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Monte dei Paschi: il 2% dell’erogato 2008 per il sostegno alle sole rinnovabili

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Il Monte dei Paschi ha da poco aperto la prima filiale di banca “ecologica”.

Fonte: Greenreport.IT

Autore: Riccardo Mostardini

La sede, situata presso Castelnuovo
Berardenga (Si), è caratterizzata da vari accorgimenti strutturali
(luce, acqua, materiali da costruzione, calore e condizionamento,
quest’ultimo a pompa geotermica) che hanno permesso un «risparmio
energetico del 30% rispetto ad una struttura “tradizionale”
e (una) forte riduzione nell’immissione di CO2 (6750 kg in meno
rispetto ad un impianto usuale)». Al di là della (meritoria)
apertura della sede di Castelnuovo, appare interessante approfondire
però se e come il gruppo Mps stia attuando pratiche inerenti alla
sostenibilità nella sua attività bancaria e finanziaria, e in
particolare se sono in atto (o se sono previste) iniziative
finalizzate a vincolare l’elargizione delle risorse (o lo
stanziamento dei fondi di garanzia) a investimenti nella
green-economy o comunque nell’innovazione sia di processo che di
prodotto.

Per una migliore comprensione abbiamo
contattato il gruppo Mps, che ha risposto solertemente alle nostre
domande ma che ha preferito farlo in maniera “impersonale”.

Quale il contributo che in
questa fase, a parte la realizzazione della nuova filiale di
Castelnuovo, il gruppo Mps sta dando al cammino verso la
sostenibilità?

«In questo momento il gruppo sta dando
sostegno al sistema produttivo italiano con vari interventi,
finalizzati non solo ad arginare le difficoltà di questa fase
critica, ma anche per investire in ambiente, sicurezza, energie
rinnovabili e risparmio energetico».

Nell’ambito delle attività di
elargizione di prestiti o stanziamento di fondi di garanzia, sono
presenti delle clausole “di indirizzo”, cioè che vincolano
il loro utilizzo all’attivazione di iniziative inerenti alla
sostenibilità e/o comunque all’innovazione di processo o di
prodotto?

«Non in modo così stringente, cioè
non ci sono vincoli di questo tipo. Ma le valutazioni
sull’affidabilità dell’azienda si compongono sia di una parte
quantitativa (bilanci, indici finanziari) sia di una qualitativa:
quest’ultima comprende un giudizio sulla capacità dell’azienda di
gravare il meno possibile sui processi ambientali».

Più specificatamente?

«Vengono valutati il rischio
ambientale dei processi attuati dall’impresa, la dimensione
dell’intervento e la presenza di certificazioni ambientali. Anche per
le grandi aziende, con più di 500 milioni di fatturato, c’è una
procedura specifica di valutazione, e in generale tutte le operazioni
che passano per la consociata Mps Capital service prevedono una
valutazione ambientale».

Riguardo al sostegno agli
investimenti in energie rinnovabili?

«Su questo c’è un’offerta specifica
(“Welcome Energy”), che comprende prodotti e servizi
differenziati: project financing, finanziamenti alle pmi, leasing,
sostegni a breve e medio termine. E’ un’offerta molto variegata, e
cambia in funzione sia della controparte sia della tecnologia che si
va a finanziare: comunque il piano di ammortamento è regolato sui
finanziamenti statali disponibili per le varie iniziative».

Di che numeri stiamo parlando,
a questo riguardo (e in questa fase di crisi)?

«Nel 2008 le operazioni riguardanti le
energie rinnovabili sono state 546, per un totale di 320 milioni di
euro: si tratta quindi del 2% dell’erogato totale del gruppo. In
questo dato sono contenuti i leasing, i finanziamenti a lungo e breve
termine, i prestiti al consumo».

Sono in cantiere altre
iniziative in questa direzione?

«E’ questa una linea su cui il gruppo
Mps sta investendo molto, e lo dimostra il fatto che recentemente (4
settembre, nda) il titolo è stato inserito nell’indice Dow Jones
Sustainability Index World (Djsi): l’indice ha un senso legato
soprattutto alla responsabilità sociale dell’impresa, ma investe
comunque sia la componente di sostenibilità economica, sia sociale,
sia ambientale».