentendo la climatizzazione (riscaldamento e raffreddamento) di ambienti anche di grandi dimensioni. Sono adatte in questo caso sonde geotermiche e pompe di calore impiegate attraverso perforazioni a bassa profondità, realizzate anche nella fase di costruzione delle fondazioni degli edifici».

Nel futuro delle pompe di calore geotermiche comunque «Ci sono importanti novità» secondo quanto sostiene Tommaso Franci, dell’ Unione Geotermica Italiana (UGI), anche lui tra i relatori del convegno. «In Italia – spiega Franci- consumi di energia da fonte geotermica tramite pompe di calore per il 2010 sono stimati attorno a 40 KTEP (migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio), questo valore secondo il Piano di Azione Nazionale per le rinnovabili (PAN) nel 2020 dovrebbe arrivare a 522 KTEP, più che decuplicando in dieci anni ad un tasso medio annuo di crescita quasi del 30%».

Le stime dell’UGI indicano che in Italia, nel 2010, la capacità termica installata delle pompe di calore geotermiche sia di circa 500 MWt con un parco di circa 10.000 impianti di varie dimensioni.

«Ma uno degli aspetti più rilevanti e poco conosciuti –sottolinea Franci- è la forza dell’industria italiana in questo settore».

A tale proposito cita i dati dell’Osservatorio Energia di REF che rilevano che «negli ultimi anni oltre il 90% delle pompe di calore vendute nel mercato italiano sono di produzione nazionale e circa il 50 % della produzione nazionale viene destinata all’esportazione».

Ciò che serve allora è una maggiore promozione di questa tecnologia, su cui alcune aziende italiane stanno sperimentando nuovi prototipi. Un settore su cui anche il Centro di Ricerca sulla Geotermia (CEGL) di Larderello ha dato un importante contributo, sia nel settore della ricerca applicata che dell’industria energetica, ottenendo importanti conoscenze che adesso ha intenzione di trasferire anche agli installatori, per contribuire a mantenere il prestigio di cui godono l’industria e le strutture di ricerca geotermiche italiane nel mondo.

«La promozione delle pompe di calore geotermiche- ha concluso Tommaso Franci- potrebbe costituire una vera spinta all’economia italiana molto più forte di quella data dall’incentivazione ad altre tecnologie come il fotovoltaico per il quale dipendiamo quasi esclusivamente dall’estero».