Se l’Europa vuole arrivare a sistema energetico a basse emissioni di anidride carbonica deve investire 2.900 miliardi di euro. Lo dice uno studio degli analisti di Accenture e Barclays, nel quale è quantificato l’investimento necessario per ridurre le emissioni di anidride carbonica dell’83% rispetto ai valori del 1990, ottenendo a un abbattimento di 2,2 miliardi di tonnellate di CO2. Per l’Italia la spesa prevista è di 265 miliardi di euro, che porterebbe ad un risparmio di 230 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. I primi 2.300 miliardi di euro serviranno a sostenere l’acquisizione e l’implementazione di impianti a basse emissioni, i restanti 600 finanzieranno la ricerca, lo sviluppo e la produzione di tali tecnologie.
La voce di spesa più ingente è quella necessaria alle infrastrutture per il solare e l’eolico: 617 miliardi di euro. Segue poi l’edilizia, cui dovranno andare 600 miliardi di euro per la realizzazione di “‘edifici intelligenti”‘ e per la produzione distribuita di energia in ambito residenziale, che porteranno a un risparmio potenziale pari al 18% delle emissioni di CO2. Passando ai mezzi di trasporto commerciale il necessario adeguamento della flotta con veicoli “‘a basso impatto”‘ richiederà 582 miliardi di euro a fronte di un risparmio potenziale pari al 19% delle emissioni di CO2 identificate. Alle infrastrutture per i trasporti, ossia alle stazioni di carica per i veicoli elettrici e i sistemi di trasporto intelligente, dovranno essere stanziati 35 miliardi di euro a fronte di un risparmio potenziale pari all’1% delle emissioni di CO2 identificate.
Capitolo energia elettrica: per la distribuzione occorreranno 529 miliardi di euro, a fronte di un risparmio potenziale pari al 13% delle emissioni di CO2 identificate; per la produzione verranno richiesti 508 miliardi di euro, però secondo lo studio Accenture-Barclays costituirà la tecnologia che fornirà il maggior risparmio potenziale delle emissioni di CO2 identificate, pari al 49% del totale.
Secondo lo studio, un ruolo importante per centrare l’obiettivo sarà giocato dalle banche, soprattutto attraverso attività di intermediazione sui capitali istituzionali, insieme agli incentivi e alle politiche governative di lungo periodo, che continueranno a essere determinanti.