Lo stabilimento si chiama, guarda caso, “Vapori di birra” e si trova a Sasso Pisano – nel comune di Castelnuovo Val di Cecina, Pisa – località entrata nel Guinness dei primati perché nel 1979 l’Enel di Larderello effettuò la trivellazione di un pozzo geotermico profondo ben 12.311 metri. Oggi il paese vive di turismo, agricoltura e enogastronomia, che ora ha un appeal in più: il birrificio geotermico fondato da Edo Volpi, che sulle nuove bottiglie riporta la scritta “Birra prodotta con processo totalmente rinnovabile grazie al vapore geotermico di Enel Green Power”.
Anche basilico fiori e formaggi con vapore geotermico
Le tre birre “rinnovabili al 100%” sono una rossa ambrata doppio malto (Magma), una pale ale con 100% malto d’orzo (Geyser) e una weiss di frumento con schiuma bianca e compatta (Sulfurea). Sull’etichetta, accanto alla scritta che rimanda al vapore geotermico, ci sono i loghi di Enel Green Power e della “Comunità del cibo a energie rinnovabili”, creata dal Consorzio sviluppo aree geotermiche (Cosvig) per riunire le aziende agricole locali che utilizzano il calore ricavato dal vapore geotermico per produrre basilico, fiori, formaggi, salumi o per condurre allevamenti. Le produzioni geotermiche si sono guadagnate anche la vetrina dell’Expo 2015 tra le “buone pratiche” selezionate dalla Toscana.
La geotermia, del resto, è la più importante fonte rinnovabile della Toscana, capace di produrre non solo energia elettrica (Enel Green Power nel 2014 ha toccato il record di produzione a 5.549 GWh) ma anche di fornire calore per riscaldare 9.500 utenti in cinque Comuni (Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Santa Fiora e Monteverdi Marittimo) e 28,5 ettari di serre, caseifici e alimentare la filiera agricola.