E’ ANCORA GIOVANE, nove mesi
di vita, ma ha già cominciato a farsi conoscere. E’ la «Comunità
del cibo Toscana ad energia rinnovabile» che riunisce per ora cinque
aziende: tre nel territorio comunale di Monterotondo Marittimo, una
nel territorio di Castelnuovo Val di Cecina e una a Radicondoli. I
requisiti per farne parte sono due: utilizzare energia da fonti
rinnovabili e materie prime del territorio regionale. I promotori
dell’iniziativa sono «Cosvig» (Consorzio per lo sviluppo delle
aree geotermiche) «SlowFood Toscana», la «Fondazione per la
biodiversità» e la «Rete di Terra Madre». Ne fanno parte per ora
cinque aziende: tre per la produzione di formaggi «Podere Paderno»
in località Muriglioni e «I formaggi di San Martino», in località
San Martitno, a Monterotondo Marittimo e «Fattoria della antica
filiera» a Castelnuovo Val di Cecina. Una per la produzione del
basilico «Parvus Flos», in località San Marco a Radicondoli e una
di allevamento e produzione di salumi biologici di cinta senese,
«Arcadia» a Monterotondo.
«DOPO QUESTI primi mesi il bilancio è
positivo — spiega Mario Tanda, presidente della Comunità del cibo
— Anche perché ufficialmente siamo nati a marzo scorso, ma il
lavoro di organizzazione è cominciato molto prima. E non è detto
che la Comunità non allarghi i propri confini e aumenti il numero
delle aziende che ne fanno parte».
L’iniziativa è stata riproposta di
recente come riuscito esempio di utilizzo delle fonti rinnovabili, in
particolare per quanto riguarda la geotermia, considerando che le
cinque aziende che ne fanno parte rientrano tutte nella zona
geotermica tradizionale, quella compresa tra le province di Grosseto,
Siena e Pisa. «Oltre che favorire lo sfruttamento di energia da
fonti rinnovabili — ha commentato alcuni giorni fa il direttore
generale del Cosvig Sergio Chiacchiella — sono anche un valido
esempio di opportunità di lavoro».
