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Metà delle centrali a carbone in Europa perde denaro

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Il 54% delle 619 centrali a carbone dell’Unione Europea non è più competitivo. Nel 2030 potrebbero salire al 97%, con perdite di 22 miliardi di euro

Fonte: Rinnovabili.it

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Oltre la metà delle 619 centrali a carbone dell’Unione Europea perdono denaro, e i piani del settore per chiudere gli impianti sono troppo lenti e tardivi. Questo significa che potrebbero causare perdite per 22 miliardi di euro entro il 2030 se l’UE mantiene le promesse che ha fatto a Parigi nel 2015, quando ha contribuito ad approvare l’accordo sul clima.

Le aride cifre sciorinate da Carbon Tracker nel suo nuovo rapporto non lasciano scampo: per evitare perdite finanziarie cospicue ad azionisti e governi, bisogna agire subito. Anche perché regolamentazioni più severe sull’inquinamento atmosferico e prezzi più elevati del carbonio sono misure che faranno schizzare alle stelle i buchi di bilancio delle centrali a carbone. Si profila uno scenario che vede in perdita il 97% degli impianti entro il 2030.

Sul gradino più alto del podio delle cariatidi energetiche sale la Germania. Entro i suoi confini sorge il maggior numero di centrali a carbone non redditizie, con RWE e Uniper tra le aziende oggi più esposte. Una serie di chiusure anticipate potrebbe evitare ben 12 miliardi di euro di perdite solo in questo paese, ma i piani di phase out tedeschi sono stati ritardati dal fallimento dei negoziati per formare un nuovo governo di coalizione. 

Ma la situazione della Germania è la spia di un quadro europeo a tinte fosche. (continua)