Home Cosvig Nel settore geotermoelettrico potrebbero essere attivati investimenti per circa un miliardo di...

Nel settore geotermoelettrico potrebbero essere attivati investimenti per circa un miliardo di euro nell’arco del prossimo decennio

312
0
CONDIVIDI
Lo afferma in un editoriale sul portale del Consiglio Nazionale dei Geologi, il Presidente Gian Vito Graziano.

Fonte: Geotermia News

Autore: Redazione

“Queste stime, questo positivo scenario di sviluppo tecnologico e economico, le cui ricadute sono evidenti anche in termini ambientali, trovano spiegazione da una parte nella necessità di dare una risposta diversificata e sostenibile alla domanda energetica, dall’altra in fattori tecnologici, che sono emanazione diretta dei saperi scientifici”.

Gian Vito Graziano afferma, infatti, che “è evidente che negli ultimi anni le accresciute conoscenze scientifiche e tecniche hanno stimolato lo sviluppo, lo sfruttamento e l’applicazione del calore della terra per i diversi possibili usi, ovunque sia tecnicamente possibile ed economicamente conveniente”.

“Attraverso l’informazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sui vantaggi di usare il calore naturale in sostituzione di altre forme di energia, attraverso l’aggiornamento dei professionisti che programmano e progettano gli interventi, attraverso la formazione delle imprese, degli installatori e degli operatori del settore- scrive ancora Graziano- si è declinato il principio etico dell’utilità sociale delle conoscenze, a favore del benessere dei cittadini, della tutela dell’ambiente e dell’economia del Paese“.

La conseguenza della sinergia tra questi fattori si è vista con l’enorme incremento delle richieste di nuovi permessi di ricerca (oltre 100 in due anni, oltre la metà in Toscana) delle risorse geotermiche per la produzione di energia elettrica, provenienti da imprese nazionali ed estere, che potrebbe significare –se tutte andassero a buon fine- alcune centinaia di MW di nuova potenza installata, nei prossimi anni.

Queste richieste per nuovi permessi di ricerca sono inoltre quasi sempre legate alla possibilità di produrre energia geotermoelettrica da risorse di media temperatura, “che oggi appare economicamente conveniente –sottolinea Graziano- proprio grazie allo sviluppo tecnologico attraverso quelle tecnologie a ciclo binario, peraltro più ecologiche, che possiede l’industria Italiana”.

Le stime dell’European Geothermal Energy Council (EGEC), ricorda il presidente del CNG, indicano che questo potrebbe significare per l’Italia avviare all’esercizio circa 923 MW entro il 2015 e che, il conseguente potenziale produttivo, potrebbe addirittura far superare al nostro Paese in soli 10 anni le previsioni del Piano di Azione italiano per le fonti rinnovabili (PAN).

Ricorda, inoltre, Graziano che “anche senza queste nuove istanze di permesso di ricerca, gli sviluppi in termini di capacità installata vanno oltre quanto previsto dal PAN, che pure individua un aumento della capacità di circa 170 MW, dal 2010 al 2020, e della produzione annua di circa 1100 GWh, quali obiettivi per lo sviluppo dell’uso della risorsa geotermica nel settore elettrico“.

“Un quadro assolutamente positivo sotto questo profilo” lo definisce Graziano” che testimonia un grande interesse del mercato verso la geotermia. Le stime, anche quelle più prudenti, rilevano che nel settore geotermoelettrico potrebbero essere attivati investimenti per circa un miliardo di euro nell’arco del prossimo decennio”.

E sostiene che “a differenza di quelle fonti rinnovabili per le quali abbiamo necessità di reperire all’estero le relative tecnologie, l’investimento nel settore della geotermia, con il coinvolgimento di professionisti, dell’impresa del settore delle perforazioni e della realizzazione di impianti di generazione, potrebbe attrarre investimenti sia interni che esteri, con ricadute evidenti sull’economia nazionale. Ricadute che assumerebbero ulteriore particolare rilevanza in termini professionali nelle risorse di bassa entalpia”.

Quello che serve a sostenere la concretizzazione di questo panorama, per ora potenziale, è “un quadro chiaro e definito di regole” e il superamento delle attuali criticità, rappresentate dalla definizione dei regimi di incentivazione, dalla semplificazione delle procedure autorizzative, dall’accettabilità sociale degli impianti.

“Sono necessari dunque sistemi di incentivazione adeguati, regimi autorizzativi chiari, insomma una nuova politica di valorizzazione delle risorse geotermiche”.

Secondo il presidente del CNG “le scelte sui regimi di incentivazione per la produzione geotermoelettrica devono tenere conto soprattutto dei vantaggi che essa porta con sé, dal basso impatto sull’ambiente, ancora più evidente se messo a confronto con quello derivante dallo sfruttamento di altre fonti rinnovabili, ai benefici derivanti da una gestione della rete elettrica in produzione costante”.

“Nel recente passato i comparti dell’eolico prima e del fotovoltaico dopo, si sono fortemente avvantaggiati in virtù degli incentivi loro concessi. E’ ora che anche al geotermico si concedano i giusti incentivi, anche in funzione del mutato quadro di interesse”.

“Un nuovo slancio in direzione della geotermia -afferma Graziano- è dunque necessario all’economia del Paese, che peraltro possiede già una filiera di competenze e tecnologie, che, seppure non paragonabili a quelle esistenti in altri Paesi europei, (dove però i sistemi di incentivazione sono ben altri), sono tuttavia in grado di produrre sviluppo e benessere”.