La geotermia è naturalmente presente in Toscana dall’alba dei tempi. Oltre un secolo fa è a Larderello che è stata impiegata a fini industriali per la prima volta al mondo, e ancora oggi sul territorio toscano continua sviluppare le proprie potenzialità: entro la fine di questo mese apriranno i cantieri per la realizzazione della nuova centrale geotermica Monterotondo 2, che Enel Green Power realizzerà a Monterotondo Marittimo nell’area delle località Podere Barghini e Podere Milia.
«Monterotondo 2 è un’occasione di sviluppo per il territorio – spiega Giacomo Termine, sindaco di Monterotondo Marittimo – con ricadute occupazionali sia dirette che indirette nella filiera industriale legata alla geotermia. Si tratta di un impianto che utilizza le migliori tecnologie, sarà quindi una garanzia dal punto di vista della sicurezza, della salute dei cittadini e della salvaguardia dell’ambiente. La centrale, inoltre, sarà realizzata con tutti gli accorgimenti per ridurre al minimo l’impatto visivo e acustico. È l’ennesima dimostrazione di come il calore a Monterotondo Marittimo sia una risorsa importantissima, forse la principale».
Oggi a Marrakech chiude la Cop22, la Conferenza Onu sul clima durante la quale anche l’Italia ha rinnovato i propri impegni dichiarandosi disposta a fare quanto necessario per mantenere il riscaldamento globale entro i +2 °C, sforzandosi di tendere all’ancora più ambizioso – e già rischio – obiettivo dei +1,5 °C. Questo significa lavorare sui territori per ridurre le emissioni di gas serra, aumentare l’efficienza energetica e tagliare drasticamente il consumo di combustibili fossili.
Posto che l’unica energia a zero impatto è quella non consumata, una volta entrata in funzione – tra 36 mesi, dichiarano da Enel Green Power – Monterotondo 2 avrà una potenza di 20MW e una capacità produttiva che si aggirerà intorno ai 150 milioni di chilowattora l’anno, sufficienti a soddisfare il fabbisogno elettrico di una città italiana di dimensioni medie.
Energia rinnovabile al posto di quella fossile dunque, che eviterà l’immissione in atmosfera di 100mila tonnellate l’anno di anidride carbonica e il risparmio di oltre 33 mila tonnellate di petrolio. Al contempo la nuova centrale sarà dotata delle più avanzate tecnologie per ridurne gli impatti: dall’Amis per abbattere mercuriop e idrogeno solforato ai sistemi di riduzione del drift, le minuscole gocce di acqua geotermica che contengono acido borico. «Questa centrale costituisce un’eccellenza tecnologica a livello internazionale – ha dichiarato Massimo Montemaggi, responsabile Geotermia di Enel green power – e consentirà di aumentare la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile per la Toscana».
Al contempo porterà investimenti – 110 milioni di euro solo per essere realizzata, con lavori che impiegheranno fino a 100 persone – e occupazione stabile sul territorio. A regime saranno infatti 40 i posti di lavoro connessi all’esercizio dell’impianto, comprensivi dell’indotto legato alle attività correlate alla geotermia: dal teleriscaldamento, al florovivaismo all’agroalimentare.
«Il Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche – commenta Sergio Chiacchella, direttore generale Cosvig – guarda la geotermia dal punto di vista dei territori: il primo vantaggio che offre rispetto ad altre fonti rinnovabili è la continuità di produzione. È una risorsa strategica per i bilanci energetici ed un importantissimo motore di sviluppo per rivitalizzare l’economia locale. Quindi quando la scelta è condivisa con i territori e garantita da un progetto come questo, siamo convinti che la geotermia debba essere sviluppata».
Una scelta che non cessa di riscuotere interesse sul territorio. Anche Massa Marittima entrerà a far parte dei Comuni geotermici: oltre a Monterotondo Marittimo, infatti, la concessione dei permessi di ricerca riguarda i Comuni di Massa Marittima per circa un 27% e Montieri, per una parte molto più piccola.
«Riteniamo che l’ingresso di Massa Marittima tra i comuni geotermici – chiosa il sindaco Marcello Giuntini – sia un’ottima opportunità per il nostro territorio. Abbiamo già chiesto di poter aderire all’accordo volontario della geotermia, protocollo d’intesa già interessa quindici comuni geotermici e che ci garantisce sia dal punto di vista ambientale sia per le ricadute di carattere socio-economico che contiene».