Dopo aver cancellato per la prima volta gli incentivi volti a favorire la produzione di energia elettrica da geotermia dallo schema di decreto FER1, il Governo nazionale sembra ora intenzionato a escludere – come affermano sia la deputata Lucia Ciampi sia il manager Diego Righini – gli impianti geotermoelettrici tradizionali anche dal decreto FER2, al momento in fase di elaborazione.
Una prospettiva cui i territori toscani, dove ad oggi la geotermia rappresenta un asset fondamentale per lo sviluppo sostenibile, non intendono rassegnarsi.
Per questo 13 sindaci dei Comuni geotermici (Pomarance, Monterotondo Marittimo, Roccalbegna, Radicondoli, Arcidosso, Montieri, Monteverdi Marittimo, Montecatini Val di Cecina, Castelnuovo Val di Cecina, Santa Fiora, Piancastagnaio, Chiusdino e Massa Marittima) sono tornati a rivolgersi al Ministero dello Sviluppo Economico – nella persona del sottosegretario Dario Galli (Lega) – per imbastire un concreto confronto su questi temi, finora mai concretizzatosi nonostante le dichiarazioni d’apertura arrivate in tal senso dal MISE.
La notizia della possibile esclusione della geotermia convenzionale dal decreto FER2 «ci lascia particolarmente stupiti – affermano i sindaci rivolgendosi al sottosegretario Galli – considerando le affermazioni da lei fatte in una dichiarazione rilasciata ad inizio del mese scorso in cui affermava testualmente che “il MISE concorda sul coinvolgimento della Regione Toscana e dei territori nella definizione di requisiti e condizioni per l’accesso della geotermia agli incentivi nell’ambito dell’elaborazione del Dm FER2”. Tale dichiarazione si aggiungeva alle possibili positive aperture riscontrate in occasione dell’incontro del presidente della Regione Toscana Rossi col sottosegretario Crippa in cui si erano prospettate analoghe ipotesi di lavoro. Ad oggi però ci risulta che ciò non sia avvenuto, anzi appare evidente che si sta procedendo verso una stesura definitiva del Decreto in cui l’alta entalpia geotermica viene esclusa dagli incentivi senza che vi sia la minima intenzione da parte del MISE di coinvolgere né la Regione Toscana, né tanto meno i territori geotermici e i loro sindaci che da tempo hanno chiesto inutilmente di essere ricevuti».
I sindaci evidenziano dunque come proseguire su questa strada porterebbe a implicazioni «drammatiche» nelle zone geotermiche anche dal punto di vista occupazionale, non solo per le attività direttamente collegate alla geotermia ma in virtù del ruolo di «volano importantissimo» che questa fonte rinnovabile ricopre «per tutta una serie di attività economiche correlate, non escluso il turismo».
Da qui l’invito a una risposta da parte del ministero, in assenza della quale i sindaci geotermici annunciano fin d’ora che «saranno intraprese tutte le azioni possibili a tutela dei nostri cittadini e del lavoro e dell’economia dei nostri territori».
Una linea d’azione che trova convergenze non solo a livello istituzionale ma anche nella società civile, come dichiarano dal movimento di cittadini GeotermiaSì: «Dopo la richiesta fatta dai nostri sindaci al MISE, in mancanza di risposte valuteremo insieme loro adeguate manifestazioni presso il ministero», lasciando dunque presagire la possibilità di una nuova manifestazione dopo quelle che hanno portato in piazza a Santa Fiora oltre 500 persone e a Larderello più di 2mila.