Home Cosvig “Non incentivi, ma sgravi fiscali basta con l’assedio alle fonti pulite”

“Non incentivi, ma sgravi fiscali basta con l’assedio alle fonti pulite”

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SIMONE TOGNI, PRESIDENTE DI ANEV, ASSOCIAZIONE DI PRODUTTORI DI PALE EOLICHE E DI OPERATORI DI SETTORE, SABATO PROSSIMO SARÀ CON WWF, LEGAMBIENTE, GREENPEACE, E KYOTO CLUB IN VIA DEI FORI IMPERIALI A ROMA PER LA PROTESTA “ITALIA RINNOVABILE

Fonte: La Repubblica – Affari & Finanza

Autore: st.a

Milano «L’ eolico ha subito un grave rallentamento, colpa delle procedure amministrative che sono diventate più complicate ». Simone Togni presidente dell’Anev, l’associazione dei produttori di pale eoliche e degli operatori del settore, è convinto che le ultime norme in materia di rinnovabili non abbiano aiutato. Così sabato prossimo dalle 10 ci saranno anche loro insieme a Legambiente, a Green Peace, al Wwf e al Kyoto club, in via dei Fori imperiali a Roma per la manifestazione Italia rinnovabile. Obiettivo sensibilizzare le istituzioni e chiedere regole più chiare. Secondo gli organizzatori in questi ultimi anni è in atto «un attacco contro le fonti di energia pulita in un momento decisivo», mentre è necessario costruire un sistema energetico che premia chi risparmia energia, chi la autoproduce da impianti green, chi investe nella gestione delle reti energetiche e nell’accumulo e chi in riqualificazione energetica del patrimonio edilizio. «Non è una questione di incentivi, noi stessi abbiamo preparato un piano da presentare al governo che non vada a pesare direttamente sulla bolletta dei cittadini, ma che si basi sul sistema degli sgravi fiscali — spiega Togni — Non ci piace però il sistema delle aste per distribuire i soldi pubblici, perché sta creando numerosi contenziosi, ed è un sistema che non ha funzionato nemmeno altrove». Gli incentivi inoltre sono stati ridotti. E c’è persino chi chiude baracca.
A Taranto una fabbrica di turbine sta smantellando per riaprire all’estero. Chi resta lavora per rendere migliore la convivenza tra parchi eolici e popolazione. «In questi anni — spiega il presidente — abbiamo istituito un osservatorio a tutela del paesaggio e dettato linee sul colore delle vernici, la sistemazione delle pale in modo da evitare l’effetto selva e adesso stiamo adottando un protocollo con le regole che i nostri associati dovranno seguire a tutela dell’avifauna». Chi sta ancora valutando la partecipazione alla manifestazione di sabato è il coordinamento della cogenerazione (quella tecnologia che consente un risparmio energetico attraverso il riutilizzo del calore prodotto ad esempio da macchinari industriali). Istituito agli inizi di settembre da Cib, Cogena, Italcogen, in queste settimane sta discutendo di generazione distribuita e sistemi di utenza, che consentano ai distretti industriali in particolare di autoprodurre e risparmiare energia. Industrie che producono scarpe, vetro, mobili, disperdono nell’aria tutto il calore degli impianti. Con la cogenerazione questa massa di aria calda potrebbe essere convertita in altra energia. Nel nostro Paese si sprecano in questo modo circa 2 terawattora all’anno di energia. Una scommessa importante che richiede un cambio di passo. «Il governo dovrebbe fare qualcosa di più sul piano energetico — spiega il presidente di Italcogen Rudy Stella — stabilendo una strategia e dando anche a noi una stabilità normativa che solo ora si inizia a intravedere». Il segretario generale di Cogena Carlo Belvedere aggiunge che tra le priorità c’è quella di istituire un fondo di rotazione gestito dalla Cassa depositi e prestiti affinché si incentivino gli investimenti nella riqualificazione di abitazioni e uffici, accessibile dalle Esco, società di costruzioni e manutenzione, in modo che i costi della riqualificazione non gravino sul cittadino. Belvedere non vede di buon grado nemmeno gli incentivi per le rinnovabili: «Se è vero che hanno contribuito a far decollare il sistema — afferma — adesso pesano sempre di più sulla bolletta di famiglie e imprese e servono regole più chiare per evitare le speculazioni ». In bolletta secondo Cogena si deve pagare solo l’energia elettrica verde e non anche gli investimenti in tecnologia che possono essere invece sostenuti da misure come l’ecobonus. Infine si devono sviluppare le reti energetiche intelligenti tra cui le smart grids e consentire ai condomini di generare e utilizzare l’energia rinnovabile autoprodotta. «Oggi l’energia finisce tutta in rete per alimentare il sistema nazionale. — racconta il segretario Cogena — Questo va bene se si tratta di grossi impianti. Ma quando si tratta di impianti piccoli non ha senso». Il coordinamento della cogenerazione è nato per questo, spiega Piero Gattinoni del Cib: «Ci permetterà di mettere in atto una strategia comune che intervenga in ambito normativo e che faccia promozione, spiegando sul territorio i benefici della cogenerazione».